L'arca olearia

VII Olio Capitale: una portaerei d'extra vergini d'eccellenza nel mare del mercato internazionale

La Stazione marittima ha accolto centinaia di produttori d'olio, decine di buyer e migliaia di visitatori e appassionati d'extra vergine. “Olio Capitale è una celebrazione dell'olio ai massimi livelli – racconta Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste – la VII edizione è stata quella dei record e sempre più internazionale.”

09 marzo 2013 | T N

10.500 persone per una fiera specializzata dedicata solo ed esclusivamente al principe indiscusso della Dieta Mediterranea: l'olio extravergine d'oliva. La location in centro città, la scelta di dedicare grande attenzione al tema della Dieta Mediterranea, hanno attratto un pubblico variegato attento alla qualità dei prodotti, alla cultura abbinata ai cibi, alla ricerca di quel “qualcosa in più” che possa rendere anche una semplice insalata un piatto unico.

Nell'edizione dei record per Olio Capitale, dunque, non poteva mancare il successo ogni oltre aspettativa della Scuola di Cucina, organizzata in collaborazione con la Federazione Nazionale Cuochi. Per il presidente Emilio Cuk che l'ha diretta: “Oltre 3.000 persone hanno partecipato alle lezioni di cucina tenute da chef locali, con una media di 100 partecipanti per sessione e circa 300 cuochi in cucina. Un'enorme soddisfazione”.

Ma Olio Capitale è soprattutto affari in fiera, come ha ricordato Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste: “qui buyer di tutto il mondo vengono a incontrare e trattare direttamente con i produttori per esportare l'olio extravergine di oliva a livello globale.”

Per favorire l'incontro tra domanda e offerta sono stati organizzate agende di incontri prefissati con gli espositori per una trentina di buyer selezionati provenienti da Austria, Canada, Germania, Svezia, Polonia, Gran Bretagna, Russia, Svizzera, Ungheria e Stati Uniti. Non solo, sono numerosi i compratori giunti in fiera di propria iniziativa, fra cui spiccano presenze da Brasile, Yemen, Egitto, Taiwan e Giappone, ma anche numerosissimi dalle vicine Slovenia, Croazia, Germania e Austria. Numerosi i contatti e gli accordi chiusi durante le giornate della manifestazione, tanti quante erano le diversificate e svariate richieste da parte dei compratori internazionali. Così se il buyer svizzero dell'azienda Romano Best ha individuato gli oli dal packaging classico adatti al suo mercato, quello russo della Gourmet Club ve n'è ha trovati dal packaging raffinato e distintivo necessari per rispondere alle esigenze del grande mercato russo. Parimenti, c'era chi era interessato esclusivamente a una fascia di prodotto: è il caso, per esempio, del buyer inglese della Healthy Oils, focalizzato sugli oli biologici.

Il buyer svedese Nettelblad, della Glenn Stromberg, assicura che con 4 – 5 produttori potrebbero svilupparsi ottime possibilità di business e di aver apprezzato la scoperta di prodotti nuovi come il liquore all'olio d'oliva, pesti con ricotta siciliani, lattine di oli sardi aromatizzati, olio d'oliva ligure in fusti con rubinetto. Ugualmente il buyer tedesco Heiko Schmidt ha trovato 3 aziende con cui avvierà certamente una collaborazione: un risultato che accomuna moltissimi buyer internazionali giunti a Trieste per Olio Capitale.

Attenzione ai consumatori d'oggi ma anche a quelli di domani. Fare cultura olearia partendo dai più piccoli in modo giocoso e gioioso. E' questo il senso di "Pianta il tuo olivo, crescerà con te" l'iniziativa che ha coinvolto sia sabato 2 che domenica 3 marzo una cinquantina tra i più giovani visitatori di Olio Capitale. Grazie alle indicazioni e ai consigli di un agronomo, gli under12 si sono “sporcati le mani di terra” piantando il loro piccolo albero in un vasetto, che poi hanno potuto portare a casa. “È una via per avvicinare i giovanissimi in modo diverso e coinvolgente al mondo dell'olivo e dell'olio – spiega Antonio Paoletti -. Con Olio Capitale vogliamo fare cultura dell'olio partendo anche dai futuri consumatori, per interessarli a questo magnifico universo grazie a piccoli gesti pratici e divertenti”.

Olio Capitale è però anche stata occasione di riflessione e di analisi del comparto, in particolare nella giornata di sabato 2 marzo, con la presentazione dell'indagine Swg sull'identikit del consumatore italiano d'olio d'oliva.

Il questionario sottoposto agli italiani poche settimane fa, in buona parte, è un aggiornamento di un'indagine realizzata nel 2007: “E' un grande pregio, perché il confronto ci permette di vedere l'evoluzione del mercato – ha spiegato Roberto Weber, presidente Swg – Ciò significa che se sul dato percentuale abbiamo un margine di approssimazione, la tendenza è invece chiara ed eloquente”. Si scopre, così che negli ultimi sette anni gli italiani hanno iniziato a privilegiare l'origine del prodotto come fattore determinante nella scelta d'acquisto: “E' l'origine il nuovo magnete: il 34% lo indica come primo fattore di scelta, segue il prezzo con solo il 17%. Nel 2007 la quota di popolazione per cui era determinante si fermava all'8%, mentre al 31% si trovava il prezzo – prosegue Weber -. L'origine è un elemento che rassicura, non a caso ben il 35% dichiara di comprare olio direttamente dal produttore: in questo modo può avere la certezza assoluta sulla provenienza delle olive. È così che il consumatore esercita la propria capacità di controllo”.

La maggiore attenzione del consumatore nella scelta d'acquisto, ma anche la necessità di aggrapparsi a punti fermi, si rileva anche sul fronte etichette. Il 44% degli italiani dichiara di prestare particolare attenzione alle informazioni riportate in etichetta e vorrebbe che fossero maggiormente dettagliate e chiare: “Questi dati sono reali – nota Stefano Masini, responsabile Ambiente Coldiretti -. Il mercato alimentare ha bisogno di regole, a partire proprio da nuove norme sull'etichettatura e sulla tracciabilità. Dobbiamo acquisire una nuova cultura delle regole”.

Parola d'ordine informazione, ma anche cultura. “L'olio possiede un valore culturale molto forte, basti pensare a tutti i significati simbolici che possiede nelle diverse letterature e tradizioni culturali, non da ultimo nella Bibbia – ha fatto notare Tommaso Amico di Meane, esperto politiche Unesco del Mipaaf durante il convegno sulla dieta mediterranea organizzato dall'Ass. Naz. Città dell'Olio -. Il settore agroalimentare continua a mostrare segni positivi, soprattutto grazie all'export, cresciuto dell'8% nel 2012 e si prevede del 6% nel 2013. A trainarlo, i prodotti associati alla dieta mediterranea. Ma per raggiungere i mercati esteri è necessario veicolare un messaggio forte composito sia della parte materiale, ovvero la qualità dei prodotti, che immateriale, cioè il suo valore culturale”.

“Se non si fa cultura e informazione non si può vendere un prodotto come l'olio d'oliva, ancor meno l'extra vergine – ha concluso Enrico Lupi, presidente Associazione Città dell'Olio -. È la cultura l'unico veicolo per conquistare nuovi mercati internazionali, per aumentare la capacità di penetrazione all'estero, per vendere di più. Sono necessarie azioni mirate su opinion leader, come medici, nutrizionisti spiegando come l'olio sia fondamentale per la salute. Ma è necessario farlo tutti uniti, come sistema, e non dimenticarsi che l'Italia, non avendo alta capacità produttiva, deve puntare sulla qualità”.