L'arca olearia
Compost a base di sansa per aumentare le rese del 15%
Un'esperienza spagnola, sul refluo a due fasi, ci insegna come, dopo compostaggio, da sottoprodotti o scarti agro-industriali possano scaturire importanti benefici per il terreno, l'olivo e l'olivicoltore
23 maggio 2014 | R. T.
Per tentare di risparmiare, tempo e denaro, spesso si buttano via risorse preziose che potrebbero dare un importante riscontro economico.
E' il caso della sansa a due fasi, come ci insegna uno studio spagnolo.
E' noto, anche per ricerche italiane, che la sansa può essere un discreto ammendante, purchè non si utilizzi in quantità troppo elevate. Il carico biologico, chimico e polifenolico è infatti tale da poter avere effetti controproducenti, soprattutto in termini di riduzione del carico di flora e fauna del suolo e anche di eventuale asfissia.
Raramente, però, si è pensato di utilizzare la sansa umida come substrato di compostaggio, ritenendo il processo troppo oneroso.
In Spagna hanno provato a miscelare e compostare la sansa umida con diversi sottoprodotti (scarti di potatura, letame ovino e sterco di cavallo). In particolare il letame aggiunto era utile per la carica batterica iniziale alla fase di compostaggio e per il tenore d'azoto.
I compost maturi sono quindi stati sparsi su un oliveto andaluso, presente la Picual, monitorando diversi parametri (caratteristiche fisico-chimiche del terreno, resa e stato nutrizionale, qualità dell'olio d'oliva) in confronto con uguale parcella fertilizzata con solo concimi minerali.
I ricercatori hanno verificato che, per tutti i compost, si sono avuti importanti effetti sulle caratteristiche del suolo e sulla disponibilità di tutti i macronutrienti, oltre che sull'amento di sostanza organica. Tutto questo portava a un miglior bilanciamento nutrizionale degli olivi che aveva effetti positivi anche sulla produzione.
Tra le novità più significative della ricerca, infatti, il dato che le olive prodotte da piante allevate sul terreno dove è stato aggiunto il compost avevano un tenore in olio d'oliva del 15% superiore a quelle dove la fertilizzazione avveniva solo con fertilizzanti inorganici.
Nessuna differenza, infine, è stata riscontrata sulla qualità dell'olio prodotto.
Bibliografia
Antonia Fernández-Hernández, Asunción Roig, Nuria Serramiá, Concepción García-Ortiz Civantos, Miguel A. Sánchez-Monedero, Application of compost of two-phase olive mill waste on olive grove: Effects on soil, olive fruit and olive oil quality, Waste Management, Available online 5 May 2014, ISSN 0956-053X