Bio e Natura

DIFENDERE IL VERDE URBANO PER PRESERVARE LA NOSTRA SALUTE

Piante ed alberi sono attaccati dai parassiti anche in città. È noto che alcuni di questi insetti fitofagi possono provocare danni anche alle persone. Cure e trattamenti sono quindi necessari ma vanno conciliati con rispetto dell’ambiente e sicurezza degli abitanti perché la terapia non sia più pericolosa del male

02 ottobre 2004 | Graziano Alderighi

In certi casi non si tratta solamente di preservare e proteggere le nostre beneamate piante, che in città rappresentano una rarità, dall’aggressione di alcuni parassiti.
Infatti alcuni insetti, oltre ad attaccare in modo più o meno grave le piante del giardino, è anche in grado di arrecare direttamente danni alle persone, in genere mediante punture o presenza di peli urticanti. Sebbene per tutte le specie indicate nella tabella seguente sia sufficiente adottare alcuni accorgimenti di carattere generale, quali non toccare l’insetto e stare distanti dai nidi, è bene ricordare di contattare il medico allorché il dolore, da puntura o contatto, persista oltre le 24 ore oppure, naturalmente, quando si evidenzino sintomi da shock anafilattico (difficoltà respiratorie, nausea e vomito, stato di incoscienza).



Il verde urbano quindi va difeso, ma in virtù delle peculiari caratteristiche dell'ambiente in cui si opera richiede, accanto alla conoscenza delle piante e dei loro parassiti, specifici criteri di intervento in linea con il rispetto dell'ambiente e della sicurezza dei cittadini.
Innanzitutto è bene attenersi a queste norme generali:
- Prevenire gli attacchi parassitari attraverso adeguate tecniche di manutenzione.
- Monitorare la presenza dei parassiti nelle aree verdi.
- Intervenire solo se si prevede che venga superata la soglia di danno.
- Applicare strategie di difesa integrata e/o biologica, dando priorità ad interventi biologici, meccanici, biotecnici.
- Utilizzare preparati chimici ad azione antiparassitaria solo quando non sono disponibili metodi alternativi sufficientemente efficaci.
- Scegliere i prodotti fitosanitari nel rispetto delle normative vigenti.
- Individuare modalità di distribuzione dei prodotti che riducano al minimo le quantità somministrate ed evitino il più possibile la dispersione nell'ambiente e non rappresentino un rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini.
- Informare adeguatamente la cittadinanza circa gli interventi realizzati.
- Applicare le norme stabilite dai decreti di lotta obbligatoria volti ad evitare sul territorio la diffusione di organismi nocivi da quarantena.

Mezzi biologici e biotecnici
La protezione biologica può essere efficacemente realizzata nei confronti di alcuni insetti ed acari fitofagi. I mezzi biologici e biotecnici disponibili e impiegabili, si possono distinguere in:
entomofagi (predatori e parassitoidi); microrganismi; feromoni sessuali.

Alcuni entomofagi
- Cryptolaemus montrouzieri (predatore di cocciniglie)
Questo coccinellide è un attivo predatore di cocciniglie sia come adulto che come larva. Sono commercializzati barattoli contenenti 250 individui adulti, da distribuire a spaglio sulla vegetazione. Questo predatore trova impiego in particolare contro infestazioni di cocciniglie cotonose, ma presenta una parziale efficacia anche contro cocciniglie del genere Ceroplastes. I quantitativi di lancio variano da 5 a 10 adulti/m2 in funzione dell'intensità dell'infestazione e vanno eseguiti, indicativamente, nella seconda metà di maggio, in presenza degli ovisacchi delle cocciniglie e prima della schiusura delle uova.
- Neodryinus typhlocybae (parassitoide di Metcalfa pruinosa)
Il controllo della metcalfa con questo parassitoide avviene nel lungo periodo e non ha quindi un effetto immediato sulle piante. Le larve del parassitoide si sviluppano a carico delle forme giovanili di metcalfa e, raggiunta la maturità, tessono un bozzolo sericeo che viene ancorato alla foglia e dal quale poi sfarfalla l'adulto. L'individuazione del luogo di lancio più opportuno è fondamentale al fine di favorire l'insediamento e la diffusione di N. typhlocybae. E' quindi indispensabile che il punto di lancio risponda alle seguenti caratteristiche: presenza di Metcalfa pruinosa; nessuna potatura di contenimento sulle piante circostanti nei due-tre anni successivi al lancio; mantenimento dell'erba nell'area perimetrale il lancio da metà giugno a settembre-ottobre;
presenza di alcune specie vegetali quali, ad esempio, acero, olmo o pittosporo, che favoriscono l'insediamento del parassitoide (miglior fissaggio dei bozzoli alle foglie);
conservazione fino all'estate successiva delle foglie cadute a terra a fine estate sotto le piante.
I bozzoli da cui sfarfalleranno gli adulti del parassitoide sono contenuti all'interno di un sacchetto retinato e vengono sistemati nei punti di lancio alla comparsa delle prime neanidi di terza età di Metcalfa pruinosa, indicativamente nei primi giorni di giugno.
- Phytoseiulus persimilis, fitoseide (predatore di ragnetto rosso)
Contro infestazioni di Tetranychus urticae, comunemente detto ragnetto rosso, risultano efficaci lanci del predatore specifico Phytoseiulus persimilis. Questo acaro predatore è commercializzato in confezioni da 2000 individui adulti dispersi in materiale inerte (vermiculite) che ne rende semplice la distribuzione a spaglio sulle foglie più basse della vegetazione, in prossimità delle infestazioni. I quantitativi di lancio possono variare, nelle diverse situazioni, da un minimo di 5-6 fitoseidi/m2 fino a un massimo di 20-25. Il lancio va eseguito tempestivamente all'insorgere dell'infestazione e trova impiego soprattutto su aiuole fiorite.
- Amblyseius cucumeris (predatore di tripidi)
Amblyseius cucumeris è un fitoseide predatore utilizzato per il controllo di vari tripidi (Frankiniella occidentalis, Thrips tabaci, Heliothrips haemorroidalis ed altri) su varie colture da fiore ed ornamentali. Questo predatore, con il corpo piriforme di colore chiaro, pur di dimensioni molto piccole, è piuttosto mobile ed è in grado di utilizzare anche altre fonti di cibo, compreso il polline, che ricerca esplorando attivamente la pianta. Il suo sviluppo è molto rapido poiché il ciclo si compie in 1-2 settimane al massimo. Le condizioni ottimali sono date da temperature intorno ai 18-20°C ed elevata umidità relativa. Amblyseius cucumeris è commercializzato in confezioni da 50000 individui adulti dispersi in materiale inerte. I quantitativi totali di lancio possono variare nelle diverse situazioni; da un minimo di 15-20 individui per pianta, fino a 200-500 predatori per m2. Il lancio va eseguito tempestivamente all'insorgere dell'infestazione e trova impiego su aiuole fiorite e piante in vaso.


