L'arca olearia

Coop si affida al naso elettronico per smascherare le truffe sull'olio extra vergine d'oliva

Coop si affida al naso elettronico per smascherare le truffe sull'olio extra vergine d'oliva

Le tecniche analitiche ufficiali non sono sufficienti a smascherare i truffatori e anche la Grande Distribuzione corre ai ripari. Coop Italia usa il gascromatografo Heracles II per stabilire l’autenticità del suo olio extra vergine d'oliva 100% italiano

31 marzo 2016 | T N

Un gascromatrografo, Heracles II, per stabilire l'auteticità dell'olio extra vergine di oliva venduto come 100% italiano da Coop Italia. Un vero e proprio naso elettronico a tutela dei consumatori.

Il macchinario, comprato da Coop nel 2013, è stato testato per oltre un anno anche grazie alla collaborazione con le Università di Udine, Bologna e Barcellona. "Si è costruita così una banca dati, con validità scientifica - spiega Chiara Faenza, responsabile Sostenibilità e Innovazione valori Direzione Qualità-Coop Italia - Il "naso" lavora restituendo l'impronta aromatica di un determinato olio standard, che, insieme ad altri campioni con le stesse caratteristiche, va a costruire un modello di riferimento. I campioni reperibili sul mercato, di cui l'origine non è certa, possono essere messi a confronto con questo modello per vedere se ci sono corrispondenze o meno."

Nel 2015 circa il 4% dei 300 campioni di olio "100% italiano" analizzati non ha superato la prova e sono partiti gli approfondimenti. Sono stati avviati quindi ispezioni, tracciabilità, nuovi controlli, senza necessità di arrivare però al ritiro dagli scaffali.

Ora i controlli con Heracles II saranno estesi ai 5 oli regionali Dop e Igp a marchio Coop (Taggiasca, Toscano, Umbro dei colli Martani, Terre di Bari e Val di Mazara).

Coop Italia, quindi, non si fida più nè delle sole analisi ufficiali nè della sola tracciabilità cartacea e si è affidata al naso elettronico per scoprire eventuali truffe.

Ma è solo la prima fase, poichè i responsabili qualità Coop hanno affinato una tecnica che si basa sull'analisi del DNA che oggi viene utilizzata soprattutto per il riconoscimento di specie ittiche e che fu molto utile quando esplose lo scandalo delle lasagne con il ragù di carne equina, per rintracciare l'eventuale presenza di carne equina nei cibi. Una tecnica capace anche di individuare il latte vaccino nelle mozzarelle di bufala o nelle ricotte di pecora e capra.

La tecnica del DNA, come evidenziato anche dalle recenti indagini giudiziarie, può essere utile anche per smascherare eventuali contraffazioni sull'origine per l'olio extra vergine d'oliva.