L'arca olearia

E’ UNA STAGIONE ANOMALA, CARATTERIZZATA DA UN’ANTICIPATA MIGNOLATURA DEGLI OLIVI. LE ESIGENZE NUTRIZIONALI DELLE PIANTE POSSONO COSI’ VARIARE SENSIBILMENTE

Una primavere poco piovosa, caratterizzata, dopo qualche incertezza, da alte temperature. La fioritura degli olivi procede speditamente e, in alcune aree, la mignola sembra pronta a sbocciare con venti e più giorni d’anticipo. Il periodo critico cade così in un momento in cui non sempre gli elementi nutrizionali sono a piena disposizione delle piante

21 aprile 2007 | R. T.

Il sogno di ogni olivicoltore è quello di fornire alle piante gli elementi nutritivi, così come l’acqua, nel momento di maggior fabbisogno così da massimizzare la produzione. Ma se per quanto riguarda l’irrigazione la sua gestione può risultare più semplice in virtù della possibilità di calcolare il fabbisogno idrico in relazione ai parametri ambientali e climatici, più difficile è stabilire il periodo più adeguato in cui apportare nutrienti, in quanto la loro disponibilità effettiva per gli olivi varia a seconda del terreno considerato, nonché di complicati parametri ambientali.
E’ infatti il suolo un intermediario difficile da comprendere a pieno tante e tali sono le variabili da considerare. Non dobbiamo infatti dimenticare che sono un complesso di batteri a “digerire” molti dei concimi che vengono distribuiti in inverno o in primavera, rendendo quindi disponibili gli elementi minerali assimilabili dalle piante.

Normalmente si considera che durante il periodo di massima richiesta nutritiva da parte degli olivi, che corrisponde approssimativamente alla fioritura, gli elementi minerali siano pienamente disponibili perché “digeriti” dai batteri e perché la disponibilità idrica nel suolo, l’acqua è necessaria per veicolare gli elementi nutritivi, sia sufficiente se non abbondante.

L’attuale stagione sta però scombinando, almeno parzialmente, i piani degli olivicoltori.
La primavera si è presentata subito caratterizzandosi per alte temperature e una bassa piovosità media, dopo un inverno tanto mite che la mignolatura degli olivi è avvenuta con straordinario anticipo, in media di venti e più giorni.
Ne consegue, ovviamente, che il tradizionale calendario olivicolo sia stato stravolto, con ovvie conseguenze anche sul piano della concimazione.

I due elementi nutritivi di cui l’olivo ha maggiore necessità in questo periodo sono l’azoto e il fosforo.
Se, mediamente, i terreni italiani sono ben dotati di quest’ultimo, ragion per cui sono scarsamente prevedibili e preventivabili fenomeni di carenza per questo elemento, diversa può ovviamente essere la situazione per quanto riguarda l’azoto, anche in virtù del tipo di concime azotato e del momento in cui questo è stato distribuito in oliveta.
E’ utile ricordare che l’azoto nel terreno può trovarsi come sostanza organica oppure in forme minerali (nitrica, ammoniacale ed ureica). La forma nitrica è quella direttamente utilizzabile dalle piante, ma è anche quella meno adsorbita dai colloidi del terreno rendendola facilmente dilavabile.

Nitrato di sodio, nitrato di calcio e nitrato ammonico sono i fertilizzanti più prontamente assimilabili dalla pianta. In media, considerando una buona disponibilità idrica, entro 10 giorni dalla distribuzione l’albero è in gradi di disporre dell’elemento.
Il solfato ammonico ha un’azione più lenta, va infatti ricordato che lo ione ammonio può venir trattenuto dai colloidi del terreno.
I concimi azotati organici di sintesi (calciocimammide e urea) presentano caratteristiche agronomiche simili ai composti ammoniacali.

Risulta evidente, dalla breve rassegna presentata, che una distribuzione nel mese di marzo di concimi azotati organici o ammoniacali potrebbe non riuscire a soddisfare le esigenze nutrizionali dell’olivo nelle poche settimane che mancano alla fioritura.

In tal caso si può sopperire attraverso la tecnica della concimazione fogliare che si sta notevolmente diffondendo negli ultimi anni anche nella coltivazione dell’olivo.
Lo stato nutrizionale complessivo della pianta risulta giocare un ruolo molto importante sull’efficienza della concimazione fogliare. Per quanto riguarda la tecnica di applicazione, è importante garantire la bagnatura delle foglie il più a lungo possibile poiché ciò consente una maggiore penetrazione dei soluti. Nonostante la concimazione fogliare sia caratterizzata da una maggiore efficienza nell’assorbimento degli elementi della nutrizione, è necessario ricordare che le concentrazioni delle soluzioni da distribuire alla chioma non possono essere molto elevate per evitare problemi di fitotossicità.
A titolo puramente indicativo, per quanto riguarda l’azoto, la concimazione fogliare potrebbe essere realizzata con una soluzione al 2% di urea (2L/albero) ripetuta durante quattro fasi fenologiche differenti: prima della fioritura, dopo l’allegagione, all’indurimento del nocciolo ed alla fine dell’estate prima dell’invaiatura.
Per gli altri macroelementi, le dosi dipendono dai formulati utilizzati, mentre le epoche di distribuzione seguono lo stesso criterio.