L'arca olearia
POTATURA DELL’OLIVO, INFLUENZA SULLA PRODUTTIVITA’ DEGLI ALBERI E SUI METODI DI RACCOLTA. TUTTO E’ STRETTAMENTE CONNESSO NELL’OLIVETO. L’OBIETTIVO E’ RIDURRE I COSTI E AUMENTARE L’EFFICIENZA
La potatura meccanica non è più un tabù ma deve essere applicata razionalmente, “Credo che l’approccio di potatura meccanica – ci ha detto Enrico Maria Lodolini - permetta di ottenere un risultato economicamente significativo in un contesto di completa meccanizzazione delle operazioni colturali.”
04 novembre 2006 | Alberto Grimelli
La propensione al risparmio, in olivicoltura, spesso supera persino la ricerca della massima efficienza, intesa come la ricerca dellâottimale espressione produttiva quali-quantitativa della pianta.
Eâ un errore comune che può pregiudicare il bilancio aziendale complessivo.
Per comprendere in quali contesti può risultare utile e vantaggioso adottare metodi di elevata meccanizzazione occorre un approccio scientifico che tenga conto di tutti gli elementi agronomici e anche di quelli economici.
Una ricerca di questo tipo è stata condotta nelle Marche, presso lâazienda agraria Pieralisi, su un impianto a monocono (6x3 m) messo a dimora nel 1991.
Tre i sistemi di potatura adottati: manuale, agevolata, meccanizzato leggero (profondità di taglio sulla chioma circa 10-15 cm) e potatura pesante (profondità di taglio sulla chioma circa 35-40 cm).
I tagli effettuati nella potatura meccanica pesante sono risultati molto imprecisi, soprattutto su brachette del diametro superiore a 1,5-2 cm, rendendo di fatto necessario un ripasso manuale per eliminare porzioni di rami danneggiate o lacerate.
Esaminando i risultati ottenuti risulta che, considerando la sola produttività degli alberi in un triennio, la potatura meccanica leggera sia quella che consenta allâolivo di esprimere la massima produttività (media annua 11,7 Kg/pianta) contro gli 8,6 Kg/pianta di quella meccanica pesante e dei 6,6 di quelle manuali e agevolate.
A fronte di questi risultati produttivi lâintervento di potatura meccanica leggera ha consentito un risparmio di tempo del 98% rispetto alla potatura manuale (stima 2 ore/ha) contro un risparmio del 60% della potatura meccanica pesante con rifinitura manuale. Anche la potatura agevolata ha consentito un certo risparmio di tempo, stimato in circa il 20% rispetto alla potatura completamente manuale.
La raccolta delle olive è stata effettuata mediante scuotitura al tronco.
Per approfondire lâargomento e comprendere meglio le implicazioni agronomico gestionali relative a tali sistemi di potatura, in particolare in rapporto a raccolta delle olive, concimazioni e difesa fitosanitaria abbiamo interpellato il responsabile e coordinatore della ricerca, il Dott. Agr. Enrico Maria Lodolini, oggi responsabile agronomico e di produzione presso lâAz. Agricola Zaccagnini di C.L. & C. Staffolo (AN) ma per alcuni anni ricercatore presso lâUniversità Politecnica delle Marche â Dipartimento di scienze ambientali e delle produzioni vegetali.
- Nella ricerca la potatura manuale, o anche quella agevolata da attrezzature pneumatiche e svettatoi, risulta meno produttiva ed efficiente rispetto a quella meccanica. Come spiega, agronomicamente tale dato?
Il dato può essere spiegato prendendo in considerazione diversi aspetti. La potatura manuale e quella agevolata da attrezzature pneumatiche hanno richiesto tempi di esecuzione maggiori rispetto allâapproccio meccanico, rispettivamente di 9,8 e 7,9 minuti a pianta e con un quantitativo di materiale vegetale asportato dalla chioma piuttosto elevato (rispettivamente 12,5 e 12,1 kg a pianta), statisticamente uguale a quello della potatura meccanizzata pesante con rifinitura manuale (16,5 kg a pianta). La spiegazione dei dati ottenuti risiede nella tendenza eccessiva alla ricerca di forme geometricamente regolari della chioma quando la potatura sia effettuata manualmente o mediante agevolatori. Per essere più chiari, quando il potatore opera sulla pianta è psicologicamente proiettato ad ottenere una âbella chioma regolare ed ordinataâ eliminando grandi porzioni vegetali che ritiene poco efficienti e che spesso invece rappresentano una parte cospicua della produzione di olive. Si può dire che potando a mano si tende ad eliminare molto più del necessario per ricercare una regolarità geometrica della chioma che non paga sia dal punto di vista produttivo che di tempo speso per lâesecuzione di tale operazione. Inoltre, lâeccessiva asportazione di materiale per ottenere una forma di allevamento âordinataâ oltre a richiedere tempi di esecuzione elevati e a ridurre la produzione complessiva tende a sbilanciare la pianta verso lâattività vegetativa (emissione di polloni e succhioni) mantenendo nel tempo lâintera chioma a potenziali produttivi sub-ottimali.
