Bio e Natura

Si riaccende lo scontro in Europa sugli OGM

Autorizzazione comunitaria o nazionale alla coltivazione di colture transgeniche? Un difficile equilibrio tra la volontà unitaria dell'Ue e l'autodeterminazione nazionale. Intanto i dati Fao smentiscono un incremento delle rese grazie agli OGM

06 marzo 2014 | Graziano Alderighi

La diatriba tra chi vorrebbe mantenere l'attuale assetto legislativo e chi vorrebbe un maggiore potere d'intervento dei singoli Stati riaccende il dibattito in seno all'Unione europea.

Oggi la normativa prevede che sia l'Europa, attraverso un processo di valutazione tecnico-scientifica, ad autorizzare la coltivazione di una varietà OGM. I singoli Stati possono poi applicare una clausola di salvaguardia se sussistono motivati ragioni di natura sanitaria o ambientale. Di fatto, in alcuni Paesi dell'Ue, tra cui l'Italia, la clausola di salvaguardia viene applicata come barriera anti OGM. Altre forme di ostruzionismo, come il piano di coesistenza mai approvato in Conferenza Stato-Regioni, vengono attuate per impedire che si coltivino colture transgeniche. Accade così che l'Italia emetta decreti a ripetizione che vengono poi regolarmente bocciati dalla Corte di giustizia europea. Tutto ciò provoca reazioni, manifestazioni e “atti provocatori” come le semine dimostrative di mais transgenico in Friuli.

Il compromesso va raggiunto in seno all'Unione europea e deve quindi passare da una revisione dell'attuale regolamentazione.
“Il tema OGM è delicato e controverso: per questo motivo è necessario un quadro legislativo chiaro che soddisfi pienamente l’Italia e tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Siamo dunque favorevoli alla riapertura della discussione che permetta di trovare un equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione UE, basato su valutazione scientifica di rischi sanitari e ambientali e l’esigenza di garantire agli Stati la possibilità di vietare la coltivazione di OGM alla luce delle specifiche caratteristiche sul territorio” ha dichiarato il neo Ministro all’Ambiente, Gianluca Galletti.
L’Italia, qualche giorno fa, ha scelto di firmare la mozione presentata dalla Grecia con la quale si è chiesto di rivedere la delibera con cui si autorizzava in maniera indistinta la coltivazione di OGM. Assieme all’Italia, hanno firmato la domanda partita da Atene grandi nazioni come la Spagna e l’Inghilterra.
Nel mezzo la Germania, la quale ha presentato la sua riserva al provvedimento e prenderà presto una decisione sulla posizione da sostenere.
La Francia, per parte sua, ha presentato una bozza a sé stante con cui si consiglia di introdurre un doppio binario di autorizzazione, quello dell’Efta e quello dello stato interessato.
Rigidamente contrario, invece, il Belgio.
Nel complesso la trattativa pare partire sotto buoni auspici in quanto praticamente tutte le nazioni coinvolte hanno manifestato la volontà di un superamento dell'attuale normativa, dando, come già avvenuto con la riforma della politica agricola comune, maggiore spazio di manovra ai singoli membri dell'Ue.

Chissà che, in questo ammorbidimento delle posizioni, non vi sia anche la lettura dei recenti dati della Fao sul sostanziale fallimento di una delle promesse degli OGM, ovvero l'aumento delle rese.
Il paese preso a riferimento sono gli Stati Uniti dove la coltivazione degli OGM è libero ormai da anni. I dati statistici della Fao indicano che dal 2000 al 2012 le superfici coltivate con mais transgenico sono passate dal 20% al 90% della superficie coltivata. Simili crescite si sono avute anche per soia e cotone.
Le rese, però, sono cresciute solo del 4% tra il periodo 2007-2012 e il 2000-2006. Una percentuale che presenta un tasso di significatività statistica molto basso, ovvero c'è la possibilità che l'incremento sia del tutto casuale, ovvero non correlato con l'uso di OGM.
A fronte di rese non significativamente più alte è invece incrementato in maniera significativa (+30%) l'uso di erbicidi in Usa nel decennio 2000-2010.Stavolta la fonte è la banca dati del Dipartimento dell'agricoltura amkericano (Usda).

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Giuaeppe Bertoni

08 marzo 2014 ore 22:50

E' a mio parere sorprendente il tipo di deduzioni fatte dal Dr. Alderighi sugli OGM negli USA; infatti non si è chiesto:
- perchè quegli "stupidi" di americani passano dal 20 al 90 % di superfice ad OGM, mentre la resa è aumentata in modo "ridicolo"?
- perchè con gli OGM avrebbero dovuto aumentare gli erbicidi in genere? Capirei il glifosate! Non saranno aumentate anche le superfici coltivate?
A parte il fatto che mi piacerebbe vedere i dati FAO originali e non quelli mediati da "ECOBLOG.it", si rassereni....il mondo è pieno di agricoltori "stupidi" e quindi gli OGM continuano ad aumentare: nel 2013 ne hanno coltivato 176 milioni di ettari (nel 1996 erano 176 mila). Benché non servano a nulla.....! Ma che stupidi.....!