L'arca olearia
L'affaire Xylella a Bruxelles, presto via libera agli abbattimenti dalla Corte europea
L'Avvocato generale della Corte di Giustizia europea, Yves Bot, ha promosso le misure per contrastare il diffondersi del contagio di Xylella fastidiosa. Via libera anche agli abbattimenti: nessuna violazione "dei principi di precauzione, adeguatezza e proporzionalità"
12 maggio 2016 | T N
Gli olivi affetti da Xylella fastidiosa si possono abbattere secondo il piano varato, ovvero eliminando tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri da un albero infetto.
E' l'opinione, espressa nella sua requisitoria, da parte dell'Avvocato generale della Corte di Giustizia europea, Yves Bot, che giudica quindi positivamente le misure adottare da Bruxelles e dall'Italia per evitare il diffondersi del contagio.
Le conclusioni dell'avvocato generale non costituiscono una sentenza, che sarà emessa dalla Corte nei prossimi giorni. E' pur vero che, storicamente, la Corte spesso si uniforma alle conclusioni dell'Avvocatura generale. Al momento la Commissione europea non ha voluto commentare il parere dell'avvocato generale.
Ricordiamo che a interessare la Corte di Giustizia europea è stato il Tar Lazio che aveva deciso di rivolgersi a Bruxelles per stabilire se le misure varate dall'Italia, a seguito di una direttiva comunitaria, rispettassero i principi di precauzione, adeguatezza e proporzionalità.
L'avvocato generale ha spiegato, nelle sue conclusioni, di "non ravvisare l'esistenza di una contraddizione tra le misure che impongono l'abbattimento e ulteriori ricerche scientifiche e trattamenti fitosanitari preventivi".
Inoltre "non è stata rilevata", per l'avvocato, "una violazione dei principi di precauzione, adeguatezza e proporzionalità", anche perché la Commissione si è rifatta a un parere dell'Efsa sulla Xylella del 6 gennaio 2015 che ha "messo in evidenza l'esistenza di un rischio almeno potenziale" e "pertanto sufficiente a giustificare l'adozione di tali misure". Di conseguenza, sottolinea Yves Bot nelle sue conclusioni, "nonostante non sia certo che le misure in questione possano arrestare definitivamente e completamente la dispersione del batterio, le stesse appaiono comunque idonee a limitare questo rischio". Di conseguenza "l'esame delle questioni sollevate non ha rivelato alcun elemento idoneo ad inficiare la validità" delle misure Ue.
Infine, l'avvocato generale ha affermato che "è competenza degli Stati membri l'istituzione di un regime che conceda ai proprietari dei fondi interessati un indennizzo ragionevolmente commisurato al valore delle piante distrutte". Quindi "un diritto all'indennizzo sussiste", e questo "nonostante il silenzio sul punto della decisione della Commissione".
La Corte europea, probabilmente, giudicherà opportune le misure contro Xylella fastidiosa, lasciando l'attuazione nelle mani dell'Italia, ivi compresi gli oneri di indennizzo agli agricoltori colpiti.