L'arca olearia
Non si torna indietro. Dal 1 gennaio 2014 registro Sian per tutti
La pubblicazione del regolamento comunitario 299/2013 manda in soffitta il decreto ministeriale 8077/2009. La nuova normativa non contempla più esenzioni e quindi olivicoltori, frantoi aziendali, sansifici e commercianti di olive saranno obbligati alla tenuta del registro di carico e scarico
25 maggio 2013 | R. T.
Il decreto ministeriale 8077/2009 è ormai superato e dovrà essere aggiornato a causa dell'emanazione, da parte dell'Unione europea, del regolamento 299/2013, il 26 marzo scorso.
Il nuovo regolamento europeo stabilisce che “le persone e i gruppi di persone fisiche o giuridiche che detengono, ai fini dell’esercizio della loro professione o a fini commerciali, olio d’oliva ed olio di sansa, dalla fase dell’estrazione al frantoio fino all’imbottigliamento incluso, hanno l’obbligo di tenere registri di entrata e di uscita per ogni categoria di questi oli”.
La nuova normativa europea estende quindi il campo di applicazione della tracciabilità obbligatoria anche agli oli di sansa e agli oli raffinati, prima esclusi, ma soprattutto non ammette deroghe. Il DM 8077/09 invece prevedeva, all'articolo 7 comma 3 che fossero esclusi dal registro telematico di carico e scarico “gli olivicoltori che commercializzano olio allo stato sfuso e/o confezionato, purché ottenuto esclusivamente dalle olive provenienti da oliveti della propria azienda, molite presso il proprio frantoio o di terzi.” In base alla nuova formulazione la platea degli esentati si riduce a sole tre categorie, ovvero per gli operatori che detengono oli esclusivamente “utilizzati per la preparazione di prodotti diversi dagli oli destinati all’alimentazione; destinati all’autoconsumo; preconfezionati ed etichettati.” In base all'attuale formulazione della bozza di decreto, inoltre, non sarebbero tenuti al registro di carico e scarico anche quegli olivicoltori che cedessero l'intera loro produzione, in olive od olio, a un frantoio o a un commerciante. E' sufficiente invece confezionare anche una sola bottiglia per far scattare l'obbligo.
Rimane il dubbio degli oli a denominazione d'origine e quelli biologici. Tutti gli attori della filiera, riuniti in settimana per discutere del nuovo provvedimento nazionale che recepirà il 299/2013, hanno chiesto di avere un unico registro dove effettuare le annotazioni. Una richiesta che si è scontrata contro la volontà di alcune strutture ministeriali che vorrebbero tener separati Dop e biologici dal resto dell'olio extra vergine. L'auspicio dell'intera filiera è che, in un'ottica di semplificazione e snellimento burocratico, il nuovo registro Sian contempli tutti gli oli, compresi quelli bio e a denominazione d'origine.
Sulla necessità di avere la più completa tracciabilità e che quindi tutti gli operatori venissero assoggettati al Sian tutte le varie componenti della filiera hanno convenuto, dando un sostanziale via libera alla nuova bozza di decreto ministeriale.
Dal 1 gennaio 2014, quindi, tutti gli operatori dovranno dotarsi di Pin per acceso al sistema Sian ricordando che “le annotazioni nei registri si effettuano entro e non oltre il sesto giorno successivo a quello dell’operazione, giorni festivi compresi.”
La tenuta dei registri potrà in ogni caso essere delegata, fermo restando la responsabilità in capo al titolare del registro stesso, alle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale ed ai centri di assistenza agricola.
Le novità non riguardano solo la platea di operatori interessati dal registro Sian ma anche i controlli. A vigilare sul settore olivicolo-oleario sarà il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Mipaaf (Icqrf).
In base a quanto disposto dall'articolo 2 bis, comma 4 del regolamento 299/2013 dovrà essere eseguito un controllo di conformità ogni mille tonnellate d'olio commercializzato. In Italia questo significa che l'Icqrf sarà obbligato a eseguire circa 600 verifiche all'anno. Si tratta tuttavia di un dato teorico poiché l'articolo 3 del regolamento prevede che “se dai controlli emergono irregolarità sostanziali, gli Stati membri aumentano la frequenza dei controlli relativi alla fase di commercializzazione, alla categoria dell’olio, all’origine o ad altri criteri.” Il decreto italiano in bozza stabilisce inoltre precisi criteri per identificare gli eventuali profili di rischio sul prodotto. Tra le ragioni che potrebbero far scattare i controlli: il prezzo, il periodo di produzione, il paese di origine e quello di destinazione.
Aggiornamento 8 gennaio 2014: Registro telematico Sian per tutti. Sarà on line dal 14 febbraio
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Accedi o RegistratiMargherita Rutigliano
02 aprile 2014 ore 20:30In realtà il problema è proprio questo..... uno produce 300 Kg dice che ho una famiglia numerosa e che non commercializza; un altro ne produce 500 kg e dice altrettanto; un altro ancora ne produce 1000kg e non commercializza....
A questo punto la vendita "a nero" resta (tra l'altro con ovvi problemi dal punto di vista dell'igiene perchè la maggior parte delle persone interessate a queste pratiche riempiva le lattine nel garage con l'imbuto...) e il prodotto non si può tracciare. Il limite dei 200 Kg era stato stabilito per questo...
Stefano Petrucci
02 aprile 2014 ore 15:22Secondo quanto dichiarato da Agea in un recente incontro in sabina nel tuo caso di 250 kg non devi fare nulla. L'obbligo è in capo a chi commercializza il prodotto, nel tuo caso anche superndo il limite non fai nessuna commercializzazione.