Nel caso specifico della ricerca condotta, la potatura manuale e quella agevolata con attrezzature pneumatiche hanno eliminato una consistete porzione di chioma, quella della cima, per mantenere lâaltezza della pianta al di sotto dei 3,5 metri (tralasciando il fatto che la raccolta era effettuata mediante scuotitori al tronco e non manualmente) e operando una eccessiva selezione delle branche primarie (asportando purtroppo anche quelle con elevato potenziale produttivo) lungo lâasse centrale.
- Nella vostra ricerca avete testato la potatura meccanica abbinata ad una raccolta meccanizzata in continuo. Secondo la sua opinione la potatura meccanica ben si addice anche ad altri sistemi di raccolta? Quanto la conformazione della chioma, la sua densità potrebbero influire sullâefficienza di raccolta nel caso si utilizzi uno scuotitore o degli agevolatori?
Credo che lâapproccio di potatura meccanica permetta di ottenere un risultato economicamente significativo in un contesto di completa meccanizzazione delle operazioni colturali (raccolta con scuotitori al tronco). I risultati ottenuti nella ricerca in questione potrebbero essere interpretati negativamente se le piante potate meccanicamente fossero raccolte a mano o mediante agevolatori: in particolare, i tempi di raccolta aumenterebbero molto a causa delle cime alte (anche più di 4 m) e della densità molto elevata della chioma.
La conformazione della chioma (soprattutto lâaltezza) e la sua densità influiscono fortemente sul sistema di raccolta: in particolare, la potatura meccanica leggera senza rifinitura manuale ha mantenuto le cime intatte e molto produttive senza impedire un buon rinnovo nella porzione bassa della chioma e nelle zone in cui è stato effettuato il taglio. Questo approccio ha consentito di ottenere chiome visivamente meno regolari ma molto efficienti e con un addensamento della vegetazione crescente tra le piante della stessa fila favorendo la perdita di singolarità della pianta con successivo effetto siepone del filare. La chioma appare quindi molto disordinata pur mantenendo una elevata efficienza produttiva e una struttura scheletrica che ben risponde alle sollecitazioni meccaniche impresse dallo scuotitore al tronco.
Rimane scontato che nel tempo la cima eserciterà un ombreggiamento eccessivo sulla parte bassa della chioma e che la vegetazione di piante contigue tenderà ad addensarsi sempre più. Lâeccessiva perdita di efficienza della chioma richiederà in questo caso un intervento manuale di rifinitura per recuperare la regolarità della vegetazione della pianta.
I risultati ottenuti rafforzano lâindicazione che tutte le operazioni tecniche da applicare allâoliveto, in particolare la potatura, sono legate alla scelta iniziale del sistema di raccolta che deve essere effettuata sulla base delle peculiari condizioni aziendali (superficie investita dalla coltura, pendenza degli appezzamenti, disponibilità di manodopera aziendale, ecc).
- Quanto una potatura meccanica può influire sulla gestione agronomica complessiva dellâoliveto?
Quali attenzioni bisognerà quindi prestare alla concimazione e alla difesa fitosanitaria?