I microrganismi
Fra i microrganismi sono soprattutto i preparati a base di tossine specifiche di batteri a rivestire importanza nella difesa biologica contro i fitofagi delle piante ornamentali. In particolare si consiglia l'impiego di Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki contro le larve giovani dei Lepidotteri defogliatori. Questo preparato va distribuito sulla vegetazione in soluzione acquosa ed il trattamento va eseguito irrorando il prodotto in modo uniforme su tutta la vegetazione, soprattutto sulle parti esterne della chioma, dove le larve si localizzano più facilmente. Per rendere più efficace il trattamento si consiglia di eseguire l'intervento nelle ore serali e, se necessario, di ripeterlo a distanza di 8-10 giorni dal primo. Si raccomanda di attenersi alle dosi consigliate in etichetta e di usare, preferibilmente, prodotti che consentano trattamenti a basso (LV) o ultra basso (ULV) volume. I formulati a base di Bacillus thringiensis sono innocui nei confronti dell'uomo, dei vertebrati e degli insetti utili in genere.
L'uso di feromoni sessuali

I feromoni
Nella difesa biologica al verde ornamentale l'uso di feromoni, è una pratica che trova impiego soprattutto nella lotta contro alcune specie di Lepidotteri fitofagi e, negli ultimi anni, anche per il monitoraggio del volo di Cameraria ohridella. Trappole a feromone sono infatti frequentemente usate per il monitoraggio di alcuni Lepidotteri defogliatori (ad esempio Lymantria dispar e Hyphantria cunea) mentre la tecnica della cattura massale dei maschi è applicabile per alcuni Lepidotteri xilofagi (Cossus cossus e Zeuzera pyrina) e per la processionaria del pino (Traumatocampa = Thaumetopoea pityocampa).

Esistono anche le iniezioni
La somministrazione dei prodotti fitosanitari internamente alla pianta mediante iniezioni "fitosanitarie endoterapiche " con prodotti sistemici, ossia trasportabili dalla pianta all’interno dei vasi linfatici.
Questo sistema, alternato ai tradizionali trattamenti alla chioma, è altamente indicato in aree ad elevata fruizione antropica e per determinate tipologie di piante (essenze molto alte o poste in fregio a manufatti abitativi). Questo metodo, il cui inizio sperimentale risale ad una ventina di anni addietro, sta riscuotendo sempre maggiore interesse.
La metodologia endoterapica è adottata con successo in modo particolare contro alcuni temibili parassiti come tingide del platano, cameraria dell'ippocastano, fillossera del leccio.
Prodotti per l'endoterapia
Per l'esecuzione dei trattamenti endoterapici, che debbono essere effettuati da personale qualificato e dotato di alta professionalità, occorre impiegare solamente prodotti fitosanitari appositamente registrati dal ministero della Sanità, nelle cui etichette sia specificato il campo di impiego (es. colture ornamentali) e il parassita che si vuole combattere.
I prodotti per i quali attualmente esiste specifica autorizzazione ministeriale sono i seguenti principi attivi: Acefate, Metomil, lmidacloprid (insetticidi) e Tiabendazolo (fungicida). Una positiva applicazione delle metodologie endoterapiche, oltre ad effetti di persistenza nella annata successiva, deve garantire anche una rapida cicatrizzazione dei fori praticati nel tronco, al fine di evitare l'insediamento di temibili patogeni, trasmissibili per ferita, tra cui Ceratocystis fimbriata, agente del cancro colorato blu del platano.