L'arca olearia

Olio e cultura, la Puglia deve ancora fare uno scatto in avanti

La Regione paga le pessime abitudini dei conterranei ma le potenzialità per una leadership non solo produttiva del settore olivicolo vi sono, a partire dal progetto Mastro di Frantoio che pare ormai destinato ad avverarsi

25 ottobre 2013 | T N

Serpeggia preoccupazione tra i 1600 frantoiani pugliesi, i più attivi tra i quali si sono ritrovati a Martina Franca (TA), per parlare di scenario e prospettive nel corso di un convegno organizzato dall'Associazione frantoiani pugliesi (AFP).

Una sala piena per discutere e fare anche autocritica, a partire dalle parole di Stefano Caroli: “a mio avviso in Puglia abbiamo “ olio molto “ – “cultura poca”. Negli ultimi 20 anni tutti ci siamo preoccupati di aumentare le capacità produttive e migliorare la qualità dell’olio, ma non abbiamo fatto nulla o abbiamo fatto poco per migliorare la cultura del consumatore finale, affinché esso sappia riconoscere i pregi di un olio extravergine”

La situazione, con un calo delle quotazioni fin dalle prime battute della campagna olearia, con le ottime prospettive della campagna in Spagna, fanno temere una stagione difficile per il settore oleario italiano, almeno sul fronte delle vendita all'ingrosso, tanto che AIFO, sollecitata dall'AFP, ha istituito un coordinamento per i rapporti con industria e confezionatori.

Non è tuttavia questa la strada maestra per dare valore all'olio e lo sanno bene i frantoiani pugliesi, tanto da chiedere al presidente di AIFO Gonnelli come fare per emulare i successi toscani.

Domanda quasi retorica visto che una convincente risposta è venuta da Elia Pellegrino che ha richiamato tutti i presenti a un comportamento etico cristallino (con particolare riferimento agli sversamenti di acque di vegetazione) ma anche a un più scrupoloso monitoraggio sulla materia prima acquistata, ovvero sulla qualità delle olive, per garantire al consumatore la massima sicurezza alimentare.

Purtroppo, come ha ricordato Giorgio Cardone, Chemiservice, resta ancora molta strada da fare. Il 43% dei 4000 campioni esaminati per multiresidui presenta almeno un dato superiore ai limiti consentiti. E' costante la presenza di clorphirifos e purtroppo vengono rilevate ancora molecole bandite da almeno 5 anni, a causa del fenomeno, ancora diffuso, della vendita illegale di fitofarmaci.

Un'opera di pulizia si impone ma deve andare di pari passo con una corretta promozione e informazione. Ricorda Stefano Caroli: “molte volte rimango stupito e imbarazzato quando i turisti, che fortunatamente iniziano ad affacciarsi numerosi nelle nostra Regione, mi chiedono come mai nelle strutture ricettive si utilizzi olio comunitario, quasi sempre spagnolo. Personalmente, da produttore, non so mai cosa rispondere e provo un grande senso di rabbia e vergogna. Il contrasto con il paesaggio è forte, giustamente i turisti, si chiedono come mai in una terra così ricca di ulivi si offra a tavola olio spagnolo.”

Critica e autocritica si sono fuse, sono andate di pari passo nel corso di tutto il convegno, colpendo favorevolmente i politici presenti, tanto da far auspicare a Donato Pentassuglia, consigliere regionale, che le associazioni di frantoiani siano presenti ai tavoli per decidere le politiche di indirizzo sui fondi PAC e PSR. Non solo, Pentassuglia, tra gli applausi generali, ha dichiarato che il progetto per istituire la figura del Mastro di Frantoio è prossima a entrare in sede deliberativa. Anche l'altro consigliere regionale presente, Francesco Laddomada, ha ricordato la centralità del settore oleario per la Puglia che deve rendersi più protagonista in Europa. Per questa ragione, ha annunciato, ha scritto a Barroso contro le posizioni di Olanda e Gran Bretagna che hanno bloccato il progetto del tappo antirabbocco per l'olio.

Eppur si muove, anche il colosso pugliese, tanto ai vertici quanto nelle istituzioni locali. L'assessore Convertini del Comune di Martina Franca ha presentato il tavolo comunale permanente sull'olio d'oliva.

Questa accentuata sensibilità e disponibilità istituzionale non va sprecata, come sottolineato da Stefano Caroli, ma va in continuo alimentata con nuove richieste e forme di collaborazione, è per questo che, rivolgendosi all'assessore Convertini ha chiesto “che si faccia un’opera di sensibilizzazione nelle scuole, affinché le generazioni del futuro sappiano riconoscere il valore dei nostri prodotti alimentari e l’importanza che questi occupano nell’economia globale. Siamo convinti fermamente che la scuola, nonostante le numerose forme di distrazione moderne, continua a rappresentare un punto cardine della nostra cultura, quindi quale miglior luogo per avviare un progetto vincente: unire l’olio alla cultura.”