L'arca olearia

AL SOL PALESTINA E ISRAELE INSIEME PER LA PACE

Produttori israeliani e palestinesi hanno esposto i loro extra vergini d’oliva allo stesso stand nel corso dell’undicesima edizione del salone dell’olio d’oliva a Verona. L’iniziativa è del Peres Centre for Peace. Più di centomila gli ettari coltivati a oliveto in Terra Santa, nel progetto sono stati coinvolti centodieci imprenditori

23 aprile 2005 | T N

Due bandiere e un solo stand per Israele e Palestina che insieme si sono presentati al Sol.
L’iniziativa è stata organizzata dal Peres Centre for Peace, organizzazione non governativa per il miglioramento dei rapporti arabo-israeliani, da Veronafiere e dai Consigli olivicoli di Israele e Palestina.
Il Centro Peres ha avviato un progetto denominato “Olive – il simbolo della pace”, con l’intento di migliorare l’occupazione, la sicurezza alimentare, lo sviluppo ambientale e la collaborazione regionale.
Il progetto comprende anche un programma di training e di attività di marketing tra palestinesi e israeliani per ottimizzare il ritorno economico.
La prima fase del programma è già stata completata, con risultati promettenti. Oltre 75 palestinesi e 45 israeliani hanno partecipato a riunioni e corsi.

La produzione di olio e olive in Palestina è molto antica e continua a ingrandirsi e svilupparsi con impianti moderni. Attualmente circa 90.000 ettari sono in essere, con una produzione media annua di 16.000 tonnellate d’olio, vergine ed extra vergine.
Le principali varietà locali sono il Nabali e il Souri.
Dalla cultivar Souri si ottiene un olio dal fruttato leggero, con connotati erbacei non particolarmente evidenti. Alcuni profumi ricordano vagamente i sentori di Picual. All’assaggio si presenta dolce, morbido, tuttavia privo di carattere. In chiusura è apprezzabile il tono piccante, piuttosto pronunciato ma affatto sgradevole.

L’olivicoltura fu a lungo considerata un ramo dell’agricoltura israeliana di scarsa importanza. Una diffusa cultura dell’extra vergine, i notori effetti salutistici, hanno considerevolmente aumentato la richiesta d’olio d’oliva. Attualmente in Israele si assiste a un aumento delle aree di piantagione, del livello dei raccolti e della qualità delle produzioni. Oggi sono a dimora 18.500 ettari di oliveti per 7.000 tonnellate d’olio.
Le principali cultivar da olio diffuse in Israele sono la Picual, nota varietà spagnola, la Maalot, sviluppata dall’Istituto Vulcani e naturalmente la Barnea, perfezionata dal Prof. Lavy.
Dalla cultivar Barnea si ottiene un olio dal fruttato medio, con connotati erbacei piuttosto evidenti. All’assaggio si presenta verde, morbido. La sensazione amara, che entra piuttosto rapidamente, è intensa anche se di breve durata. Il tono piccante è pronunciato e gradevole, in equilibrio con l’amaro.