L'arca olearia
L’inerbimento dell’olivo riesce a immagazzinare più acqua nel suolo rispetto alla lavorazione del terreno
In ambienti aridi e semi aridi è importante gestire il terreno per conservare il più possibile l’acqua piovana per l’olivo nei mesi secchi estivi. Un confronto tra terreno inerbito e lavorato
30 aprile 2024 | R. T.
L’implementazione di pratiche sostenibili in agricoltura è una delle principali strategie adottate da molti paesi nel mondo per contrastare problemi come la scarsità d’acqua, la desertificazione, l’effetto serra e l’inquinamento, che stanno minacciando l’ambiente e il benessere umano.
Le tecnologie di gestione sostenibile del suolo (ovvero la copertura del suolo mediante vegetazione seminata o spontanea) svolgono un ruolo fondamentale in olivicoltura perché mirano a migliorare e/o mantenere la sostanza organica del suolo come fattore chiave della qualità fisica, chimica e microbiologica del suolo; prevenire l'erosione del suolo; aumentare la biodiversità e la stabilità dell'ecosistema; migliorare il sequestro di CO2 dall'atmosfera da parte degli oliveti.
Inoltre, in ambienti aridi e semi-aridi, dove l'acqua è il fattore più limitante per la produzione agricola in condizioni di agricoltura arida, una corretta gestione delle risorse idriche richiede un'ampia conoscenza della variabilità spaziale delle proprietà del suolo che influenzano fortemente il bilancio idrico.
Tecniche geofisiche non invasive, come l’Electrical Resistivity Imaging (ERI), possono essere eseguite rapidamente e facilmente su vaste aree per descrivere la variabilità orizzontale e verticale della struttura e delle proprietà del suolo alla scala di interesse anche mediante approccio geostatistico. La resistività elettrica può essere influenzata dai sistemi radicali e dalle diverse caratteristiche del terreno. Pertanto, le indagini geoelettriche sono spesso finalizzate a stabilire relazioni tra i valori di resistività e le altre caratteristiche del suolo (tessitura, contenuto di acqua, concentrazione di soluti).
Anche in sistemi di oliveti molto eterogenei, la tecnica ERI è in grado di mappare l'intera zona radicale, le variazioni di umidità e salinità, i flussi idrici dei suoli indagati a partire da misure elettriche effettuate in superficie.
L’inerbimento dell’olivo riesce a immagazzinare più acqua nel suolo rispetto alla lavorazione del suolo
L’Università della Basilicata ha usato la tecnica ERI non distruttiva, combinata con metodi convenzionali di indagine del suolo, su oliveti con suoli lavorati e inerbiti per verificare la qualità delle relazioni univariate tra resistività elettrica del suolo (ρ) e contenuto idrico volumetrico del suolo (θv) e valutare l'utilizzo della tecnica geoelettrica come strumento per la valutazione della variabilità spaziale e temporale del contenuto idrico del suolo.
L'imaging della resistività elettrica (ERI) è stato eseguito nel sud Italia, in clima semi-arido, su due oliveti in asciutta e gestiti secondo diverse modalità di gestione del suolo (lavorazione – T e inerbimento – CC), applicato per 8 anni.
Il contenuto volumetrico di acqua del suolo, θv (mm mm−1), era significativamente correlato ai dati di resistività elettrica del suolo, ρ (Ω m), mediante il modello esponenziale.
Questa relazione ha permesso di valutare la variazione del contenuto di acqua nel suolo nei due oliveti durante il periodo autunno-primavera e di rivelare che la parcella inerbita era più efficiente nell’intercettare e immagazzinare l’acqua piovana.
La tecnica ERI ha permesso di evidenziare differenze tra i sistemi nella dinamica della distribuzione dell'acqua lungo il profilo del suolo come effetto della gestione del suolo adottata.
In particolare, tale tecnica ha consentito di valutare facilmente l'entità del contenuto di acqua degli strati più profondi del suolo (> 1,0 m), evidenziando una significativa riserva idrica nell'appezzamento inerbito, conveniente per l'apparato radicale degli olivi non bagnati nei mesi più secchi.
Bibliografia
Celano, Giuseppe, et al. "Evaluation of soil water content in tilled and cover-cropped olive orchards by the geoelectrical technique." Geoderma 163.3-4 (2011): 163-170.