L'arca olearia
La qualità degli oli extra vergini di oliva fotografati da Aristoil
Territorialità, varietà e qualità salutistica sono un trittico per l'olio extra vergine di oliva di eccellenza. Così si spiegano alcuni interessanti dati, provvisori e preliminari, di un progetto di ricerca, formazione e informazione che vuole migliorare la produzione olearia del Mediterraneo
25 maggio 2018 | T N
E' impossibile produrre oli salutistici in certi territori? Assolutamente no.
E' questo uno dei risultati più evidenti dei dati preliminari dei campionamenti per Puglia e Sicilia, nella campagna olearia 2017/18, del progetto Aristoil.
E' significativo evidenziare come in tutte le province siciliane e nelle province di Foggia, Bari e Barletta-Andria-Trani, si siano prodotti oli con contenuti di polifenoli tra 500 e 1000 mg/kg, ovvero oli chiaramente salutistici che potrebbero fregiarsi, con assoluta certezza del claim “i polifenoli dell'olio d'oliva proteggono i lipidi ematici dallo stress ossidativo”. Detto in maniera più accessibile: i polifenoli dell'extra vergine proteggono il cuore e l'apparato cardiocircolatorio.
Ricordiamo che il contenuto di idrossitirosolo e derivati (min 250 mg/kg) deve essere garantito, ragionevolmente, fino a scadenza, quindi è consigliabile avere un tenore iniziale fenolico tra 400 e 500 mg/kg per non rischiare di incorrere in sanzioni.
Considerando i dati aggregati, il 70% degli oli pugliesi (64 campioni totali) e il 52% degli oli siciliani (438 campioni totali) quelli poteva utilizzare il claim salutistico.
Un dato molto rilevante, anche considerando che la proporzione varia in maniera sensibile da provincia a provincia, evidenziando come la territorialità, la varietà giocano un ruolo fondamentale sulla qualità salutistica.
La provincia che, in Sicilia, ha evidenziato le maggiori difficoltà nel mantenere alti i livelli di fenoli è Ragusa, dove domina la Tonda Iblea, cultivar che evidenzia limiti nel proporre alte concentrazioni fenoliche, comunque possibili, visto che sono stati campionati tre oli con valori superiori a 1000 mg/kg di fenoli, un dato pari a quello di Bari e di Barletta-Andira-Bitonto, dove viceversa domina la Coratina, nota per le sue alte concentrazioni fenoliche.
Insomma ha un senso andare anche oltre la tradizione, cercando, come si propone Aristoil, di creare sistemi e metodi che consentano, anche attraverso la formazione di olivicoltori e frantoiani, di promuovere un olio di alta qualità, dall'alto valore salutistico. Un olio che può essere prodotto in qualsiasi parte del Mediterraneo e sicuramente d'Italia.
La strategia vincente del progetto è articolata attraverso l’attuazione di numerose azioni quali lo sviluppo di un cluster mediterraneo di produttori di olio di oliva e delle attività connesse, corsi di formazione specializzata, sviluppo di metodi innovativi per l’identificazione degli ingredienti fenolici dell’olio, nonché il supporto dei produttori di olio attraverso specifiche certificazioni del prodotto.