L'arca olearia

Allarme olio extra vergine di oliva italiano: nelle cisterne non c'è

Allarme olio extra vergine di oliva italiano: nelle cisterne non c'è

A fine novembre solo 79 mila tonnellate in giacenza. Prima dell’estate l’olio extra vergine di oliva italiano potrebbe essere già finito. Mancano all’appello 50 mila tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con solo la Puglia ancora in attività

12 dicembre 2023 | T N

La situazione produttiva di olio d'oliva italiano appare drammatica.

L’olio extra vergine di oliva non appare nelle cisterne dei frantoi italiani e la campagna olearia potrebbe rivelarsi un altro annus horribilis, simile a quello del 2014, con l’unica eccezione della Puglia.

Mancano 50 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva italiano

A fine novembre, secondo i dati di Frantoio Italia dell’Icqrf erano stoccati nei frantoi, nelle aziende agricole e presso gli imbottigliatori 79 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva italiano, 50 mila in meno rispetto a novembre 2022.

Ricordiamo che l’Italia, a fine settembre 2023, è giunta con una giacenza quasi azzerata, pari a 31 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva, con un venduto che nei mesi di giugno, luglio e agosto è stato complessivamente di circa 30 mila tonnellate.

Ciò significa che nel 2024 l’olio extra vergine di oliva potrebbe esaurirsi prima dell’estate.

Vediamo però i dati in dettaglio.

In Puglia al 30 novembre 2023 sono giacenti 34 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva, la metà della produzione nazionale.

In Sicilia lo stock, nello stesso periodo è di poco superiore alle 11 mila tonnellate e in Calabria è di circa 8 mila tonnellate.

Nel complesso nelle tre regioni olivicole nazionali sono stoccati il 67% delle riserve del prezioso oro verde italiano.

Situazione veramente drammatica, in piena campagna olearia, per diverse regioni tra cui la Basilicata, con solo 700 tonnellate di olio extra vergine di oliva giacente. Situazione molto difficile anche nella Marche con meno di 600 tonnellate e in Sardegna con meno di 500 tonnellate di olio in stock. Ma anche regioni olivicole importanti, come la Campania, hanno giacenze di olio minime, pari a 1300 tonnellate.

L’olio extra vergine di oliva italiano non c’è, fuori da Puglia, Sicilia e Calabria. L’allarme è quindi importante e serio, anche perché anche in Grecia e in Spagna la produzione è ai minimi termini.

Olio extra vergine di oliva biologico e Dop/Igp ai minimi termini

Ovviamente la pessima campagna olearia che si sta profilando incide anche sulle giacenze degli oli premium: olio extra vergine di oliva biologico e a denominazione di origine.

Per quanto riguarda l’olio extra vergine bio sono giacenti a fine novembre 17 mila tonnellate di olio, a fronte di uno stock all’inizio della campagna olearia da 7 mila tonnellate. L’aumento della giacenza è quindi di solo 10 mila tonnellate, sufficiente per 5 mesi di commercializzazione se teniamo conto dei volumi di vendita medi del 2023.

La giacenza degli oli Dop e Igp è invece inferiore alle 14 mila tonnellate al 30 novembre, contro le 2600 tonnellate di fine settembre. Anche in questo caso l’aumento delle giacenze è sufficiente, al momento, a coprire solo 5-6 mesi di vendite, se ci basiamo sui flussi medi del 2023.

Ma dove si concentra la giacenza di olio Dop e Igp in Italia?

Record per la concentrazione di olio certificato a denominazione di origine per la Sicilia, con più di 2000 tonnellate di Igp Sicilia e altrettanti circa di Dop Val di Mazara, a cui si aggiungono quasi 1000 tonnellate delle altre Dop, portando il totale dell’olio certificato depositato nelle cisterne siciliane a 5000 tonnellate circa.

Seconda potenza è la Puglia. Quasi 3500 tonnellate sono nella Dop Terra di Bari in Puglia, a cui vanno aggiunte le 300 tonnellate circa di Igp Puglia, più volumi inferiori per le altre Dop. Il totale in Puglia di olio certificato è quindi di circa 4000 tonnellate.

Segue la Toscana con quasi 2000 tonnellate tra Igp Toscano (1700 tonnellate solo lui) e le altre denominazioni regionali.

Fatti i conti in queste tre regioni è depositato l’80% dell’intero olio extra vergine di oliva a denominazione di origine nazionale. Una rarità trovare olio Dop e Igp fuori da questi areali.