Bio e Natura
Energie rinnovabili: fermento o declino?
Opinioni nettamente diverse tra il ministro Clini, il presidente del Gse e gli operatori sullo scenario di qui al 2020
15 settembre 2012 | R. T.
A poche settimane dall'entrata in vigore del V Conto Energia e del DM sull'incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici, il Ministro dell'Ambiente Clini ha dichiarato che l'obiettivo è riuscire a produrre il 30% di elettricità da fonti rinnovabili entro i prossimi due anni, rispetto al 24% del 2011 e 27% del 2012. Il Ministro Clini ha anche riconosciuto che "tutte le imprese italiane che stanno operando nel framework della green economy stanno ottenendo risultati positivi e sono caratterizzate da molte esportazioni. Sono la parte sana dell'economia italiana e in parte stanno crescendo grazie agli aiuti delle politiche nazionali". In riferimento agli incentivi agli impianti di produzione di energia rinnovabile, Clini ha sottolineato che si parla di "12 miliardi di euro all'anno per 20 anni, riconoscendo che il settore tra il 2009 e il 2011 ha creato oltre 120 mila nuovi posti di lavoro.
Ottimista anche il presidente e amministratore delegato del Gse (Gestore servizi elettrici) Nando Pasquali: "Oggi il settore delle fonti di energia rinnovabile è in pieno fermento, come del resto accade ogni qualvolta venga introdotta una novità normativa”, aggiungendo che “È altrettanto indubbio che questo comparto si sia contraddistinto per una crescita costante, sostenuta dagli incentivi, da una grande capacità degli operatori e dalla maturazione tecnologica del settore, che speriamo possa portare presto alla grid parity."
Molto critico, invece, il presidente dell'associazione produttori di energie rinnovabili, Agostino Re Rebaudengo: "in un momento in cui il contesto europeo ha quasi definito ambiziosi obiettivi al 2030 e le strategie al 2050 il nostro Paese dovrebbe perseguire politiche di sviluppo con strumenti attuativi coerenti che rendano possibile il raggiungimento al 2020 di una quota pari al 38% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, così come sembra suggerire la bozza di Strategia Energetica Nazionale, apparsa in questi giorni sui media. I nuovi decreti, invece, permetteranno un modestissimo sviluppo delle rinnovabili elettriche da oggi al 2020, appena sufficiente a raggiungere gli obiettivi fissati da Bruxelles. Per questo ritengo che l’Italia debba essere più ambiziosa e attenta alla crescita, facendo la fondamentale scelta di prediligere uno sviluppo green rispetto alle fonti fossili."