Bio e Natura

UNA BIOFABBRICA NATURALE PER LA PRODUZIONE DI INSETTI UTILI

Il 3 ottobre scorso si è svolto a Policoro, in provincia di Matera, un seminario sul tema "Importanza Scientifica del Bosco Pantano di Policoro", di cui è stato relatore il naturalista entomologo Gianni Gobbi

11 ottobre 2003 | T N

Una figura di rilevo, ecco chi è Gobbi. Per il suo prezioso lavoro può essere considerato il primo "scopritore" del Bosco Pantano, sul finire degli anni Settanta. Grazie alle sue relazioni e pubblicazioni scientifiche, ha reso noto a un pubblico via via sempre più esteso, le valenze scientifiche e naturalistiche del Pantano di Policoro.

Gianni Gobbi è stato oltretutto tra i primi a individuare e classificare nel biotopo alcune specie di insetti sconosciuti alla scienza.
Ancora oggi viene frequentemente da Roma per continuare con passione l'azione di ricerca e divulgazione "volontaria" nel tentativo di sensibilizzare i residenti a una sempre più concreta e reale tutela del patrimonio che la
natura ha voluto far dono a Policoro, che, nonostante l'incuria e le aggressioni degli anni scorsi, sopravvive ancora oggi.

Recentemente Gobbi ha segnalato - ai servizi Alsia che si occupano di controllo biologico - la comparsa, nel Pantano, della Metcalfa pruinosa, un insetto estremamente pericoloso per le colture agricole e il verde urbano, permettendo di "vaccinare" il metapontino con l'introduzione di un altro insetto, parassita specifico di quello dannoso, il Neodrynus typhlocybae.

Il Bosco Pantano diviene così una "biofabbrica naturale" che produce insetti utili contro la Metcalfa pruinosa. Ciò, naturalmente per il caso specifico. Ma quante altre cose, tra beni e servizi, "produce" e conserva il Bosco Pantano di Policoro, al servizio e all'insaputa della nostra generazione e, speriamo, di quelle future?

Fonte: Dottor Giuseppe Mele, responsabile Alsia della U.O. "Agricoltura biologica e biodiversità", Metaponto (Matera)