Bio e Natura

ECCO IL PIANO D’AZIONE PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA DECISO DA BRUXELLES

Le ventuno azioni, presentate dalla Commissione europea, non convincono tutti. Perplessità sugli eccessi nella semplificazione dei controlli, che minerebbero la fiducia del consumatore verso i prodotti bio, e sull’accettazione di ogm, purchè presenti al di sotto della soglia già decisa per l’agricoltura convenzionale

19 giugno 2004 | R. T.

La Commissione europea, pochi giorni fa, ha adottato il Piano di azione europeo per l’agricoltura biologica e gli alimenti biologici, finalizzato a promuovere il continuo sviluppo dell’agricoltura biologica nell’Unione europea.
L’Organo esecutivo di Bruxelles ha presentato una lista di 21 azioni, che comprendono il miglioramento delle informazioni sull’agricoltura biologica, la razionalizzazione del sostegno pubblico nel quadro dello sviluppo rurale, il miglioramento delle norme di produzione e il potenziamento delle attività di ricerca. Il piano costituisce una risposta al rapido aumento del numero di aziende agricole biologiche e alla crescente domanda da parte dei consumatori.
Tale progetto è stato elaborato sulla base di ampie consultazioni con gli Stati membri e con le parti interessate, che hanno comportato, fra l’altro, una consultazione on line nel 2003, un’audizione nel gennaio 2004 e varie riunioni con gli Stati membri e con i gruppi di interesse. Il piano di azione sarà presentato in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri agricoli della Ue.
Commentando il piano di azione, il commissario europeo per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca Franz Fischler ha dichiarato: “la promozione di prodotti di qualità compatibili con l’ambiente è uno dei principali obiettivi della nuova politica agricola riformata. Per questo motivo la Commissione intende promuovere l’agricoltura biologica migliorando le informazioni a disposizione dei consumatori, rafforzando il sistema dei controlli e potenziando la ricerca”.

Le principali azioni previste dal Piano
Migliorare l’informazione: i consumatori europei non sono ben informati sui principi e sui benefici dell’agricoltura biologica. Per ampliare le notizie disponibili sull’agricoltura biologica, le pubbliche autorità degli Stati membri e l’Unione europea devono rendere accessibili al pubblico dati obiettivi e affidabili. È prevista quindi la realizzazione di campagne di informazione a livello comunitario cofinanziate dall’Unione europea, indirizzate ad esempio ai consumatori, agli operatori o alle mense pubbliche, al fine di illustrare i benefici dell’agricoltura biologica, promuovere l’uso del logo comunitario, rendere più trasparenti le varie norme di qualità e accrescere la disponibilità di prodotti biologici a beneficio dei consumatori dell’Unione europea.
Accrescere l’efficacia del sostegno pubblico: l’agricoltura biologica è uno strumento importante nella strategia per l’integrazione ambientale e lo sviluppo sostenibile, che costituiscono i principi fondamentali della politica agricola comune (PAC). Attualmente i produttori biologici possono beneficiare di aiuti nel quadro dei pagamenti diretti e delle misure di sostegno dei prezzi. Inoltre l’agricoltura biologica è pienamente integrata nella politica di sviluppo rurale e svolge un ruolo importante offrendo evidenti benefici ambientali. A tal fine la Commissione raccomanda vivamente agli Stati membri di utilizzare pienamente gli strumenti disponibili nel quadro dei rispettivi piani di sviluppo rurale per sostenere l’agricoltura biologica, e in particolare di: stimolare la domanda attraverso il ricorso ai nuovi sistemi qualità; promuovere azioni destinate a preservare a lungo termine i benefici per l’ambiente e la protezione della natura; offrire incentivi ai produttori biologici affinché convertano l’intera azienda agricola all’agricoltura biologica, anziché limitarsi ad una conversione parziale; offrire incentivi ai produttori per migliorare la distribuzione e la commercializzazione; promuovere la formazione e l’educazione di tutti gli operatori del settore, nel campo della produzione, della trasformazione e della commercializzazione.
Potenziare la ricerca: per promuovere l’espansione dell’agricoltura biologica sono necessarie nuove conoscenze e soprattutto nuove tecnologie. Le proposte della Commissione per potenziare la formazione e la ricerca riguardano tutti i livelli, dall’adozione di programmi di ricerca nelle università o in altri istituti di ricerca fino alla formazione all’interno delle aziende agricole per garantire il corretto trasferimento delle tecnologie agli agricoltori.
Rafforzare le norme di produzione e il regime delle importazioni e dei controlli: in quanto il biologico prevede un sistema di produzione descritto fin nei dettagli, i cui prodotti sono caratterizzati da un prezzo più elevato, l’agricoltura biologica non può esistere senza apposite norme di produzione e senza controlli affidabili lungo tutta la filiera. La fiducia dei consumatori nei prodotti dell’agricoltura biologica si basa precisamente su questi due elementi. Si rendono quindi necessari alcuni interventi: definire i principi fondamentali dell’agricoltura biologica rendendo espliciti i servizi resi alla collettività; accrescere la trasparenza e la fiducia dei consumatori; costituire un gruppo di esperti indipendenti incaricato di formulare pareri tecnici; rafforzare e armonizzare ulteriormente le norme in materia di agricoltura biologica attraverso il canale delle organizzazioni internazionali; migliorare le norme, ad esempio in materia di benessere degli animali; definire le norme per i settori non ancora disciplinati, quali l’acquacoltura, e stabilire nuovi standard ambientali, ad esempio il consumo di energia fossile ecc.; chiarire le norme riguardanti il divieto di impiego di OGM; accrescere l’efficacia e la trasparenza del sistema di controllo;
accrescere l’efficacia delle disposizioni in materia di importazioni.

