Bio e Natura
Seconda allerta siccità. Stavolta è l’Anbi a lanciare l’allarme
Il grave deficit di risorse idriche interessa, oltre al Nord, soprattutto il meridione. In Puglia e Basilicata gli invasi sono già ai livelli minimi
16 febbraio 2008 | T N
Il prossimo governo, secondo lâAnbi, e stando alla situazione climatica attuale, dovrà fare i conti con unâemergenza siccità senza precedenti.
Attualmente il bacino di Occhito sul fiume Fortore trattiene 31,8 milioni di metri cubi (l'anno scorso, allo stesso periodo, erano 122,2 e la capacità massima è pari a 247,5 milioni di metri cubi); quello di Monte Cotugno sul fiume Sinni conserva 129,4 milioni di metri cubi (l'anno scorso erano 261,6 e la capacità massima è pari a 530 milioni di metri cubi); il lago Pertusillo segnala una disponibilità di 43,2 milioni di metri cubi (nel 2007 erano 67,8 e la capacità massima è pari a 142 milioni di metri cubi). Eâ quindi già stato di allerta per Puglia e Basilicata.
Situazione di evidente difficoltà si evidenzia anche negli invasi minori della Campania, e c'è inoltre preoccupazione per le riserve idriche di Umbria e Marche.
In peggioramento sono le disponibilità idriche anche in Sicilia mentre, in Sardegna, a destare allarme è, soprattutto, la situazione del bacino di monte Leone, sul fiume Temo: oggi ha una disponibilità pari a 18,1 metri cubi d'acqua (un anno fa erano 46,6 milioni di metri cubi e la capacità massima è pari a 81,2 milioni di metri cubi).
Anche nel Nord Italia la situazione è problematica, i grandi laghi segnano infatti livelli inferiori alle medie stagionali: la situazione più grave è quella del lago Maggiore, la cui attuale altezza idrometrica (circa 28 centimetri) è poco più di un terzo del livello generalmente segnato in questo periodo dell'anno; in marcata sofferenza permane anche il lago di Garda, le cui acque segnano un'altezza idrometrica di cm. 67,5 contro una media stagionale tra i 90 ed 100 centimetri mentre si segnala in ripresa il lago di Como (altezza idrometrica cm. 10,1 contro una media stagionale, però, di circa 18 centimetri).
Secondo Massimo Gargano, presidente dell'Anbi, "è la conferma che necessitano, anche nell'Italia meridionale, nuovi interventi infrastrutturali, capaci di raccogliere fino all'ultima goccia di pioggia e di ottimizzare l'uso delle risorse idriche disponibili. Se un'importante contributo sta arrivando dagli interventi previsti dal Programma irriguo nazionale, nulla di significativo si deve registrare sul versante della capacità di accumulo idrico del Paese: salvo qualche sporadico intervento realizzato dai Consorzi di bonifica, servono precise scelte, ad ogni livello, per dotare l'Italia di quella rete di invasi, ormai indispensabile a fronte di un andamento climatico sempre più incerto"