Bio e Natura

ANCHE L’ACQUA DEI DEPURATORI PER L'IRRIGAZIONE. UN VANTAGGIOSO RISPARMIO

Per soddisfare le esigenze della campagna occorrono enormi volumi d’acqua. I periodi di siccità sono sempre più prolungati e rendono difficoltosa la coltivazione di alcune colture. L’utilizzo dei reflui urbani può sicuramente attenuare un problema che, solo in Toscana, coinvolge ben ventiquattro mila aziende

10 luglio 2004 | Graziano Alderighi

L’irrigazione rappresenta in Toscana un elemento indispensabile a supporto di produzioni di qualità, in taluni casi ad alto reddito, alle quali corrisponde un elevato livello di professionalità dell’imprenditoria agricola. Le coltivazioni floro-vivaistiche e gli ortaggi sono in questo senso le produzioni di eccellenza dell’agricoltura irrigua toscana, per le quali sono necessarie risorse idriche di buona qualità e con scarsa salinità. Le aree di coltivazione di questi prodotti sono per lo più ubicate nella fascia costiera (Versilia e Val di Cornia, Pianura grossetana ) e nelle pianure interne (Area Pistoia e Val di Nievole). La superficie irrigata in Toscana, è di 47.286 ettari e corrisponde al 6 % della superficie agraria utilizzata. Le aziende che praticano l’irrigazione sono oltre 24.000, ma l’incidenza della superficie irrigata è inferiore sia alla media nazionale, che a quella dell’Italia centrale, con una correlata minore incidenza dell’utilizzo idrico per fini agricoli sul bilancio idrico complessivo.
Le attività condotte per la rilevazione dei fabbisogni idrici delle principali colture toscane e l’attivazione di servizi innovativi alle aziende, anche per via telematica, hanno già fornito al mondo agricolo toscano il supporto per l’ottimizzazione dell’irrigazione. Nel settore dell’impiantistica, in collaborazione con il Laboratorio Nazionale dell’Irrigazione, che ha sede proprio in Toscana, a Pisa, sono stati inoltre realizzati strumenti per il miglioramento dell’efficienza irrigua, fra questi un software “Ve.Pro.L.G.”, che consente di rilevare anomalie suggerisce le modifiche da apportare su impianti di irrigazione a goccia. L’Arsia ha inoltre condotto fin dal 1998 una sperimentazione sull’ utilizzo irriguo delle acque reflue in uscita dagli impianti civili di depurazione, che ha premesso di verificare la compatibilità agronomica, ambientale e igienico-sanitaria di questi reflui per l’irrigazione.
L’Arsia ha attivato negli ultimi anni, con la collaborazione delle Università di Pisa e di Firenze, una serie di iniziative di collaudo e di divulgazione presso tre Centri dimostrativi per l’irrigazione (in provincia di Grosseto, Livorno e Arezzo), per la diffusione di tecnologie innovative finalizzate al risparmio idrico e all’utilizzo di risorse alternative (acque reflue).
“Questa iniziativa – ricorda Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia – ci vede partecipi, tra l’altro, come firmatari di due recenti protocolli d’intesa, che impegnano, rispettivamente, l’Arsia alla collaborazione con Cispel (e il mondo dei servizi pubblici da esso rappresentato) e con l’Urbat, l’unione regionale delle bonifiche, l’Uncem e le organizzazioni professionali agricole, proprio sul tema di un uso più razionale della risorsa acqua. Un tema che deve essere affrontato nella sua globalità comprendendo gli aspetti agricoli, quelli idropotabili, la salvaguardia dell’ambiente, il tema delle bonifiche e le opportunità offerte dall’uso dei reflui per irrigazione.”
Il primo impegno comune sarà un monitoraggio dei sistemi irrigui, che andrà anche ad arricchire il sistema informativo nazionale (SIGRIA) per la gestione delle risorse idriche.
La collaborazione attivata potrà inoltre agevolare il trasferimento delle conoscenze e delle innovazioni collaudate, alle quali l’ARSIA lavora già da anni (fabbisogni idrici delle colture, realizzazione di supporti per l’ottimizzazione degli interventi irrigui e la gestione degli impianti, modalità di uso dei reflui a scopo irriguo), in tema di risparmio idrico, sia a livello aziendale che consortile. A ciò si aggiunge l’ulteriore sinergia attivata grazie all’altro protocollo, siglato con Cispel, che permette di chiudere il cerchio, con particolare riferimento a modelli di gestione delle acque reflue urbane e alla verifica del loro impiego su colture agricole e verde pubblico, e che vedrà presto la prima applicazione pratica con l’attivazione di un progetto pilota volto all’impiego per irrigazione dei reflui di un depuratore civile che si trova all’interno di una delle più importanti aree agricole della nostra regione.

Fonte: Arsia