Bio e Natura

Poche sovvenzioni alle rinnovabili per premiare i combustibili fossili

620 miliardi di dollari di aiuti e finanziamenti per le energie convenzionali, specie nelle economie in via di sviluppo, contro 88 miliardi per quelle verdi e pulite. Inversione di tendenza solo dopo il 2020

02 marzo 2013 | C. S.

Le sovvenzioni ai combustibili fossili sono il vero nemico delle energie rinnovabili. Lo ha dichiarato la IEA, Agenzia Internazionale dell’Energia, ribadendo che non ha senso da parte dei governi la promozione delle energie verdi se poi si continua a finanziare il consumo di combustibili fossili.

Per queste ragioni Fatih Birol, capo economista dell’Agenzia, ha esortato i governi del mondo a porre fine alle sovvenzioni annuali a gas e petrolio. Parlando ai delegati durante l’annuale conferenza tenutasi a Vienna, Birol ha apostrofato i sussidi alle fonti fossili come un vero e proprio nemico pubblico, che danneggia e rallenta l’espansione degli impianti per la produzione di energia a basso impatto ambientale.

Nel 2011 l’importo complessivo delle sovvenzioni ai combustibili fossili ha infatti superato i 620 miliardi di dollari.

Circa 100 miliardi di dollari sono andati ad incentivare la produzione mentre 523 miliardi sono andati al consumo. Il dato è risultato superiore del 20% rispetto al 2010, crescita favorita soprattutto dall’innalzamento del prezzo del petrolio.

Dei 523 miliardi di dollari andati al consumo 285 sono stati destinati al petrolio, 104 al gas naturale e 3 al carbone, mentre un supplemento di 131 miliardi è stato suddiviso tra le tre fonti di energia appositamente per la produzione elettrica.

Al contrario solo 88 miliardi di dollari sono andati alle fonti energetiche rinnovabili, supporto che è stato quasi equamente suddiviso tra solare fotovoltaico, eolico, biomasse per la produzione di energia elettrica e biocarburanti (etanolo e biodiesel).

Gli analisti sostengono che la maggior parte delle sovvenzioni ai combustibili fossili si possono trovare nei paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti, anche se enormi sussidi e sgravi fiscali stanno inclinando il mercato globale dell’energia dalla parte dei combustibili fossili.