L'arca olearia
Intervenire oggi per prevenire domani. E' una strategia possibile contro la mosca delle olive?
Non possiamo più guardare al passato, e affidarci agli andamenti storici, per monitorare Bactrocera oleae. Monitoraggi più attenti e costanti e, in olivicoltura biologica, è auspicabile iniziare già da metà giugno 2015
13 febbraio 2015 | Ruggero Petacchi
La campagna olivicola 2014 ha evidenziato, ancora una volta e in modo inequivocabile, che la produzione di olio extravergine di oliva non può prescindere dall’affrontare le problematiche legate all’infestazione della mosca delle olive (Bactrocera oleae (Rossi)). D’altra parte l’insetto fitofago, nel 2014, non ha modificato il suo ciclo, ma la coincidenze di alcuni elementi del clima ne hanno influenzato la velocità di sviluppo e la dimensione delle popolazioni. Vediamo come.
Noi oggi sappiamo che la mosca è presente nei nostri oliveti tutto l’anno (Fig.1) e, dopo la raccolta delle olive, passa la stagione invernale nel suolo, immobile, nello stadio di pupa. In questo periodo dell’anno, il clima mite, da una parte favorisce la velocità di sviluppo dell’insetto e al contempo la sua sopravvivenza. Questo fa si che da queste pupe nel suolo, in primavera, fuoriescano popolazioni di adulti di mosca (la prima generazione annuale) in quantità più o meno grande a seconda della loro mortalità invernale.
Fig.1: schema del ciclo biologico della mosca e della sua presenza nelle olive (in alto) nella
vegetazione (al centro) e al suolo (in basso)
Gli adulti di mosca delle olive che volano nei nostri oliveti in primavera (Fig.2), si accoppiano e si riproducono, come dimostrato dalle prove condotte in questi ultimi anni dalla Scuola S.Anna in Liguria e Toscana. Ed è questa prima generazione annuale primaverile che da origine alle mosche che in estate (da luglio in poi) iniziano ad infestare le olive.
Fig.2: alcuni dati sulla presenza di infestazione da mosca, in primavera, in olive residuali, rimaste sulle
piante dopo la raccolta. Come è evidente la mosca, al picco dei voli primaverili (linea rossa nel grafico),
se ha olive disponibili, da origine a nuova infestazione (uova, larve giovani etc.) in quanto si è accoppiata ed è fertile.
Tenuto conto di quanto detto sopra, possiamo ora dire che il 2014 è stato caratterizzato dalla coincidenza dei elementi del clima e produttivi che hanno fortemente favorito la mosca e aggravato il danno da essa provocato. In particolare abbiamo avuto:
- inverno 2013 - primavera 2014 particolarmente mite;
- presenza di olive sulle piante (sia negli oliveti raccolti come pure in quelli abbandonati) nella primavera 2014 che hanno agito da preda e substrato per la generazione primaverile della mosca;
- annata, il 2014, in generale di scarica produttiva e quindi bassa produzione fisiologica;
- colpo di calore in giugno 2014 che ha diminuito l’allegagione delle olive e ridotto ulteriormente la loro quantità sulla pianta;
- temperature estive (luglio-agosto 2014) miti che non hanno provocato mortalità delle giovani larve dentro le olive, fenomeno, quest’ultimo, noto che spesso tiene a freno la prima generazione della mosca;
- elevata piovosità estiva che ha ulteriormente favorito l’insetto e sfavorito gli agricoltori al momento dell’esecuzione dei trattamenti.
Quanto sopra ha portato a situazioni di fortissimi attacchi già a partire dai primi di luglio, con olive che presentavano anche molte punture (Fig.3) e comunque ben più dell’unica puntura/oliva che, solitamente, si dice essere la situazione normale. Di conseguenza gli olivicoltori si sono trovati in difficoltà anche ad eseguire efficacemente i trattamenti, nonostante la rete di monitoraggio della Regione Toscana (http://agroambiente.info.arsia.toscana.it/arsia/arsia) abbia fornito settimanalmente, a partire da luglio 2014, i dati sull’andamento dell’infestazione.
Fig.3: immagine di un’oliva campionata ai primi di luglio 2014 sulla cui
superficie (lato superiore) sono evidenti numerose (n.12) punture di ovideposizione della mosca
L’attacco precoce e forte da parte dell’insetto fitofago ha portato poi ad un’alterazione totale delle olive sulle piante che, in alcuni casi, sono state conseguentemente colpite anche da funghi, batteri etc. e che sono cadute dalle piante già a partire da settembre 2014.
Quanto sopra ha portato gli olivicoltori a porsi molte domande su quello che è successo nel 2014 e su quello che li aspetta in futuro. Di seguito vengono riportate alcune di queste domande e, in estrema sintesi, vengono illustrate le risposte:
La situazione verificatasi nel 2014 rende ancora più importante attuare tutte le azioni possibili per fornire servizi di assistenza tecnica agli olivicoltori. Quindi, nel 2015, diventerà ancora più importante sia attuare la rete di monitoraggio come pure riuscire a fornire una tempestiva e corretta informazione agli olivicoltori per la gestione degli eventuali trattamenti.
In olivicoltura biologica, che utilizza tecniche di controllo della mosca di tipo preventivo, è auspicabile che i tecnici inizino a lavorare al monitoraggio dell’insetto a partire già da metà giugno 2015.
Bibliografia
Estratto dalla comunicazione presentata il 19 dicembre 2014 a Montepaldi nell’ambito del seminario dal titolo “Andamento climatico e infestazione di mosca olearia: effetti sulla campagna olearia 2014 e considerazioni per il 2015”
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