L'arca olearia

TITOLI OLIVICOLI E CONTRATTI D’AFFITTO. IL TRIBUNALE DI CROTONE APRE UN NUOVO CASO CHE POTENZIALMENTE PUO’ INTERESSARE CINQUANTAMILA AZIENDE NEL SUD ITALIA

Quando sussistono prove di “simulazione del contratto d’affitto” lo stesso non ha validità e l’affittuario non ha diritto ai premi della politica agricola europea, ma non per questo al proprietario verranno riconosciuti in automatico i titoli olivicoli. Occorre trovare presto una via d’uscita

05 maggio 2007 | Graziano Alderighi

Il caso
Il Tribunale di Crotone - Sezione specializzata agraria, ha sancito, sulla base delle prove acquisite, “la simulazione del contratto di affitto” intercorso tra la proprietà e il conduttore.
Sebbene infatti fosse stato stipulato tra un’azienda olivicola e un frantoio un contratto d’affitto per dei terreni olivetati, era la prima ad occuparsi della gestione e della cura degli alberi e pertanto il Tribunale ha stabilito l’atipicità e l’irregolarità del contratto, qualificabile più come vendita di prodotti, così togliendo al frantoio i titoli olivicoli relativi, senza tuttavia poterli assegnare in automatico alla proprietà.
Secondo l’ocm olio d’oliva i titoli vengono infatti assegnati a chi aveva il possesso del fondo nelle campagne olearie di riferimento e la cessione dei titoli può avvenire soltanto all’interno di casistiche ben determinate, tra cui non rientra, appunto, il caso giudiziario considerato.
Ne consegue che, a seguito della sentenza del Tribunale di Crotone, il frantoio verrà privato dei titoli e potrebbe essere citato anche per indebita percezione di aiuti comunitari, mentre l’azienda agricola non vedrà assegnarsi, in automatico, i titoli in quanto manca uno strumento normativo che consenta alla proprietà di dimostrare anche il possesso effettivo e la cura degli oliveti nelle campagne di riferimento.

Potenzialmente interessate 50.000 aziende olivicole
“La sentenza ripropone una annosa questione su cui - dichiara Carlo Siciliani - membro di giunta della Confagricoltura, ci siamo attivati sin dai primi albori della riforma, segnalando, al Ministro e all’Agea, la particolarità di alcune forme contrattuali vigenti, per questo settore, in Calabria e nel Salento in particolare; forme che, nel quadriennio di riferimento per gli aiuti Pac, risultavano interessare circa 50.000 aziende e 12 milioni di piante di olivo.”

Confagricoltura ha preso atto dei dati e, da sola, si è fatta carico del problema di queste tipologie contrattuali, chiedendo una tempestiva ed adeguata soluzione.
Interesse prioritario è stato sollecitare le competenti autorità nazionali e regionali a trovare una via d’uscita, senza pregiudicare gli interessi dei produttori olivicoli, salvaguardando la competitività del settore e della produzione calabrese.
“Alla luce dei nuovi fatti - conclude Siciliani - occorre verificare la reale situazione e trovare soluzioni idonee al problema”.