L'arca olearia
Ecco cosa influisce sull’allegagione dell’olivo

Oltre al clima e alla nutrizione vi sono altri parametri che possono significativamente influenzare l’allegagione dell’olivo, con ripercussioni anche importanti sulla produttività
21 aprile 2023 | T N
E’ noto che l’olivo ha una percentuale di allegagione del 2-4%. Spostare la forbice verso la percentuale massima può significare incrementare significativamente la produttività, anche se non necessariamente raddoppiarla.
L’olivo infatti è capace di compensare, in parte, una percentuale di allegagione più bassa con una maggiore crescita e accumulo di olio nei frutti rimasti. E’ questa la ragione per cu non c’è una correlazione lineare tra percentuale di allegagione e produttività.
Generalmente, però, tanto più ci si avvicina al 2% tanto più anche la produzione sarà bassa. E’ questa la ragione per cui gli olivicoltori tendono a supportare l’olivo in fase di fioritura con opportune concimazioni fogliari.
Gli olivicoltori più attenti sanno però che le percentuali di allegagione sono differenti a seconda di alti o bassi livelli di fioritura.
Ecco cosa influisce sull’allegagione dell’olivo
Una ricerca spagnola ha confrontato olivi con alti e bassi livelli di fioritura (anno "on" e anno "off") impollinati in modo autonomo e incrociato. Prima della caduta dei petali è stata registrata la percentuale di infiorescenze con fiori perfetti. L'allegagione e le componenti del raccolto sono state misurate a 18 e 50 giorni dalla piena fioritura. Gli alberi a bassa fioritura hanno mostrato una percentuale maggiore di infiorescenze con fiori perfetti. L'impollinazione incrociata ha aumentato costantemente l'allegagione finale, ma in misura moderatamente maggiore negli alberi ad alta fioritura. L'aumento dell'allegagione finale è il risultato di un aumento del numero di frutti per infiorescenza e della percentuale di infiorescenze con frutti.
Il 93% delle infiorescenze portava fiori perfetti negli alberi a bassa fioritura contro il 77% di quelli ad alta fioritura. La competizione per gli assimilati tra le infiorescenze in via di sviluppo è probabilmente responsabile di questo risultato, poiché la nutrizione dell'infiorescenza è il fattore predominante nell'aborto del pistillo. Negli alberi a fioritura intensa il numero medio di infiorescenze sul legno dell'anno precedente era di 1,39 per nodo. Al contrario, negli alberi poco fioriferi solo pochi germogli dell'anno precedente portavano infiorescenze, con una media di 0,85 infiorescenze per nodo solo per quelli con infiorescenze.
L'allegagione è stata incrementata dall'impollinazione incrociata in misura maggiore negli alberi con alta fioritura rispetto a quelli con bassa fioritura.
L'autoimpollinazione, che ha ritardato l'abscissione dei frutti nella maggior parte delle cultivar di olivo, ha prodotto meno infiorescenze fruttifere rispetto all'impollinazione incrociata sia negli alberi con alta fioritura che in quelli con bassa fioritura. L'impollinazione influenza sia il momento che il tasso di fecondazione, che a sua volta determina il numero e la sincronia dei frutti in crescita. L'impollinazione incrociata accelera e aumenta il tasso di fecondazione e di conseguenza un numero maggiore di ovari fecondati inizierebbe a crescere prima e anche l'abscissione inizierebbe prima.
La competizione dei frutti per gli assimilati spiegherebbe anche le differenze osservate tra alberi ad alta fioritura e bassa fioritura.
Sebbene il numero di infiorescenze per nodo a pinea fioritura fosse inferiore per gli alberi a bassa fioritura rispetto a quelli ad alta fioritura, il carico finale, espresso come infiorescenze fruttifere per nodo, ha mostrato valori simili. Inoltre, le infiorescenze fruttifere hanno mostrato un numero maggiore di frutti negli alberi a bassa fioritura rispetto a quelli ad alta fioritura. Pertanto, il minor numero di infiorescenze fruttifere negli alberi a bassa fioritura rispetto a quelli ad alta fioritura è stato compensato da un aumento del numero di infiorescenze fruttifere e di frutti per infiorescenza. Un numero inferiore di frutti in crescita negli alberi a bassa fioritura rispetto a quelli ad alta fioritura si tradurrebbe in una minore competizione per gli assimilati tra i frutti e quindi in una minore abscissione.