L'arca olearia

Il mercato dell'olio d'oliva italiano è fermo a causa di troppe promozioni

L'anomalia più evidente è però il sostanziale appiattimento delle quotazioni per l’extra vergine convenzionale, l’olio d'oliva e il 100% italiano

09 marzo 2013 | T N

In Italia, nell'anno terminante ad ottobre 2012 sono stati venduti complessivamente circa 221 milioni di litri di olio per un valore di 857milioni di euro.

La categoria più venduta è  l’extravergine “convenzionale” per la quale si registra una situazione di stabilità  a volume (+1%) ed una stabilità a valore (-0,3%), rispetto allo stesso periodo del 2011; per le Dop si evidenzia una contrazione per i volumi  (-1%) e una  crescita del 2% del valore; per il bio la tendenza positiva riguarda sia i volumi, sia i valori (rispettivamente +3% e +4%).

Una dinamica su cui è lecito interrogarsi. I segmenti di fascia alta, gli oli premium, pur in un contesto difficile, vedono crescere il loro valore aggiunto. Ciò non si verifica, però, per i tre segmenti base degli oli di oliva: extra vergine convenzionale, olio di oliva e 100% italiano che incredibilmente, spuntano quotazioni assai simili. Gli oli di qualità (Bio e Dop Igp) riescono viceversa a posizionarsi su una fascia di prezzo decisamente più alta.

Perchè tutto questo?

Una delle ragioni prevalenti sta nella bassa fedeltà (max 25%) dovuta ad una scarsa conoscenza del prodotto del consumatore e all’elevata pressione promozionale (circa 60%) ed alla funzione di traffic builder che la GDO gli ha di fatto assegnato. In ogni catena, ogni settimana ci sono almeno due marche di olio extra vergine in promozione; tutto ciò svilisce il valore del prodotto ed esaurisce la maggior parte delle risorse delle imprese che purtroppo, visti i margini, sono assai limitate.

Un meccanismo che ha come conseguenza l'alta frammentazione dell'offerta con guerre di prezzo e margini molto bassi con scarsi investimenti in comunicazione.

Un mercato così fortemente competitivo, accostato a regole troppo permissive e certezza dell’impunità in caso di infrazione, provoca anche il rischio di presentare oli extra vergini pur rispettando i parametri fisico – chimici, non posseggono i requisiti organolettici richiesti dalla legge.