L'arca olearia

OLIO DI OLIVA. IL VOLTO DELLA NUOVA CAMPAGNA

Secondo le previsioni della Cia, la produzione quest’anno sarà di 750 mila tonnellate, poco meno dello scorso anno, e pari a quasi due terzi del fabbisogno nazionale di consumo ed esportazione, che genereranno comunque più di 2 miliardi di euro di produzione lorda vendibile

08 ottobre 2005 | T N

Per l’olio d’oliva sarà un’annata ottima per qualità e abbondante per quantità. E’ quanto rileva la Cia-Confederazione italiana agricoltori diffondendo le prime previsioni sulla produzione olivicola appena iniziata.

Quasi 6 mila frantoi, tra aziendali, cooperativi e industriali in questi giorni -sostiene la Cia- avviano gli impianti, mentre le prime bottiglie di olio novello iniziano già ad essere presenti sugli scaffali dei negozi, le olive da tavola verdi sono già nei magazzini e man mano saranno lavorate quelle nere. La campagna olivicolo-olearia 2005-2006 terrà impegnati strutture e operatori fino alla prossima primavera e richiederà l’impegno di tutti i produttori per una delle migliori e abbondanti produzioni degli ultimi 20 anni.

Tra olio d’oliva e olive da tavola - evidenzia la Cia - saranno prodotte circa 750 mila tonnellate, poco meno dello scorso anno e pari a quasi due terzi del fabbisogno nazionale di consumo ed esportazione, che genereranno comunque più di 2 miliardi di euro di produzione lorda vendibile.

La Puglia si conferma come prima regione produttrice, seguita dalla Calabria, assieme alla quale copre circa i due terzi dell’intera produzione nazionale, e poi, a notevole distanza vengono le altre regioni italiane.

Seppure in piccolissime quantità, quest’anno - ricorda la Cia - sarà prodotto il primo olio modenese ed anche sulle colline del Piemonte, già regno assoluto della vite, cominciano a fruttificare i primi olivi, restando ormai non produttrice solo la Valdaosta, dove tuttavia qualche olivo, di cultivar particolarmente resistente al freddo, ha fatto la sua comparsa, magari per abbellimento di parchi e giardini.

A livello provinciale, Bari conta il 10 per cento dell’intera superficie olivicola italiana e produce più del 15 per cento di tutto l’olio di pressione; Lecce e Reggio Calabria, con quote di produzione superiori al 10 per cento ciascuna, presentano una forte incidenza di olio lampante, componente essenziale per la preparazione del prodotto etichettato come “olio d’oliva”, pur se in termini di superficie incidono sugli oliveti nazionali, rispettivamente, per quasi l’8 e poco più del 4 per cento. Crotone ha la superficie olivetta coltivata con il metodo biologico più ampia, un quarto della superficie provinciale, e Trapani concentra un terzo delle piante ed oltre il 40 per cento della produzione nazionale di olive da tavola.

L’andamento climatico, con buone quantità di pioggia al Sud, al Centro e al Nord dell’estate e del primo scorcio d’autunno, ha consentito - afferma la Cia - una normale vegetazione dell’olivo e le ampie schiarite con il precoce abbassamento delle temperature dei giorni scorsi hanno fatto contenere al massimo gli attacchi fitopatoligici determinando una più che soddisfacente sanità delle olive.

Certo il tempo dei prossimi mesi potrà ancora incidere sul risultato finale sia in termini quantitativi che qualitativi - sottolinea la Cia - ma non c’è dubbio che la qualità degli oli di questa annata sarà fra l’ottimo e l’eccellente ed aumenterà ancora l’offerta di extravergine, soprattutto per il maggior ricorso ai marchi Dop e Igp, per i quali l’Italia detiene l’assoluto primato.





Fonte: Cia