L'arca olearia
L'olivicoltura in Cina, una scommessa o una promessa?
L'olio extra vergine di oliva Made in Cina è una realtà già da qualche anno. La scorsa campagna olearia sono state prodotte 5000 tonnellate, dando così lavoro a circa 15 mila persone. Le importazioni, dopo il boom del 2011, segnano il passo
08 settembre 2016 | T N
Pochi sanno che esistono olivi anche in Cina, non per fini decoirativi, ma una vera e propria olivicoltura che oggi conta su un potenziale produttivo di 86 mila ettari, di cui il 43% è irriguo.
Solo il 27% della superficie, secondo i dati Coi, è in produzione.
Ogni anno in Cina vengono impiantati circa 14 mila ettari di nuovi oliveti.
L'olivo viene coltivato prevalentemente nelle regioni di Gansu, Shaanxi e Sichuan. Qui spesso occupa le rive dei fiumi, svolgendo un importante ruolo ambientale ma dando un reddito a 3200 famiglie e circa 15 mila persone.
Attualmente sono attivi 25 frantoi, con una produzione che nella campagna olearia 201\5/16 si è attestata sulle 5000 tonnellate, in crescita del 75% rispetto all'anno precedente.
La Cina produce l'85% di extra vergine, secondo gli standard Coi, e il 15% di olio vergine di oliva.
L'importazione di oli di oliva, attualmente, ammontano a poco più di 35 mila tonnellate, dopo il boom del 2011 quando superarono le 45 mila tonnellate.
Chi domina il mercato degli oli di oliva in Cina è la Spagna, con l'81% del mercato, seguita dall'Italia col 13% e dalla Grecia col 2%. La restante quota viene importata da Australia, Marocco, Tunisia e Turchia.
Da notare che i consumi di oli di oliva in Cina sono fortemente orientati alla categoria vergine (extra vergine e vergine) col 78%, a seguire l'olio di oliva all'8% e l'olio di sansa di oliva al 14%.