L'arca olearia
Friggere le patate, meglio l'olio di arachide, l'olio di canola o l'olio extra vergine d'oliva?
L' impatto nutrizionale di oli ad alto contenuto di grassi monoinsaturi è ridotto, ad eccezione dell'extra vergine. Prolungare il tempo di frittura aumenta gli indicatori di ossidazione, ma non l'acrilammide
07 novembre 2017 | T N
La frittura è uno dei modi più conosciuti per cucinare i cibi ed è molto utilizzato in tante culture e a moltissime latitudini.
Per friggere tradizionalmente si utilizzano tanti tipi di grassi diversi, da quelli animali agli oli vegetali.
L'interesse sempre più acceso per la salute ha posto nuovi interrogativi sulla salubrità dei grassi utilizzati in frittura, spostando dapprima l'attenzione dai grassi animali agli oli vegetali, poi all'interno degli oli vegetali da quelli ricchi di grassi saluti (es. olio di palma) a quelli ricchi di grassi monoinsaturi (es. olio d'oliva).
Una ricerca portoghese, dell'Università di Porto, ha indagato sulle proprietà di tre oli: olio di canola, di arachidi e extra vergine d'oliva nella frittura dell'alimento più semplice: le patate.
In particolare le condizioni di frittura sono state standardizzate per tutti gli oli. La temperatura di frittura è stata fissata in 175 gradi. Gli oli sono stati utilizzati per friggere otto ore al giorno, fino a 28 ore di frittura totale (3 giorni e mezzo).
Si è trattato di un vero e proprio stress test per i differenti oli che ha permesso di capirne le caratteristiche le peculiarità.
Ovviamente la frittura, indipendentemente dal tipo di olio utilizzato, fa diminuire la presenza di nutrienti della patata, come la vitamina C.
Andando ad analizzare il comportamento dei singoli oli si riscontra, prima di tutto, che friggendo con oli monoinsaturi si ha una bassa produzione di acrilammide, composto tossico e cancerogeno, ma la sua presenza non è influenzata dal tipo di olio o dalla durata della frittura.
Andando a scoprire le differenze tra le diverse tipologie di olio scopriamo che con l'olio di canola si otteneva un cibo con un profilo di acidi grassi molto equilibrato ma al contempo la presenza di alte quantità di aldeidi derivate dall'ossidazione degli acidi grassi polinsaturi.
Per quanto riguarda l'extra vergine i ricercatori hanno soprattutto notato che le patate venivano arricchite dei composti fenolici dell'olio, controbilanciando così la perdita di nutrienti dovuta alla frittura.
Per quanto riguarda l'olio di arachide è stato preferito dal panel di assaggiatori soprattutto perchè non si è notato il degrado sensoriale tra la frittura con olio fresco e quella con olio ormai esausto. Questa è una delle caratteristiche ben note alla ristorazione che fa preferire proprio quest'olio per la frittura negli esercizi pubblici.
Ovviamente è emerso che è bene evitare fritture prolungate per preservare le caratteristiche nutrizionali del cibo e la salute dei consumatori.
Bibliografia
Carla S.P. Santos, Lucía Molina-Garcia, Sara C. Cunha, Susana Casal, Fried potatoes: Impact of prolonged frying in monounsaturated oils, In Food Chemistry, Volume 243, 2018, Pages 192-201
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Autovia del Olivar: olivo e olio di oliva visti dalla Spagna

Buone le premesse produttive, anche se la fioritura a Jaen è ancora molto indietro. Tutta l’attenzione a Expoliva si è concentrata sui prezzi, vero tema forte dell’annata. La spagna dell’olivo e dell’olio di oliva non è il monolita che si può immaginare
16 maggio 2025 | 18:30 | Carlotta Pasetto
L'arca olearia
Ecco quanto fertilizzazione e irrigazione possono davvero ridurre la cascola di olive dopo la fioritura

Un olivo può produrre 500 mila fiori ma solo l’1-2% diventa un frutto che porteremo a raccolta. La verità sull’influenza di concimazione e irrigazione sul successo dell’allegagione dell'olivo. Che percentuale dobbiamo aspettarci in un'annata di carica?
16 maggio 2025 | 17:45
L'arca olearia
Quando un olio extravergine di oliva può essere definito ad alto contenuto di fenoli?

La definizione di olio extravergine di oliva ad alto contenuto fenolico è apparsa anche nella letteratura scientifica, come sul mercato. Ma cosa si intende con questa dizione?
16 maggio 2025 | 17:00
L'arca olearia
Le differenze tra oli monovarietali di Coratina, Frantoio e Bosana sulla base del profilo fenolico

I composti fenolici, pur contribuendo a attributi sensoriali come amarezza e pungenza dell’olio extravergine di oliva, sono influenzati da numerosi fattori a parità di varietà. Ecco gli elementi della composizione fenolica che rimangono inalterati in base alla cultivar
16 maggio 2025 | 15:00
L'arca olearia
Il calo di produttività degli oliveti superintensivi di Arbequina: lo scenario dopo 16 anni

Ora in Spagna si comincia a ragionare sull’ipotesi di riconversione del superintensivo di Arbequina dopo il decimo anno, quando la produzione tende a calare. Il tema della competizione radicale
16 maggio 2025 | 12:00
L'arca olearia
Impollinazione incrociata dell’olivo: la massima distanze tra piante di diverse varietà perché funzioni

L’olivo si avvantaggia dell’impollinazione incrociata per avere una buona percentuale di allegagione ma la diffusione di oliveti monovarietali mette a rischio la produttività. Ecco la distanza massima tra diverse cultivar di olivo perché si abbia l‘impollinazione
15 maggio 2025 | 16:00