I maggiori vantaggi nel gestire la potatura dellâoliveto in base a cicli poliennali e alternando interventi meccanizzati a rifiniture manuali sono legati alla riduzione dei costi della gestione agronomica complessiva. Nel caso specifico della nostra sperimentazione, la potatura meccanica eseguita mediante un taglio non selettivo con barra falciante su piante di olivo allevate ad asse unico e chioma libera è riuscita a ridurre notevolmente il tempo di questa costosa operazione colturale. Infatti, lâintervento meccanico leggero senza alcuna rifinitura è stato eseguito in tempi molto ridotti, circa 0,2 minuti a pianta (circa 2 h/ha) con un risparmio di tempo del 98% rispetto alla potatura manuale (circa 40 h/ha) e garantendo elevate produzioni fin dal primo anno. Lâintervento meccanico pesante con rifinitura manuale, invece, ha permesso un risparmio di tempo del 60% rispetto alla potatura manuale senza però far registrare incrementi significativi di produzione alla fine del triennio di sperimentazione.
I risultati ottenuti indicano chiaramente che lâintensità dellâintervento di potatura meccanica e il ciclo poliennale di abbinamento con interventi di rifinitura manuali devono essere calibrati in base alle specifiche caratteristiche dellâoliveto e alle condizioni di gestione agronomica complessiva.
Particolare attenzione dovrà essere prestata alla concimazione e alla difesa fitosanitaria. La prima dovrà essere dosata in base alle diverse operazioni di potatura effettuate su ciclo poliennale, evitando eccessi azotati che favoriscano uno squilibrio del rapporto vegeto-riproduttivo della pianta a seguito di interventi di potatura meccanica leggeri e stimolando lo sviluppo vegetativo al momento dellâintervento di rifinitura manuale. La seconda garantendo sempre una corretta disinfezione delle superfici di taglio e prevenendo attacchi di fumaggine, occhio di pavone o cocciniglie allâaumentare della densità della vegetazione della chioma.
- La potatura meccanica necessita, a turni decennali o forse anche più ravvicinati, di interventi manuali per la ricostituzione dello scheletro e della forma di allevamento. Secondo la sua opinione quale potrebbe essere la spesa per tale potatura di riforma e per quanti anni lâoliveto risulterebbe improduttivo o poco produttivo?
La potatura meccanica pesante ha richiesto una rifinitura manuale per eliminare i rami danneggiati dal taglio indiscriminato, causando una drastica riduzione di vegetazione presente e influendo negativamente sul potenziale riproduttivo della pianta intera. Si è così innescato un ciclo di alternanza che sembra permettere il raggiungimento di produzioni soddisfacenti solo dopo tre anni. In queste condizioni si può ipotizzare che questo tipo di intervento non possa essere effettuato più di una volta ogni 3-4 anni.
La potatura meccanica leggera ha dimostrato che lâasportazione di un numero limitato di rami esterni può consentire di ottenere produzioni costanti ed elevate in tre anni consecutivi (e a partire già dal primo anno), garantendo un ottimo risultato economico Come detto in precedenza, lâeccessivo addensamento della chioma e la perdita della forma di allevamento a favore di un filare continuo (effetto siepone) renderà , però, indispensabile nel tempo un intervento di sfoltimento. Probabilmente si dovrà alternare un ciclo di potatura meccanica leggera bi-triennale a interventi manuali più pesanti per ricostituire lo scheletro della pianta e la regolarità della chioma.
La spesa per la potatura di riforma deve essere contenuta il più possibile: lâutilizzo di motoseghe e attrezzature pneumatiche deve consentire di effettuare pochi tagli per pianta in modo da minimizzare i tempi di esecuzione di tale operazione (va sempre preferita lâeliminazione di poche branche di dimensioni maggiori anziché lâesecuzione di molti tagli su branche di piccolo calibro).
Credo che su base poliennale lâapplicazione di cicli in cui si alternano interventi meccanici di diversa intensità e rifiniture manuali di ricostituzione della chioma consenta di ridurre notevolmente i costi di gestione della potatura rispetto ad interventi manuali (o agevolati da attrezzature pneumatiche) con turno annuale.
Naturalmente il punto critico del sistema è rappresentato dal tempo impiegato dalIe piante a rientrare in piena produzione in seguito alla potatura di ricostituzione. Tale periodo improduttivo (o di ridotta produttività ) deve essere ridotto al minimo stimolando la pianta a riequilibrare il rapporto aereo-radicale il più velocemente possibile (gestione appropriata di concimazione ed irrigazione).
I risultati di questa prima prova sperimentale di potatura meccanica nelle Marche confermano che la potatura meccanica dellâolivo in sistemi intensivi garantisce una riduzione notevole dei costi assicurando in cicli pluriennali produzioni uguali, o superiori, alla potatura manuale o agevolata.