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La semina ritardata del grano duro per contrastare caldo e siccità

La semina ritardata del grano duro per contrastare caldo e siccità

Sulla base dell'aumento della temperatura previsto, occorre adeguare le tecniche agronomiche. La semina ritardata può far sfuggire da condizioni proibitive per la produttivitò del grano duro

17 ottobre 2024 | 15:00 | R. T.

Il grano duro (Triticum durum Desf) è uno degli alimenti più importanti per circa il 35% della popolazione mondiale.

La temperatura è uno dei fattori più limitanti dello sviluppo delle colture; in particolare, il grano, in letteratura, è considerato estremamente sensibile alle alte temperature. Per ogni fase fenologica, esiste un intervallo di temperatura ottimale, sul quale i processi fisiologici sono influenzati negativamente. La temperatura influenza il tasso di germinazione dei semi, la crescita delle piantine e i processi che determinano la produzione di biomassa e semi. Quando le temperature medie “stagionali” aumentano, si possono incontrare lunghi periodi di siccità, causando diminuzioni dei tassi fotosintetici con conseguenti riduzioni dell’intercettazione luminosa. Per l'antesi del grano e il riempimento del grano, l'intervallo di temperatura ottimale tra 12-22 gradi e quando le temperature superano i 30 gradi, si verifica una riduzione del riempimento della spiga In effetti, la semina ritardata può causare problemi nella fase di riempimento del grano con una diminuzione della produzione.

L'Università di Napoli ha voluto verificare la risposta agronomica del grano duro a un aumento della temperatura di circa 1,5-2,0 gradi attraverso l'uso di tecniche di regolazione a breve termine, come il tempo di semina e la scelta della varietà.

L'esperimento prevedeva il confronto tra due diverse condizioni di temperatura (ordinario, OT - in campo aperto e alto, HT - sotto un tunnel di polietilene), due tempi di semina (ordinario - OS e ritardato -DS) e tre varietà (Ofanto, varietà moderna; Cappelli, varietà tradizionale; e un mix dei due).

Le condizioni di tunnel hanno causato un calo della resa del grano (52,5%), ma senza differenze tra i due tempi di semina.

La qualità del grano è risultata positivamente influenzata dai tempi di semina tardivi con un aumento del peso di 1000 semi e un aumento delle percentuali di proteine.

Il grano duro non si adatta bene alle condizioni di temperatura più elevate, dimostrando una forte riduzione della resa (circa la metà delle condizioni ordinarie). Tuttavia, in queste condizioni, la semina ritardata si traduce in una tecnica di regolazione discreta, consentendogli di raggiungere un valore di resa coerente con quella in semina ordinaria.
Per quanto riguarda le varietà, la scelta di una varietà “tradizionale” (Cappelli) è stata trainata dal tentativo di sfruttarne una maggiore resilienza, ma i risultati hanno evidenziato una maggiore adattabilità di Ofanto, una varietà moderna; infatti, Cappelli ha mostrato una diminuzione della resa di circa il 15%. La maggiore adattabilità di Ofanto è probabilmente dovuta al minore sviluppo della biomassa con conseguente minore perdita di acqua.
È interessante notare che la qualità del grano, in particolare la percentuale proteica, sembra essere migliorata da condizioni di temperatura più elevate, mostrando valori più elevati ma senza un effetto benefico della semina ritardata in queste condizioni.