Bio e Natura
È ARRIVATA LA PRIMAVERA E CON ESSA I MOLTI PARASSITI DEL NOSTRO GIARDINO
Con l'aumentare della temperatura aiuole e balconi pulsano di vita. Alberi e arbusti sono nel pieno della stagione vegetativa, purtroppo in questo periodo anche i loro nemici sono in fermento. Un periodico controllo può impedire una loro eccessiva diffusione ed evitare di scoprirli a danno già avvenuto
21 maggio 2005 | R. T.
In questa prima puntata della nostra rassegna sulle cure del giardino andiamo ad esaminare alcuni dei più comuni parassiti delle piante ornamentali presenti nel nostro giardino, ci riferiamo in particolare a afidi e acari ma anche di insetti venuti da lontano come il lepidottero dei gerani.
Afidi
Gli afidi, detti anche pidocchi o pucette, sono di colore variabile in grado a volte di mimetizzarsi con la vegetazione, poco mobili e formanti sugli organi infestati fitte colonie.
Spesso questi insetti sono in simbiosi con formiche, per cui una presenza di quest’ultime sui vegetali può essere associata ad una infestazione di afidi.
Si sviluppano prevalentemente sugli apici dei germogli. Provocano decolorazioni e deformazioni del lembo fogliare. La crescita e la fioritura delle piante vengono rallentate e la vegetazione diventa appiccicosa a causa della deposizione degli escrementi zuccherini degli insetti (melata).
Non è consigliabile effettuare trattamenti preventivi, ma è necessario controllare con attenzione le piante in coltivazione.
Una volta individuati i primi focolai si può intervenire con insetticidi aficidi, efficace risulta il principio attivo deltametrina. Può anche risultare utile anche la distribuzione al terreno o al substrato, nel periodo primavera-inizio estate, di aldicarb granulare. È tuttavia indicato alternare vari principi attivi, per evitare la comparsa di forme resistenti.
Acari
Questi parassiti fitofagi, appartenenti alla famiglia degli artropodi, sono riscontrabili sulla gran parte delle piante ornamentali ed orticole. Hanno dimensioni piccolissime, tanto che non è possibile osservarli a occhio nudo.
Diverse specie di ragnetto possono procurare danni rilevanti su piante spoglianti o sempreverdi, erbacee o arboree.
Le foglie prendono un colore caratteristico, con riflessi metallici e poi finiscono col seccare.
- Ragnetto rosso e giallo (Tetranychus spp. , Panonychus spp., Eotetranychus spp.)
In natura gli acari fitofagi sono controllati abbastanza efficacemente dai loro predatori. Una volta verificata la presenza dei ragnetti sulle foglie (soglia indicativa: un ragnetto ogni 2 foglie) è necessario trattare. I prodotti da usare sono quelli a base di: dicofol+tetradifon, fenbutatin-oxide, propargite (su alcuni vegetali, es. pero, può essere fitotossico), benzoximate. In genere un solo trattamento dovrebbe essere in grado di controllare l’infestazione, altrimenti deve essere ripetuto a distanza di 15-20 giorni. In caso di forti infestazioni è opportuno addizionare ad uno dei prodotti sopra elencati un acaricida a base di clofentazine o hexythiazox. Questi due prodotti possono anche essere utilizzati in forma preventiva nel periodo primaverile.
- Eriofidi delle ornamentali (Trisetacus juniperinus, Aculus spp., ed altri)
Gli eriofidi sono un gruppo di acari fitofagi di piccolissime dimensioni, invisibili ad occhio nudo e spesso alle comuni lenti di ingrandimento. Provocano danni, alquanto variabili sia per intensità che sintomatologia, su diverse piante ornamentali. Per rilevare la presenza sui vegetali degli eriofidi, considerando le loro piccole dimensioni, è necessario disporre di una adeguata attrezzatura. Accertato che il danno è imputabile a questo tipo di acari, è opportuno intervenire con prodotti a base di endosulfan o methasistox.
Il nuovo lepidottero dei gerani
Cacyreus marshalli è un lepidottero proveniente dall’Africa in rapida diffusione in Italia, che causa notevoli danni sui gerani.
L’adulto svolge attività diurna in luoghi caldi e assolati, senza allontanarsi troppo dalle piante nutrici. Le ali sono di color bruno bronzo e con macchie di diversa tonalità di marrone; terminano con due codine lunghe e sottili. Depone uova singole da cui fuoriescono piccole larve bianche che penetrano i fusti dall’apice e vi scavano gallerie discendenti.
Le larve mature, di colore verde con bande dorso-laterali lilla, escono dai getti e si nutrono di foglie, fiori e apici vegetativi, creando danni simili a quelli di altri fitofagi.
Cacyreus marshalli compie in Italia 5-6 generazioni all’anno, generalmente sovrapposte che alla fine della stagione lasciano le piante parzialmente rinsecchite e defogliate, spesso senza fiori e con i caratteristici fori d’uscita tondeggianti a livello degli internodi.
Si può intervenire con comuni insetticidi a base di deltametrina.