L'arca olearia

Omaggiare una bottiglia d'olio d'oliva a un ristorante? Occhio a non cadere nella trappola

La domanda, ingenua, di un ristoratore: “Come, non posso avere un omaggio nel mio esercizio?” E' possibile a determinate condizioni e la legge non ammette l'ignoranza

09 gennaio 2015 | Piero Palanti

Venerdì 2 gennaio sono passato da un amico ristoratore, solito giro di saluti ormai diventati tradizionali da qualche anno; dopo i consueti auguri e racconti di abbuffate e scambi di ricette vissute in questi giorni, mi ha fatto vedere, orgoglioso, una sfilata di bottiglie belle lucide di oli extra vergini d'oliva risultati di regali natalizi e omaggi aziendali, fiero di poter esibire questa sua passione per il mondo dell’olio extra vergine, prendendole con attenzione e mostrandomele, ha anticipato la battuta ormai a me associata:

Si lo so! “Sono tutti buoni, finché non li assaggi!!” Quindi… Assaggiamoli.

E cosi è partito il secondo assaggio dell’anno, il primo è stato la colazione del 1 (chi assaggia a Capodanno, assaggia tutto l’anno) e questo il secondo di spero infiniti per il 2015.

Di 7 bottiglie, purtroppo, le superstiti sono solo 3...

Quello che conta è il pensiero!!

Sono tutti regali? Si? Sicuramente non hai le fatture…  La fattura per l’omaggio? Dov’è che la ditta o il rappresentante si assume l’onere dell’Iva?

Noo! Ma ti pare? Mi prendi in giro?

No!

Come, non posso avere un omaggio nel mio esercizio?

Si, se metti un cartello “Prodotto non in vendita” o “Prodotto espositivo non in vendita”. Se poi quella bottiglia d’olio non è a norma con le attuali leggi rischi ancora di più per un gentile pensiero.

Prendiamone una situazione a caso.

Non hai la fattura: Presunzione di acquisto in nero e quindi controllo della contabilità e del magazzino.
Non ha il tappo anti rabbocco: La violazione della Legge europea 2013-bis che comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa da euro 1.000 a euro 8.000 e la confisca del prodotto.

Poi io aggiungerei un anno di galere per questo rancido vergognoso.

Ma cosa si può fare?
Si può mettere un cartello, oppure fare l’auto fattura assumendosi l’onere dell’Iva, ma al momento di versarla si deve dichiarare chi ha fatto l’omaggio, facendo un bel regalino all’omaggiante.
La presunzione di cessione e acquisto è disciplinata da un D.P.R che recita:
“Se nei locali dell’impresa non sono presenti i beni che risultano dalla documentazione contabile/fiscale, gli stessi si presumono ceduti ‘in nero’. Viceversa, se nei locali dell’impresa sono presenti beni che non risultano dalla documentazione contabile/fiscale, gli stessi si presumono acquistati ‘in nero’”.

La conseguenza, nel primo caso, è la contestazione della violazione di omessa documentazione di operazioni attive ai fini Iva (e in caso di mancata dichiarazione dei
corrispondenti ricavi, di infedele dichiarazione di contabilità di magazzino, bilanci, ai fini delle imposte sui redditi); nel secondo caso è la contestazione della violazione di omessa regolarizzazione di acquisti non fatturati. Che si va a sommare ad eventuali irregolarità delle bottiglie.

Insomma una moneta con due facce molto simili che lanciandola in aria, non porta molta fortuna. E grazie alle incongruenze delle normative, cari produttori, ricordatevi di allegare la fattura omaggio al biglietto di auguri!!

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Piero Palanti

10 gennaio 2015 ore 15:00

Pienamente d’accordo con lei , sarei il primo ad essere contento nell’ entrare in un ristorante che abbia a disposizione 5-6 o anche 10 bottiglie da poter assaggiare e credo lo sarebbero anche i produttori, ma il caso qui descritto non è un gioco di parole, è la realtà: c’è una legge che è vigente e quindi va rispettata, giusta o sbagliata che sia, lo ha constatato anche lei nel caso della collezione di bottiglie di vino. Il DDR detta: ”Presunzione di cessione e acquisto” dove però la prova è a carico dell’esercente ….
Ancora d’accordo con lei che”il comparto ha bisogno di altro”, e, visto che sono una persona positiva , cerco di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Leggo questo articolo in chiave positiva e rilancio quello che ha detto lei per le degustazioni in modo ancora più propositivo:
Cari produttori regalate campioni dei vostri oli, assumetevi gli oneri fiscali, cosi potremmo assaggiare tutti, proponete assaggi guidati ai vostri clienti magari con bottigliette da 100cc che a fine degustazione possono portare a casa essendo omaggio non sussiste la presunta vendita in nero…) cosi saremo contenti tutti: il Produttore perché fa pubblicità e la scarica, il ristoratore per l’omaggio e la possibilità di offrire qualcosa di qualità alla propria clientela a costo zero e finalmente il consumatore che può assaggiare nuovi oli a costo zero.
Tutti i campioni omaggio sono scaricabili e lo è anche un eventuale assaggiatore che può gestire in modo più professionale l’evento.

Deve convenire con me che sarebbe positivo per il comparto. No?
Mentre non sono assolutamente d’accordo con lei ad usare termini come “terrorismo”, di questi tempi non fa bene a nessuno.
“Questo significa aiutare produttori, ristoratori e consumatori”
Un saluto, Piero Palanti.

giuseppe fugaro

10 gennaio 2015 ore 09:40

Certo descritta così sembra che il ristorante venga omaggiato con acetoni di bottiglie e non con una bottiglia lasciata da un produttore o da un amico! Sfido chiunque a dire che molte bottiglie di olio di verse l'une dalle altre rappresentino la prova di una commercializzazione in nero!!! Comunque ho visto un verbale dei controllori di un noto organismo di controllo che ha contestato una raccolta di bottiglie di vino che rappresentavano chiaramente una raccolta da museo in quanto erano gli esemplari di una raccolta più che decennale di esemplari prodotti in azienda. Ritengo che questo sia solo fare terrorismo gratuito a carico dei prodotti agroalimentari e dell'olio e del vino in particolare che hanno bisogno di ben altro. Io avrei suggerito, per alleggerire lo scaffale in vista degli nuovi omaggi, di regalarle agli avventori invitandoli e magari assistendoli ad una prova di assaggio per mostrare le diverse qualità organolettiche degli oli e le loro modificazioni nel tempo. Il famoso tappo antirabocco potrebbe essere infatti l'occasione per i ristoranti di approvvigionarsi per la somministrazione al tavolo di bottigliette al maxi da 100 ml con regolare tappo antirabocco da mettere nel conto e da lasciare all'utente con invito a portarle a casa dopo averle aperte e usate solo in parte! Questo significa aiutare produttori, ristoratori e consumatori. Giuseppe Fugaro