Bio e Natura
Equiseto, parietaria e sambuchella. Ecco come combattere queste tenaci infestanti
Sono erbe perenni tra le più temute, sia nel vigneto sia nell'oliveto. Non temono le lavorazioni del terreno e per debellarle occorre un attento diserbo chimico, con i principi attivi più adatti
12 febbraio 2011 | Graziano Alderighi
Equiseto (Equisetum arvense), parietaria (Parietaria officinalis) e sambuchella (Aegopodium podagraria) sono tre infestanti molto temute tanto nel vigneto tanto nell'oliveto perchè perenni, perchè molto invasive, tappezzanti e di difficile controllo.
Impariamo a conoscerle
Equiseto: conosciuta anche come coda di cavallo. Sono tra gli organismi più antichi della terra: erano piante diffuse 350 milioni di anni fa. Porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei detti rizomi.
Sambuchella: ha sviluppo tappezzante, tende quindi ad allargarsi molto. Questa pianta in estate assume una colorazione bianco; è di taglia piccola e può raggiungere i 10 cm di altezza. Non mantiene la foglia in inverno. Pianta che necessita di almeno alcune ore al giorno di irradiamento solare, non teme il freddo.
Parietria: conosciuta anche come erba vetriola, è una pianta della famiglia delle Urticaceae e quindi parente stretta dell'ortica. Deve il suo nome al suo habitat favorito: i vecchi muri, tendenzialmente ombrosi. Si adatta benissimo in suoli fertili e ricchi d'azoto. Può essere alt fino a a 70 centimetri.
Difficile combatterle
I normali e usuali metodi per combattere e contrastare le infestanti non si adattano bene a queste erbe che, anzi, tendono a sostituirsi alla flora spontanea presente, creando un tappeto uniforme sia sulla fila sia nell'interfila.
Unica soluzione praticabile è il diserbo chimico, in quanto le lavorazioni meccaniche, non sono mai risolutive, spesso utili solo per poche settimane.
Diserbo chimico
Diverse esperienze per cercare il migliore sistema per combattere queste infestanti sono stati svolti dall'Istituo agrario di San Michele all'Adige sia con recenti principi attivi, sia attraverso miscele.
I diserbanti provati
Glifosate: diserbante sistemico molto noto, ha un effetto disseccante molto accentuato. Utilizzato anche su essenze arbustive. La rapida azione dell'erbicida è favorita da alte temperature, elevata umidità dell'aria ed intensa illuminazione solare.
Aminotriazole: non si tratta di un erbicida residuale ma la sua attività multisito e sistemica. Ancor non autorizzato in Italia, sebbene il procedimento sia in corso, dopo che il DM 3-9-1974 ne proibisse la commercializzazione e l'impiego.
Flazasulfuron: è una molecola della classe delle solfoniluree che ha attività fogliare e residuale. Si impiega nei trattamenti di post-emergenza precoce delle infestanti quando queste presentano un'altezza massima fino a 10 cm.
MCPA: utilizzato anche nel diserbo industriale e per aree incolte per la sua azione di tipo ormonico-sostemico e il suo ampio spettro d'azione. Persiste nel terreno per 2-3 settimane. Ã un principio attivo che agisce prontamente e che non subisce l'azione di dilavamento delle piogge e delle rugiade
Glufosinate ammonio: erbicida di contatto, non selettivo e parzialmente sistemico. Agisce per contatto ed assorbimento fogliare localizzato sulle parti verdi delle piante presenti al momento dell'intervento; non esplica alcuna azione di tipo radicale o residuale.
Risultati
Contro la sambuchella particolarmente efficace risulterebbe una miscela composta da flazasulfuron (100 g/ha) e glifosate, con un intervento autunnale. I risultati hanno mostrato che i filari sono risultati puliti da questa infestante per diversi mesi successivi al trattamento.
Contro sambuchella e parietaria, viceversa, il trattamento più efficace risulterebbe una miscela di aminotriazole e glifosate, in grado di estirpare tali erbe, sia in trattamento autunnale sia primaverile. In particolare l'aminotriazole sarebbe la molecola più efficace su queste infestanti e non andrebbe accompagnato da principi attivi, come l'MCPA, che abbiano un un'azione immediata.
Considerando l'impossibilità dell'uso di aminotriazole al momento in Italia, il principio attivo che si è mostrato più efficace nel cotrastare l'equiseto, sebbene solo per pochi mesi, è stato il glifosate, in trattamento autunnale, specie se accompagnato da eptametiltrisilossano, polialchilene ossido, un tensioattivo che riduce significativamente la tensione superficiale della soluzione da irrorare, assicurando di conseguenza un'abbondante copertura anche sul fogliame di piante particolarmente difficili da bagnare.