L'arca olearia

UN NUOVO MERCATO A EST. IL CONSUMO D’OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA IN CINA CONTINUA A CRESCERE

Il bacino di clientela è enorme, un miliardo e trecento milioni di individui. Aumenta inoltre il benessere di alcune fasce della popolazione. I cittadini cinesi che cominciano a dare sempre più importanza alla qualità della vita e della salute sono il 22% del totale

08 luglio 2006 | Graziano Alderighi

Con la crescita annuale del Pil alla velocità del 7%-10% ed il crescente benessere, i cittadini cinesi cominciano a dare importanza alla qualità della vita e della salute, specialmente agli oli commestibili indispensabili per il nostro organismo.
Il concetto del consumo degli oli commestibili ha vissuto una grande trasformazione. Si presta attenzione non solo agli aspetti della salute e della nutrizione ma anche a igiene e sicurezza del prodotto.
Con lo sviluppo stabile dell’economia nazionale, si sta sviluppando una classe media (22% della popolazione nazionale) in possesso di grande capacità di consumo.
 
Negli ultimi anni, l’esportazione dell’olio d’oliva verso la Cina sta crescendo al ritmo del 50% l’anno, con questa velocità, nell’anno 2008 saranno più di 6000 le tonnellate dell’olio d’oliva esportate verso questo Paese. L’Olimpiade di Pechino 2008 e lo Shanghai World's Fair 2010 attireranno inoltre milioni di turisti in Cina e la richiesta d’olio d’oliva aumenterà rapidamente.
Ipotizzando infine, negli anni a venire, un consumo pro capite di 0.5 kg dell’olio d’oliva all’anno, 1.3 miliardo di cinesi consumerebbero 650 mila tonnellate di olio d’oliva.

In Cina, si coltiva l’olivo, ma in zone marginali e non certo su larga scala per vari problemi di natura tecnico-agronomica. Tali difficoltà, allo stato attuale difficilmente superabili, rendono la Cina un importatore netto di oli di oliva. Attualmente sono infatti a dimora poco più di ventimila ettari di oliveti e si tratta per lo più di impianti non ancora produttivi.

La Cina si presenta quindi come un mercato particolarmente aperto e recettivo, in cui la penetrazione commerciale può risultare ostica unicamente a causa delle notevoli differenze culturali esistenti, che potrebbero generare qualche problema nell’applicazione delle tecniche di marketing, di pubblicità e promozione usualmente adottate in Europa o nel bacino del mediterraneo.
Sono divenute invece meno complicate le procedure burocratiche e meno onerosi i dazi doganali da quando è entrata a far parte del Wto. Dal 2006 si applica infatti la tariffa unitaria doganale del 9%.