L'arca olearia
Tutti contro l'ICQRF: no alla depenalizzazione per l'olio d'oliva
Il capo dipartimento della Repressione frodi, Stefano Vaccari, solo contro tutti nel difendere il provvedimento. Zittito anche dalla presidente della commissione giustizia della Camera, Donatella Ferranti. Spuntano nuovi dubbi di costituzionalità del decreto legislativo. Tutta la filiera contraria alla depenalizzazione
26 febbraio 2016 | T N
Un fuoco di fila senza precedenti contro l'ICQRF, ovvero la Repressione Frodi.
Nel corso delle audizioni informali delle Commissioni congiunte giustizia e agricoltura tutta la filiera si è scagliata contro il decreto legislativo sulle sanzioni per l'olio d'oliva, reo di depenalizzare e lasciare mano libera a truffatori e frodatori.
Il capo dipartimento dell'ICQRF, Stefano Vaccari, ha avuto il vantaggio di essere audito per primo dalle Commissioni. Un vantaggio strategico molto importante, almeno all'apparenza. Nella relazione, che è apparsa quasi un'arringa difensiva, sono stati elencati i motivi per cui la bozza di decreto legislativo non muta l'attuale quadro sanzionatorio e penale del settore. Un tentativo di convincere tutti gli intervenuti a non opporsi al progetto legislativo. Missione fallita.
Il quadro fornito da Stefano Vaccari è infatti apparso assai poco convincente, tanto che diverse domande dei deputati si sono concentrate proprio sulla possibile interferenza di questo decreto legislativo con i processi in corso e potenziali futuri. Il tono perentorio e ultimativo delle repliche del capo dipartimento dell'ICQRF non hanno convinto nessuno, a partire dalla Presidente della Commissione giustizia della Camera, Donatella Ferranti che ha dovuto richiamare Stefano Vaccari all'ordine: “questa è la sua opinione, poi spetterà alle Commissioni esprimersi nel merito...”
Poi è stato tutto un fuoco di fila contro il decreto legislativo. Nessuno, all'interno della filiera, ha fatto neanche un minimo accenno positivo. Sono fioccate critiche di tutti i tipi e per tutti i gusti.
Tutte le associazioni, nessuna esclusa, hanno paventato il rischio depenalizzazione che incombe sul comparto. Il sistema olivicolo-oleario italiano, proprio ora che è attenzionato dal mondo intero, non può permettersi passi falsi e di apparire debole e permissivo con i frodatori e truffatori. Le pene, anzi, vanno inasprite e va data più libertà d'azione e d'indagine alle forze di polizia. Questo il pensiero unanime della filiera.
A questo proposito Stefano Masini, Coldiretti, ha fatto presente che il decreto legislativo va contro una risoluzione del Parlamento europeo che elogia il lavoro svolto da Carabinieri e Guardia di Finanza italiane, additandole come esempio del futuro sistema di controllo europeo. Meno controlli amministrativi, insomma, e più polizia. No alla depenalizzazione sui reati relativi all'etichettatura anche da parte di Agrinsieme, che ha chiesto di inserire la locuzione “salvo il fatto costituisca reato” per tutti gli articoli della legge, così dando la possibilità alla magistratura di intervenire in gravi casi di frodi e contraffazioni. Particolarmente duro il giudizio del Cno che, con Pierpaolo Iannone, ha contestato la mancanza della prevalenza penale sull'amministrativo in molti articoli del provvedimento, a partire dalla mancata istituzione del registro Sian da parte di una impresa. Sulla stessa linea anche il presidente di Unasco, Luigi Canino. Colpo di teatro, invece, da parte dei frantoiani di Aifo che hanno presentato il testo dell'ufficio studi del Senato che evidenzia tutte le criticità normative del provvedimento, a partire da vizi di costituzionalità, gravi e fondati. Al contrario delle associazioni di settore e categoria, che difendono interessi particolari, l'ufficio studi del Senato è organo terzo e quindi il suo giudizio dovrà essere tenuto in alta considerazione. Anche gli industriali di Assitol sono stati particolarmente duri contro il decreto, in particolare nella parte che si riferisce all'evocazione dell'origine geografica, giudicandola eccessivamente discrezionale, rischiando così di intasare i tribunali di ricorsi su eventuali sanzioni.
Insomma, il testo del decreto legislativo, così com'è, è indifendibile. Le criticità che sono e verranno rilevate dagli attori della filiera tutti e dalle Commissioni giustizia e agricoltura serviranno al governo per porre in essere gli opportuni correttivi al provvedimento che, altrimenti, rischierebbe persino di non poter essere firmato dal Presidente della Repubblica per vizi di costituzionalità.
Che il settore olivicolo-oleario abbia necessità di attenzioni particolari da parte dei controllori lo ha sottolineato anche il Ministro Maurizio Martina, intervenuto alla presentazione del rapporto Ixè-Unaprol. Ringraziando l'operato di Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri dei Nas e Guardia di Finanza ha affermato infatti che la scoperta di frodi nel settore può provocare qualche grattacapo e problema commerciale ma è anche l'esempio di come i controlli effettivamente funzionano in Italia.
Più esplicito e diretto Roberto Moncalvo, Presidente di Coldiretti, che, rivolgendosi direttamente al Ministro ha detto chiaramente no alla depenalizzazione del settore perchè una sanzione da 9000 euro può essere molto per una piccola azienda ma è nulla per una grande impresa. L'opera di deterrenza da comportamenti scorretti, quindi, deve compiersi attraverso una piena applicazione della legge Salva Olio, anche conosciuta come legge Mongiello, e attraverso la pronta emanazione del disegno di legge sulle agromafie scaturito dal lavoro della Commissione Caselli.