Bio e Natura

Ora le orchidee spuntano anche in Italia

I test di germinazione condotti dai ricercatori del Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia sulle specie di orchidee spontanee Ophrys sphegodes e Ophrys benacensis sono andati a buon fine

26 giugno 2010 | T N

Orchidee rarissime per festeggiare l’anno della biodiversità. Da alcuni giorni, nelle serre del Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia, con sede presso il Parco Monte Barro, a Galbiate, in provincia di Lecco, sono sbocciati alcuni esemplari di Ophrys sphegodes e di Ophrys benacensis. E’ il primo caso in Italia di riproduzione e coltivazione di orchidee autoctone ed endemiche, sempre più rare sul territorio italiano.

Dopo alcuni mesi di “gestazione” in serra, le orchidee saranno ora reimpiantate in natura, nei rispettivi luoghi di origine, contribuendo a salvaguardare la biodiversità delle Prealpi Orobiche.

Le straordinarie orchidee delle Orobie saranno a disposizione non solo degli amanti della montagna più sportivi, in grado di arrampicarsi e camminare per sentieri e boschi. Grazie alla collaborazione del Cai, alcune orchidee saranno infatti piantate nelle aiuole dimostrative di 12 rifugi sparsi sul territorio del Parco delle Orobie Bergamasche, come ad esempio all’Alpe Corte in Bassa Valcanale, o al Rifugio dei Laghi Gemelli a Branzi o all’Angelo Ghirardi dei Piani di Alben in Valtaleggio

Il progetto O.R.C.H.I.S. (Orchid Restocking and Conservation for Higher altitude Indigenous Species) è cofinanziato dalla Fondazione Cariplo che vede quali partner il Parco delle Orobie Bergamasche in qualità di ente capofila, il Parco del Monte Barro, il CAI di Bergamo, il WWF Italia e l’A.L.A.O. (Associazione Lombarda Amatori Orchidee) in qualità di partner tecnico.

Il progetto ORCHIS - spiega il presidente del Parco delle Orobie, Franco Grassi - avviato nel 2008, affonda le proprie radici nel fatto che le Prealpi Lombarde sono un territorio ad alta biodiversità floristica, esposto a rischi ambientali legati alla pressione antropica diretta e ai cambiamenti climatici globali. In questo contesto, le orchidee autoctone costituiscono un gruppo chiave per la tutela della biodiversità: esse abbinano infatti ad un’ecologia specializzata e particolarmente vulnerabile la predilezione per habitat minacciati. Conseguenza di ciò è che per molte specie di orchidee la protezione tradizionale e le leggi speciali non costituiscono strumenti sufficienti e si deve quindi ricorrere ad interventi di conservazione ad hoc”.

Il progetto ha tra i suoi obiettivi quello di promuovere la propagazione ex situ di alcune orchidee prealpine spontanee, producendo piante per rinforzare le popolazioni naturali e scongiurarne quindi l’estinzione locale. A tale scopo, tutte le piante riprodotte per questo progetto dal CFA saranno utilizzate per rinforzare le popolazioni naturali, con particolare riferimento alle orchidee orobiche, nell’assoluto rispetto delle caratteristiche genetiche.