Stefano Petrucci
Margherita Rutigliano
01 aprile 2014 ore 19:21avendo prodotto più di 200 kg dovresti effettuare la registrazione al sian, dichiarare la giacenza iniziale e poi anche i vari movimenti (in questo caso regali) ai figli e alla suocera. Anche se non si tratta di vendita, il SIAN vuole essere in grado di tracciare e rintracciare il prodotto. Questo è il mio parere.
carlo pio mazzone
01 aprile 2014 ore 10:59io, invece ho prodotto 2.5 q.li, sono iscritto alla camera di commercio come ditta individuale, ho la partita iva, quest'anno i 2.5 q.li sono tutti per auto consumo, come faccio a dichiararlo? a chi? o mi devo (cosa che non ho ancora fatto) iscrivere al sian? aiuto non ci capisco più niente, perchè quando le qiantità sono importanti capisco, ma nel mio caso.......dove lo consumo io i miei figli e mia suocera, dove non lo vendo chiaramente, come faccio? ognuno mi dice una versione diversa , grazie.
Margherita Rutigliano
09 marzo 2014 ore 11:50no, semplicemente dichiari di utilizzarlo tutto per autoconsumo.....
carmen meoli
08 marzo 2014 ore 17:00la mia domanda non era come fanno a capire chi produce più di 200 kg di olio, ma dove, nei testi di legge, si dichiara che il produttore, senza partita iva sia obbligato ad adempiere all'obbligo del registro di carico e scarico. Se ho 250 kg di olio, sono costretta a venderlo?
Margherita Rutigliano
07 marzo 2014 ore 18:35Tenete presente che nel momento in cui il frantoio registra ed invia al SIAN le moliture, risultano chiaramente gli olivicoltori che portano a casa più di 200kg di olio..... Tra l'altro "di regola" per vendere anche 1 solo kg di olive il produttore "dovrebbe" avere la PARTITA IVA, ma nel 50% dei casi o più non è così...
Fino al 2006, con la vecchia domanda di aiuto alla produzione, si firmava comunque una dichiarazione per la destinazione dell'olio prodotto.....
carmen meoli
07 marzo 2014 ore 08:56SCUSATE SE INSISTO, ma sono un po' dura di comprendonio. Capisco che il fine sia di capire che fine facciano i kg oltre i 200 prodotti per ogni singolo produttore, come per le diachiarazioni di vendemmia, ma se ad essere obbligati sono «frantoio», «impresa di condizionamento», «commerciante di olio sfuso», «raffineria», «contoterzista», «commerciante di sansa», «sansificio»; i produttori senza partita iva non rientrano in nessuno di questi casi e visto che per vendere devo avere la partita iva, o mi obblighi per legge ad aprirla se ho una produtzione esuberante l'autoconsumo o sono esonerata dall'adempienza in oggetto. Dove posso evincere che io sono obbligata per legge a compilare il registro di carico e scarico?
Margherita Rutigliano
06 marzo 2014 ore 19:00Sono due cose diverse: sono esonerati dal registro di carico e scarico ai fini IVA, ma non penso siano esonerati dalla tenuta del registro SIAN, perchè dovrebbero comunque comunicare cosa fanno di quell'olio!!
carmen meoli
06 marzo 2014 ore 16:02Da quanto ho letto evinco che i produttori che non vendono, quindi che non hanno partita Iva, anche superando i 200 kg di produzione sono esonerati dal fare il registro di carico e scarico, o sbaglio?
Redazione Teatro Naturale
09 novembre 2013 ore 08:53La nuova norma vuole proprio favorire l'"emersione del nero", ovvero quanto segnalato dalla signora Margherita. Chi produce più di 200 Kg di olio, nel caso lo porti a casa, dovrà effettuare le registrazioni nel portale Sian.
Si segnala anche l'articolo, più recente sull'argomento: http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/legislazione/17814-tutti-pronti-dal-1-gennaio-2014-parte-il-nuovo-registro-sian.htm
Margherita Rutigliano
08 novembre 2013 ore 19:13Secondo me manca ancora qualcosa.....
E tutti gli olivicoltori che portano a casa più di 200 kg di olio ( in alcuni casi anche piu di 2000...) e lo rivendono sottobanco ai privati confezionandolo a casa loro in lattine anonime o peggio ancora in fusti da 50kg?? Loro non sono sottoposti a controllo??? boh
Stefano Petrucci
27 maggio 2013 ore 13:07Fortunatamente qualcuno al Ministero pensa anche per gli agricoltori dop visto che le organizzazioni a volte si dimenticano di loro. La dop non può entrare nel SIAN finquando dovrà tenere le doppie registrazioni. Ma vi pare logico che uno registra sul SIAN gli stessi dati/movimenti delle DOP e poi li deve registrare sugli altri registri cartacei sempre imposti dal Ministero, perchè non se li copiano loro allora?.
Fanno bene a tenere il punto, anche la FEDERDOP a suo tempo quando è stata ventilata questa possibilità si è opposta. Ovviamente per noi sarebbe una fortuna passare al SIAN ma solo se ci tolgono i registri cartacei.
Stefano Petrucci
Consorzio Sabina DOP
Stefano Petrucci
03 aprile 2014 ore 10:38Le nuove regole non sono state messe per il "nero" ma per tracciare l'olio commercializzato che arriva nella GDO come falso made in italy. Neanche Befera con tutti i finanzieri disponibili, Equitalia e banche dati riesce a stanare l'idraulico che si fa pagare in "nero" con la complicità del cliente.