L'arca olearia
Nuove linee guida antincendio per i frantoi entro l'estate
Aperto presso il Ministero dell'interno il tavolo tecnico, che vedrà la partecipazione di Aifo e Confartigianato, per la definizione di nuove linee guida antincendio per i frantoi. Le nuove regole varranno in tutta Italia e distingueranno il rischio sulla base della dimensione dell'impresa
29 gennaio 2016 | T N
Tutte le imprese sono soggette alla normativa antincendio ma le prescrizioni, gli investimenti e gli iter burocratici si distinguono sostanzialmente in ragione del rischio.
Nello specifico i Vigili del Fuoco consideravano che “il deposito di olio in un frantoio può essere ricompreso al punto 12 dell'allegato al d.P.R. 151/2011 in funzione della quantità depositata."
Questo avrebbe però significato, per i frantoi, dover essere equiparati, anche per rischio, ai depositi di combustibili, con tutti gli oneri, burocratici e di adeguamenti strutturali, relativi.
Un ordine del giorno, approvato dalla Camera dei deputati nell'agosto 2014, prevedeva l'istituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero dell'interno per prevedere “modalità di applicazione della disciplina... appositamente commisurate alle attività dei frantoiani oleari con specifiche semplificazioni e snellimenti, anche dal punto di vista degli oneri...”
Il tavolo tecnico si è riunito, per la prima volta informalmente, questa settimana alla presenza di Aifo e di Confartigianato che hanno siglato da poco un partnerariato.
L'approdo finale del tavolo tecnico sarà la definizione di linee guida uguali in tutta Italia.
“Ci auguriamo – spiega Federico Fresia, presidente Aifo Liguria e consigliere nazionale dell'Associazione frantoiani – che l'emanazione delle linee guida avvenga rapidamente. Ci auguriamo entro l'estate, così da dare certezza a tutti gli operatori prima della nuova campagna olearia. Il lavoro che Aifo svolgerà al tavolo tecnico, tengo a precisarlo, andrà comunque a beneficio di tutti i frantoiani italiani, non solo degli associati, poiché le nuove direttive varranno per tutti.”
Ma su cosa si lavorerà concretamente al tavolo tecnico? A spiegarlo ai lettori di Teatro Naturale è Giorgio Russomanno, responsabile ambiente e sicurezza di Confartigianato: “dovremo lavorare su casistiche, cercando di differenziare i frantoi su base dimensionale e di livello di rischio.”
Ovvero?
“I frantoi, anche quelli associati ad Aifo, non sono tutti uguali. Hanno dimensioni diverse e profili di rischio diversi. Occorre modulare adeguamenti strutturali, rispetto alle norme antincendio, e adempimenti burocratici in ragione delle specificità delle imprese. Una deregulation non è ammissibile né da parte della normativa né da parte dei Vigili del Fuoco ma non chiediamo questo, solo flessibilità e commisurazione al rischio.”
I Vigili del Fuoco accetteranno di tornare sui loro passi?
“Credo che al Ministero degli interni su questo tema vi sia stata una maturazione culturale. Vi è stato il passaggio da un modello esclusivamente prescrittivo a uno flessibile. Sono rimasti per esempio sorpresi quando abbiamo loro comunicato che nel corso del 2015 in nessuno dei frantoi associati Aifo è scoppiato un incendio.”
E' quindi ottimista?
“Credo sia possibile arrivare alla definizione di regole base sufficientemente chiare e facilmente comprensibili da parte degli operatori in breve tempo. Tutte le imprese frantoio sono contraddistinte da un minimo comun denominatore: non si può equipararle a depositi di combustibili o lubrificanti. Credo che i Vigili del Fuoco abbiano ormai accettato che i frantoi vadano collocati in una fascia intermedia di rischio incendio, con tutto quello che ne consegue, anche in termini di semplificazione degli iter amministrativi.”