L'arca olearia
Il mondo biologico nel Borsino dell'Olio di Teatro Naturale
Questo settembre riprendiamo con una novità, volta a soddisfare la curiosità e le esigenze di appassionati e operatori. Inseriamo nel Borsino dell'Olio due nuove voci, per guardare sempre di più ai mercati che premiano la qualità e le specialità. “E' un segmento che cresce e a cui bisogna dare attenzione” spiega Marcello Scoccia
02 settembre 2016 | T N
Il mondo del biologico cresce, trainato soprattutto dalle vendite all'estero.
Ottime performance di crescita soprattutto in Francia, Germania e Stati Uniti.
L'olio extra vergine biologico, nella Grande Distribuzione, cresce significativamente anche in Italia. Secondo dati Assobio, nel 2015, le vendite di olio extra vergine biologico nella Grande Distribuzione italiana sono cresciute del 47,7%, contro una media di crescita, per le quindici principali categorie merceologiche alimentari, del 18,6%. Una crescita significativa, dunque, anche se l'olio bio non è nella top ten dei prodotti organici più venduti, sviluppando un fatturato ben inferiore ai 30 milioni di euro nella GDO.
Come hanno dimostrato varie ricerche, dal Premio Biol a quelle dell'Università di Perugia, il canale di commercializzazione più utilizzato per la vendita di olio biologico in Italia è rappresentato dalla vendita diretta, quindi da un rapporto diretto col consumatore.
Secondo l'Università di Perugia, in una sua ricerca del 2007, se la vendita diretta in azienda è la preferita dal 75% delle aziende olivicole biologiche, vendendo il 44% del prodotto complessivo aziendale, i grossisti sono il secondo canale commerciale, col 41% delle preferenze. Soprattutto il 54% dell'olio bio delle aziende intervistate è venduto attraverso l'intermediazione di un commerciante.
“E' un segmento, quello dell'olio extra vergine biologico, che sta crescendo anche in volumi, trainato soprattutto dall'interesse dei mercati esteri. All'interesse dei consumatori corrisponde un innalzamento delle richieste da parte di grossisti e commercianti. Pur rappresentando ancora una nicchia, vi sono ormai scambi sufficientemente apprezzabili da determinare un trend di quotazioni valide durante tutto l'anno” afferma Marcello Scoccia.
L'olio extra vergine biologico, al contrario talvolta di alcune Dop/Igp, è possibile reperirlo in via continuativa, così potendo seguire le dinamiche dei prezzi.
“Essendo un prodotto di nicchia è possibile che vi siano maggiori oscillazioni delle quotazioni, dovuti a fattori contingenti ed eccezionali – spiega Scoccia – Secondo la mia esperienza generalmente le quotazioni sono più elevate a inizio campagna, con poca disponibilità di olio certificato nuovo. Naturalmente, condizioni sfavorevoli possono ridurre significativamente la produzione, facendo aumentare i prezzi.”
Un prodotto dai prezzi più volatili, dunque, ma capace di spuntare premi di prezzo interessanti sui mercati all'ingrosso, oscillanti tra gli 80 centesimi e gli 1,2 euro al chilo.
“Come per l'extra vergine convenzionale, anche per il bio le quotazioni risentono dell'origine del prodotto – conclude Marcello Scoccia – il maggior produttore di olio biologico è la Spagna. Solo modeste quantità di olio certificato, per ora, vengono vendute da Grecia e Portogallo. L'Italia è un buon produttore di olio biologico. Da qui la volontà di distinguere tra biologico comunitario e biologico italiano.”