L'arca olearia

Si continua a vendere olio d’oliva

Aria di crisi, borse a picco, recessione globale ma nonostante il momento difficile l’andamento degli ordinativi mostra ancora un segno positivo. Segnali negativi però per gli extra vergini premium

11 ottobre 2008 | T N

Il settore degli oli d’oliva fa registrare un saldo positivo, una aumento degli ordinativi, soprattutto all’estero, sia nel mese di agosto che negli ultimi dieci mesi.
Questo il quadro che emerge dai dati presentati dall’Assitol.

Più in dettaglio, sul mercato interno, il segmento dell’olio extravergine ha dimostrato una buona capacità di tenuta, con un aumento pari all’1,1% registrato nel periodo tra novembre 2007 e agosto 2008. In particolare, nella grande distribuzione le vendite sono cresciute del 3,2%.

All’apparenza si tratta di un dato esaltante, ma se approfondiamo scopriamo che vi è un progressivo livellamento verso il basso dei consumi, verso prodotti base.
Soffrono, anche vistosamente, le produzioni premium.
Il dato relativo al mese di agosto evidenzia un netto calo nel mercato di Dop/Igp (-40%), e del biologico (-9,7%) rispetto allo scorso anno.

Meno bene, in generale, sono andati anche l’olio d’oliva (-7,5%), e di sansa (-12,6%), anche a causa del periodo vacanziero.
Peraltro, tale tendenza conferma la sempre più spiccata preferenza dei consumatori per l’olio extravergine, a scapito dell’olio d’oliva e di sansa.

Sul fronte dell’export, nel solo mese di agosto l’aumento delle vendite è ancora più incoraggiante: + 3,9% per le diverse varietà di olio d’oliva.

In particolare, l’extravergine conferma il suo momento felice con una crescita del 18% rispetto allo stesso periodo nel 2007. Inoltre, grazie all’ottima performance degli oli convenzionali ( + 7,9), vale a dire i grandi marchi, negli ultimi dieci mesi le esportazioni sono cresciute del 9,7%. Un dato che riflette la tendenza positiva del comparto all’estero, rilevata a partire dallo scorso novembre (+3,4%).

Il monitoraggio dell’Assitol descrive un settore che, sia in Italia che all’estero, pare caratterizzato da una stabilità che nemmeno i rincari dei generi alimentari e la complessa congiuntura mondiale sembrano mettere in crisi.