Bio e Natura
IL CODICE DELL’AMBIENTE, VARATO POCHE SETTIMANE FA, E’ STATO RINVIATO AL GOVERNO DAL CAPO DELLO STATO. PIACEVA A POCHI
E’ prematuro recitare il de profundis per la legge delega approvata alla metà di febbraio, ma il Presidente Ciampi ha recepito molte delle osservazioni, per la maggior parte formali, mosse delle associazioni ambientaliste, della Conferenza Stato-Regioni e degli Enti locali. Richiesti chiarimenti al Governo e, da parte dell’opposizione, le dimissioni del Ministro dell'Ambiente Matteoli
25 marzo 2006 | R. T.
Il via libera definitivo alla riforma della legislazione ambientale era stato dato alla metà di febbraio.
Più di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati che intendevano semplificare e rendere più razionali le eco-norme.
âUna grande riforma di legislatura, attesa da molti anni - ha detto il ministro dellâAmbiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli â che ho fortemente voluto per far uscire lâambiente da un caos normativo in cui troppo spesso hanno potuto prosperare gli eco-furbi. Ora il cittadino e lâimprenditore potranno avere a disposizione un Codice dellâAmbiente chiaro e razionale che permetterà di compiere quel salto di qualità indispensabile per una reale tutela dellâambienteâ.
La norma in pillole
Il disegno di legge delega è stato approvato per la prima volta in Consiglio dei Ministri il 9 agosto del 2001 e ha concluso il suo iter parlamentare il 24 novembre del 2004. La Commissione di saggi istituita ad hoc per la scrittura dei testi ha concluso il suo lavoro a settembre del 2005. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo in prima lettura il 18 novembre 2005 ed in seconda lettura il 19 gennaio 2006.
Il 10 febbraio il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo, in terza lettura, al Decreto legislativo sullâambiente. Tra le novità inserite nel testo, che accolgono le osservazioni delle Commissioni parlamentari e delle parti sociali, il rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e del settore dellâigiene urbana e una politica incentivante delle energie rinnovabili attraverso le priorità di dispacciamento ed interventi finanziari per promuovere le energie rinnovabili soprattutto nel Sud.
Il Testo unico sullâAmbiente recepisce otto direttive comunitarie ancora non entrate nella legislazione italiana nei settori oggetto della delega; accorpa le disposizioni concernenti settori omogenei di disciplina, in modo da ridurre le ripetizioni; abroga cinque leggi, dieci disposizioni di legge, due decreti legislativi, quattro d.P.R., tre d.P.C.M. ed otto decreti ministeriali, cui sono da aggiungere le disposizioni già abrogate e di cui viene confermata lâabrogazione da parte dei decreti delegati.
VIA (Valutazione di impatto ambientale) â VAS (Valutazione ambientale strategica) IPPC (Prevenzione e riduzione integrate dellâinquinamento):
Integrale recepimento di quattro direttive. Scansione puntuale dei procedimenti VIA per garantire il completamento di tutte le procedure in tempi certi. Anche per la VIA ordinaria verrà esaminato il progetto preliminare. Definizione dei meccanismi di coordinamento tra VIA e VAS e tra VIA e IPPC. Introduzione di un sistema di controlli successivi.
Accoglimento del principio del silenzio-rifiuto e rafforzamento della disciplina di informazione al pubblico.
Difesa suolo: lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche: Riordino e coordinamento delle disposizioni normative frammentate in una pluralità di testi e interconnesse come la difesa del suolo, la tutela delle acque, la gestione delle risorse idriche. Integrale recepimento della direttiva 2000/60/Ce in materia di acque che prevede lâistituzione di Autorità di bacino distrettuali e la definizione dei distretti idrografici, che sono stati definiti in sette ( Distretto delle Alpi Orientali, che comprende i bacini dellâAdige e dellâAlto Adriatico; Distretto Padano, che segue la geografia dellâattuale Autorità di bacino del Po; Distretto dellâAppennino Settentrionale, che comprende il bacino dellâArno, della Liguria, i bacini meridionali dellâEmilia e quelli settentrionali delle Marche; Distretto Appennino Centrale, che include il bacino del Tevere, quelli delle Marche meridionali, dellâUmbria e dellâAbruzzo; Distretto Appennino Meridionale, che include anche tutti i bacini dellâItalia meridionale; Distretto idrografico della Sicilia e Distretto idrografico della Sardegna). Individuazione del Piano di gestione come strumento di pianificazione, riconferma del principio di pubblicità delle acque.
Rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e di igiene urbana.
Rifiuti e bonifiche: Vengono riordinate e coordinate le disposizioni normative concernenti questi settori.
Per le bonifiche vengono confermati sostanzialmente i parametri in vigore per la definizione di âsito inquinatoâ e per la successiva bonifica viene compiuta unâanalisi di rischio, viene confermato anche il meccanismo dellâaccordo di programma che ha dato buoni risultati e che prevede procedure più snelle e tempi più veloci nel pieno rispetto dellâambiente.
Vengono ridefinite le priorità nella gestione dei rifiuti in conformità con la normativa UE. Viene istituita inoltre unâAuthority per acque e rifiuti, creando due sezioni al posto del vecchio Comitato di vigilanza sullâuso delle risorse idriche e dellâOsservatorio nazionale dei rifiuti, con una diminuzione nel numero degli organi. Viene riconosciuto il ruolo delle Province in materia di rifiuti.
Tutela dellâaria: Riordino e coordinamento di tutte le misure concernenti la prevenzione dellâinquinamento dellâaria; promozione del ricorso alle migliori tecniche disponibili; introduzione di una durata fissa per lâautorizzazione pari a 15 anni.
Lâapparato sanzionatorio non è stato variato rispetto al passato in quanto la delega non prevedeva modifiche di questo capitolo. Impegni maggiori sulle fonti rinnovabili con priorità nel dispacciamento ed interventi finanziari per incentivare lâenergia rinnovabile al Sud, soprattutto per raggiungere gli obiettivi di Kyoto.
Danno ambientale: Viene definita la nozione di danno ambientale e una nuova disciplina in materia per conseguire lâeffettività delle sanzioni amministrative e viene applicato il principio che chi inquina paga. Per accorciare i tempi del risarcimento del danno, ad oggi il Ministero ha incassato soltanto le somme derivanti da transazioni, è prevista unâordinanza-ingiunzione per il risarcimento del danno che darà la possibilità al Ministero di incassare in modo certo e veloce le somme. Viene recepita integralmente la direttiva europea.
Ciampi rinvia al Governo il provvedimento
Il Presidente della Repubblica ha rinviato al Governo il decreto legislativo in materia ambientale.
Il mancato vaglio del Consiglio di Stato, delle associazioni ambientaliste, più il parere negativo della Conferenza Stato-Regioni, queste le motivazioni con cui Ciampi ha fermato il riordino ambientale.
A quanto pare, insomma, il Quirinale non avrebbe sollevato osservazioni di merito tali da richiedere modifiche del testo. Rilievi formali, dunque, e non una bocciatura, ne' un rinvio al governo perché si intervenga sui testi. Questo, sempre a quanto si apprende, il contenuto della lettera inviata dal Quirinale alla segreteria di Palazzo Chigi contenente, appunto, i rilievi del Colle sul "Codice dell'ambiente" fortemente voluto dal ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli.
Soddisfazione da parte delle associazioni ambientaliste
âIl rinvio del Capo dello Stato, al di là delle motivazioni, dimostra come e quando la tenace battaglia condotta dal Wwf fosse tuttâaltro che ideologica o di parte - afferma Fulco Pratesi, Presidente del Wwf Italia - il provvedimento ha bisogno di specifici approfondimenti e di una radicale revisione. Il nostro è un plauso al Presidente della Repubblica perché in una condizione istituzionale così difficile ha saputo rappresentare il senso e il valore dei beni di tutti, quali sono l´ambiente e la salute, valori garantiti dalla Costituzioneâ
âEâ il funerale della Delega ambientale - dice il direttore generale di Legambiente, Francesco Ferrante - Il Presidente della Repubblica ha ascoltato gli accorati appelli di cittadini, associazioni ambientaliste e enti locali. Il timore di una débacle ambientale, qualora il testo unico fosse entrato in vigore, è arrivato al Quirinale ed è stato fortunatamente accolto. A questo punto possiamo cantare vittoria, il Decreto legislativo non câè più. Grazie Ciampiâ
âIl Presidente Ciampi rinviando al Governo il decreto sulla legge delega ambientale compie un atto illuminato di cui si sentiva grande necessità . - ha dichiarato Donatella Massai, direttore generale di Greenpeace - Se vogliamo affrontare le sfide ambientali che ci attendono, dai rifiuti alla qualità delle acque, non possiamo smantellare lâintera legislazione ambientale faticosamente conquistata".