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Un evento senza precedenti: tutti gli assaggiatori d'olio d'oliva a congresso
Il programma prevede approfondimenti sulla costituzione e la gestione di nuovi panel di assaggio professionali, nelle varie aree territoriali, anche alla luce del decreto 1334 del 28 febbraio 2012
22 settembre 2012 | T N
Il 6 ottobre prossimo si terrà a Roma, presso l'auditorium del Comitato italiano Unicef, il I Convegno nazionale degli assaggiatori professionali d'olio d'oliva.
Un'iniziativa nuova e con caratteri fortemente trasversali, che non richiamano ad alcun colore o ad alcuna barriera.
Per capire di più sulle ragioni di un evento che non ha precedenti, abbiamo interpellato Mauro Martellossi, direttore esecutivo di Irvea, ovvero l'ente organizzatore.
- Perchè riunire tutti gli assaggiatori a congresso? In fondo ciascun assaggiatore, nelle diverse regioni, ha già i suoi punti di riferimento, le proprie associazioni
In Italia ci sono moltissimi assaggiatori iscritti all’Elenco Nazionale Tecnici ed Esperti degli oli d’oliva vergini, che non sono in alcun modo collegati tra loro e che solo la passione e la curiosità li spinge ad approfondire le conoscenze in campo oleario: una passione che spesso favorisce la formazione di veri ed propri “esperti” in ambiti specifici della materia, il più delle volte sconosciuti o per lo più conosciuti unicamente nei propri ambiti regionali o associativi. Riteniamo fondamentale che questi “esperti” abbiano la possibilità di conoscersi e confrontarsi e per questo abbiamo organizzato il 1° Convegno Nazionale degli Assaggiatori Professionali, nel quale gli assaggiatori professionali di tutte le Regioni italiane e di tutte le associazioni esistenti potranno incontrarsi e scambiare tra loro esperienze dare voce alle proprie competenze e necessità.
- Mi pare che, come tempismo, questo congresso sia capitato in un periodo delicato in cui si discute animatamente del futuro del panel. C'è chi vuole chiuderli e chi rafforzarne il ruolo. Inserirsi in tale dibattito non può essere pericoloso?
Questo progetto ha avuto una preparazione di oltre due anni e non ha nulla a che vedere con le questioni a cui lei accenna. Non solo: IRVEA è totalmente estranea a questi dibattiti, così come lo è da sempre dalle questioni “politiche”.
Se i panel di assaggio esistenti non venissero più riconosciuti non è che di pari passo sparirebbe anche l’analisi sensoriale: le aziende di produzione e distribuzione commerciale, i bayer e tutte quelle figure che hanno a che fare con l’analisi organolettica continuerebbero ad utilizzarli, forse anche in misura maggiore.
Noi non facciamo supposizioni o speculazioni: rimaniamo in attesa degli sviluppi, anche perchè, lo ribadimo con forza, il nostro obiettivo sono gli assaggiatori e gli “esperti” che devono avere l’opportunità di aggiornare costantemente le loro competenze e non devono essere lasciati soli a se stessi, una volta partecipato ai corsi di formazione o iscritti all’Elenco Nazionale: in molti ci hanno chiesto in qusti anni la possibilità di organizzare incontri e aggiornamenti, così come sistematicamente avviene per in panel professionali o interprofessionali.
- Discutere del ruolo dell'assaggiatore oggi significa anche responsabilizzare una categoria che si è sempre barcamenata tra hobbismo e professionismo. E' forse ormai tempo di scegliere?
La categoria degli “hobbisti” è ragionevolmente più numerosa di quella dei “professionisti”, che probabilmente si definiscono tali perchè già fanno parte di panel professionali o interprofessionali, anche se magari entrambi hanno ricevuto la medesima formazione. Non si tratta semplicemente di scegliere, ma di mantenere allenate le conoscenze, perché sono scarse le possibilità di confrontarsi con oli di diverse provenienze internazionali o partecipare a test di allineamento o ring test periodici con attribute ufficiali e codificati, o magari a semplici seminari o incontri di aggiornamento.
