L'arca olearia

MAN MANO CHE CI AVVICINIAMO ALLA RACCOLTA SI RIDUCONO LE STIME PRODUTTIVE

In netto calo il nord della Puglia, la Calabria e, in misura minore la Sicilia. Sorridono invece i produttori umbri, sardi e liguri. Lo stato fitosanitario degli oliveti si presenta buono quasi ovunque

21 ottobre 2006 | Graziano Alderighi

Quasi 6 mila frantoi, tra aziendali, cooperativi e industriali in questi giorni stanno avviando gli impianti e le prime bottiglie di olio nuovo inizieranno ad essere disponibili per i consumatori alla fine di ottobre, mentre le olive da tavola verdi sono già in buona misura nei magazzini e man mano saranno lavorate quelle nere.

Tra olio d’oliva e olive da tavola saranno prodotti quasi 7 milioni di quintali, poco meno dello scorso anno e pari a quasi i due terzi del fabbisogno nazionale di consumo ed esportazione, che genereranno comunque più di 3 miliardi di euro di produzione lorda vendibile.

Il livello quantitativo sarà condizionato sia dalla bizzarra estate 2006, sia da un fattore fisiologico degli olivi, legato alla normale alternanza tra carica e scarica.
Si attende una buona qualità generale che dipenderà comunque in maniera sostanziale dall’andamento climatico di questo scorcio di ottobre.
Lo stato fitosanitario degli oliveti si presenta buono quasi ovunque, ma si stanno verificando alcuni attacchi di mosca. Proprio per scongiurare danni, in alcune zone si inizierà la raccolta delle olive con circa una settimana di anticipo.

La Puglia, principale regione produttrice appare spaccata a metà. La situazione più rosea è nel Salento che però, in alcune aree, ha subito forti grandinate che hnno compromesso la produzione. Nella altre zone oliandole pugliesi è stata la fase di allegazione quella maggiormente critica, unitamente a qualche grandinata e a forti sbalzi di temperatura che hanno contrassegnato tutta l’estate 2006. Segno meno, quindi, che non si deve agli attacchi di mosca verificatosi più intensi nel nord del barese soltanto alla fine di settembre.

In Calabria le calde temperature e la siccità, ma soprattutto la naturale alternanza di produzione, faranno segnare un calo produttivo più significativo in provincia di Catanzaro.
Le produzioni potrebbero, invece, oscillare sui livelli dello scorso anno nella provincia di Reggio Calabria.

Produzione stimata in lieve ribasso anche in Sicilia. Si evidenzia, però, una differenza sostanziale tra la parte occidentale e quella orientale dell’isola, dovuta a differenti condizioni pedoclimatiche. Nella zona occidentale dell’isola la produzione potrebbe non discostarsi molto da quello dello scorso anno. In particolare c’è ottoimismo nel Trapanese, a Agrigento e Palermo. Annata di scarica invece nella zona Etnea, ove si salvano solo gli oliveti della piana irrigua di Catania.

Significativi incrementi produttivi si rilevano in Sardegna, Umbria, Liguria e nelle Marche.

Si stimano ribassi produttivi anche per la Campania, determinati soprattutto dalle avverse condizioni meteorologiche verificatesi nella provincia di Salerno.

In Abruzzo sono state le abbondanti piogge, seguite a grandinate agostane, a ridurre le stime sulla produzione.

In Toscana la situazione è estremamente variegata, condizionata dal caldo estivo, soprattutto per gli oliveti in asciutto. In generale si stima una diminuzione della produzione, anche a causa di importanti attacchi di mosca nelle province settentrionali, tenuti solo parzialmente sotto controllo.

Nel Lazio complessivamente la produzione non dovrebbe discostarsi da quella dello scorso anno.