I pareri
“Ad una prima lettura, risulta un piano con luci e ombre- sottolinea la direzione AIAB - alle indicazioni interessanti e innovative per il settore fanno da contraltare alcuni passaggi inquietanti soprattutto sugli OGM. Molto apprezzabile e innovativo il riconoscimento del ruolo economico e sociale dell’agricoltura biologica come modello di sviluppo, attribuendogli non solo il ruolo economico di produzione ma anche il ruolo sociale ed ambientale per i quali deve esserci un riconoscimento pubblico. Altrettanto apprezzabile e importante il riconoscimento dell’importanza della filiera corta e del rapporto diretto tra produttori e consumatori. Debole però, se non inesistente, il passaggio sulla semplificazione dei sistemi di controllo e certificazione per le piccole aziende che oggi è un problema scottante vista la dimensione media delle aziende italiane. Inaccettabile il passaggio che stabilisce la possibilità di presenza di OGM anche nel biologico con le medesime soglie di etichettatura stabilite per il convenzionale. Gravissimo il mancato pronunciamento sulla presenza di DNA GM nelle sementi che lascia aperta la porta ad una ulteriore deriva di contaminazione, insicurezza alimentare e messa in discussione della sovranità alimentare di ogni Paese. Auspichiamo un sollecito recepimento sul Piano d’Azione Italiano per tutto ciò che riguarda il sostegno all’agricoltura biologica ed una forte mobilitazione contro l’accettazione passiva della possibile contaminazione delle sementi e l’omologazione del biologico alla truffa delle soglie che già colpisce i consumatori per i prodotti convenzionali.”
“Ora serve un marchio per identificare la produzione biologica nazionale – afferma la Coldiretti - e colmare il ritardo del nostro Paese nei confronti di Francia, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Olanda, Svezia e Danimarca che hanno da tempo fatto questa scelta. Ci sono le condizioni per un piano d'azione italiano che consenta una efficiente difesa nei confronti degli ogm e anche l' individuazione e promozione di un marchio di qualità nazionale da utilizzare per segnalare l'origine italiana del prodotto, a garanzia degli operatori e dei consumatori che vogliono conoscere la provenienza territoriale degli alimenti. Una esigenza per garantire trasparenza in un settore che è entrato nelle abitudini alimentari degli italiani, come conferma l'ingresso per la prima volta dei cereali biologici nel paniere 2004 dei prodotti Istat per valutare l'andamento dei prezzi nei beni consumati dagli italiani e l'andamento dell'inflazione nel Paese.”