Ancora più complesso è “utilizzare” queste conoscenze e i relativi aggiornamenti professionali, perché non sono censiti in nessun “elenco” pubblico, ne in ambito locale ne internazionale a supporto e conferma delle specifiche competenze che singolarmente o in gruppo gli assaggiatori sono in grado di offrire. Infatti la mancanza di obbligatorietà alla frequenza di corsi di formazione e aggiornamento ha, come risultato la totale assenza sia di un riconoscimento con il quale valorizzare le competenze acquisite, sia di un sistema in grado di certificare gli sforzi profusi per mantenerle aggiornate in maniera costante e continua.
Vi è quindi la necessità di poter disporre di una banca dati dei professionisti e delle relative competenze: da questa esigenza e dalla collaborazione con gruppi di assaggiatori di diversi Paesi è nata l’idea di istituire l’International Register of Olive Oil Experts, nel quale potranno confluire tutti gli assaggiatori aderenti al programma e tutti coloro i quali hanno maturato esperienze comprovate nei vari ambiti specifici del mondo dell’olio. Questi, muniti di tessera di iscrizione con codice QR o similare potranno in tempo reale controllare (e certificare a chi li interpella) I crediti, gli aggiornamenti e le attività professionali svolte sia in Italia che all’estero.
Facciamo un esempio concreto. In questi giorni ha preso il via un progetto messo a punto da IRVEA e ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, che coinvolgerà gli Istituti Alberghieri Italiani e le Scuole di Cucina all’estero (e ne è in fase di perfezionamento un altro che interesserà diverse strutture commerciali e della ristorazione non solo italiana), per iI quale è indispensabile la collaborazione di professionisti ed esperti che risiedono nei vari territori: con una banca dati di “International Oliveoil Experts” aggiornata sarebbe molto più semplice organizzare il lavoro ed al tempo stesso coinvolgere il maggior numero possibile di “esperti”
- Come funziona questo registro?
Il funzionamento verrà diffusamente spiegato il 6 ottobre. Senza entrare troppo nello specifico, diciamo che non sarà un’associazione con presidente, segretario e consiglieri: non è questa l’idea. Sarà piuttosto un gruppo interprofessionale e cioè un insieme di persone che interagiscono tra di loro, affiancate da un coordinatore nazionale e dai coordinatori regionali, provinciali e di ambito a mano a mano che si formeranno. Non un’ organizzazione blindata e calata dall’alto, ma un gruppo di persone libere ed aperte che costruiscono insieme, dal basso.
- Non è la prima volta che avete organizzato un incontro. E' già accaduto nel 2010. Poi più nulla. Ora vi ripresentate. Perchè questo silenzio?
In quell’incontro si è discusso sull’importanza dell’analisi sensoriale e della certificazione volontaria nella rete distributiva, e si è reso pubblico il parere legale che gli avvocati avevano stilato in relazione alla validità dei corsi per capi panel di cui all’oramai abrogato DM 30 Luglio 2003 ed alla “collegata” circolare ministeriale H38.
Da quel giorno abbiamo atteso prima la pubblicazione del Pacchetto Qualità e poi l’uscita del nuovo D.M. 13345 del 28.2.2012, che, oltre a normare in maniera chiara la materia, pensavamo potesse contenere anche qualche norma sull’aggiornamento degli assaggiatori. Nel frattempo IRVEA ha continuato la sua attività, magari più all’estero che in Italia, alimentando idealmente (ma anche concretamente) la discussione nata nel luglio 2010, che ha portato a questo prossimo 6 ottobre.
- I temi trattati il 6 ottobre sono molto variegati ma mi pare che due parole ricorrono più di altre: “aggiornamento” e “certificazione”. Perchè questa insistenza?
Perché la professionalità richiesta nel mondo dell’olio non è diversa da quella richiesta nelle altre attività: quasi tutti gli albi e gli ordini professionali impegnano i loro iscritti a corsi di aggiornamento, certificandone il percorso di costante formazione.
Garantire incontri di perfezionamento e aggiornamento, con cadenza periodica, coordinati tra di loro, costituire un gruppo influente che possa dare forza alle idee nei confronti delle istituzioni, mettere a disposizione di privati, enti e istituzioni un elenco aggiornato di persone la cui preparazione è cosatante e certificata, offrie la possibilità di costituire sul territorio delegazioni locali che possano operare in autonomia, vuol dire puntare sull’aggiormaneto, sulla preparazione, sulla professionalità, e sull’unione: qualità che crediamo siano condivise e da condividere con tutti gli operatori del settore.
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