Bio e Natura
OGM A FIANCO DI CAMPI BIOLOGICI O CONDOTTI CON METODI ECOCOMPATIBILI. È IL FUTURO. PRONTO IL DECRETO SULLA COESISTENZA
Il decreto presentato da Alemanno prevede la possibilità di coltivare organismi geneticamente modificati anche in Italia, quando ci saranno tutte le certezze necessarie. Un atteggiamento “prudente” che convince poco. Reazioni durissime con associazioni sul piede di guerra
16 ottobre 2004 | Graziano Alderighi
Il Ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno ha annunciato che presenterà un decreto sulla coesistenza tra coltivazioni convenzionali e coltivazioni ogm.
Il provvedimento che "se tutto va bene" - ha precisato il Ministro - sarà approvato, ha una impostazione "molto prudente" poiche' prevede il "divieto di coltivare ogm prima che ci siano tutte le certezze" necessarie. La "forte prudenza" - ha spiegato il Ministro - è compatibile con le indicazioni dell'Unione Europea che hanno un approccio "forse troppo semplicistico". Secondo il ministro e' necessario "rispettare le regioni che hanno fatto una scelta di prudenza". Il ministro ha ribadito che nonostante queste norme molto rigide "la ricerca è libera e aperta". In particolare il decreto si concentra sulla responsabilità del produttore; sulle verifiche relative ai rischi di contaminazione; sul recepimento delle scelte fatte dalle singole regioni. Uno dei pilastri del decreto - ha chiarito Alemanno - riguarda la responsabilità civile di chi inquina.
A questa dichiarazione del Ministro sono seguite reazioni durissime, anche da chi non ti aspetti come il Presidente del Consiglio Berlusconi che si è detto favorevole a una linea più prudente e meno aperta rispetto a quanto suggerisce il decreto presentato da Alemanno.
âHo letto le dichiarazione del Presidente Berlusconi sul decreto da me presentato sulla coesistenza degli Ogm. Credo che derivino da un equivoco sul significato del decreto stesso. Stabilire delle regole chiare sulla coesistenza tra le coltivazioni Ogm e tradizionali è lâunico modo per garantire la libertà di scelta dei produttori e dei consumatori. Se non diamo regole precise e rispettose delle competenze delle Regioni, che in larga maggioranza stanno adottando leggi per mantenere la propria agricoltura Ogm-free, rischiamo seriamente di eliminare il diritto di libertà di scelta dei produttori a favore di una contaminazione incontrollata delle produzioni Ogm. In altri termini â ha concluso Alemanno - anche in questo caso non câè libertà senza regole e sono convinto che il Presidente del Consiglio approfondendo la questione Ogm si convincerà della bontà del nostro provvedimentoâ.
Ma gli agricoltori, rappresentati dalle organizzazioni di categoria, hanno già e più volte espresso la propria contrarietà agli organismi geneticamente modificati.
âSembra proprio che al nostro Governoâ afferma Vizioli dellâAiab - stiano più a cuore gli interessi economici delle multinazionali piuttosto che il futuro dellâagricoltura italiana. Oggi appare ancora più evidente che agli USA non abbiamo promesso solo appoggio alla guerra in Iraq ma anche sudditanza verso gli interessi delle sue multinazionali, in modo che possano impossessarsi della biodiversità tramite i brevetti. Il rinvio alla conferenza Stato Regioni è solo unâulteriore allungamento dei tempi per modificare un decreto che nella forma odierna è atteso e condiviso dal mondo agricolo, ambientalista e dei consumatori. Infatti, come per altro scritto nella relazione illustrativa al decreto, la posizione delle Regioni è nota: ben tredici Regioni hanno aderito alla âCoalizione liberi da OGMâ; e ben cinque (Puglia, Toscana, Umbria Marche, Lazio) hanno già legiferato in merito; molte altre si apprestano a farlo e, comunque, tutte hanno lâobbligo di ottemperare alla raccomandazione 2003/556/CE della Commissione UE per gestire la coesistenza. Chiediamo al Ministro di prendere le dovute distanze da chi opera per ricevere gratificazioni da Monsanto & C., evidentemente insoddisfatto del semplice plauso per aver difeso gli interessi della collettività , garantendogli sostegno e disponibilità a manifestare in suo sostegno contro ulteriori rinvii e pericolose modifiche al testo.â
âLa mancata approvazione del decreto legge con le disposizioni per la coesistenza è senza dubbio una notizia non positiva data la situazione di grande incertezza in cui si trovano gli agricoltori italiani interessati a tutelare le proprie coltivazioni da possibili inquinamenti di Ogmâ. Lo ha sottolineato Giuseppe Politi della Cia-Confederazione italiana agricoltori commentando il rinvio da parte del Consiglio dei ministri del provvedimento.
âSiamo in presenza di una preoccupante battuta dâarresto. Infatti, la mancanza di chiarezza sulle misure da osservare alla luce anche dellâormai imminente avvio delle semine per la prossima campagna cerealicola è -sottolinea Politi- un elemento che accresce il disagio di tutti gli operatori della filiera, in particolare degli agricoltoriâ.
âAl di là delle differenze di vedute allâinterno del Governo -conclude il presidente della Cia- auspichiamo una rapida emanazione del decreto che da tempo sollecitiamo. Il Tavolo agro-alimentare potrà in questo senso dare un prezioso contributo allâimpianto normativoâ.
âCi aspettiamo â afferma Paolo Bedoni di Coldiretti - che il Governo nazionale prenda atto, e si adoperi di conseguenza, della grande mobilitazione che ha portato in meno di un anno oltre 1100 comuni a dichiarare il proprio territorio "libero da Ogm" e che ha coinvolto, oltre ai comuni, le province, le comunità montane e la stragrande maggioranza delle regioni che hanno adottato o stanno adottando provvedimenti per difendersi dalle contaminazioni. La nostra mobilitazione continuerà ancora più incisiva per raccogliere le adesioni, che si aggiungono sul territorio giorno per giorno, a difesa della libertà di produrre e consumare alimenti non contaminati da organismi geneticamente modificati. Dei 1112 Comuni che hanno adottato delibere per un territorio libero da Ogm sostenute dalla Coldiretti, il 40% si trova al nord, il 30% nel centro e il 30% nel sud. La regione che ha più comuni "Ogm-free" è il Piemonte con 167, seguita dalla Campania con 157. Mentre a livello provinciale Trapani si distingue perchè è l'unica dove il 100% dei comuni ha assunto delibere per bandire le coltivazioni Ogm seguita da Macerata dove più della metà dei comuni (59,6%) ha approvato la delibera per l'esclusione del transgenico. In termini di incidenza dei comuni "Ogm-free" sui comuni totali a livello regionale la leadership è del Lazio con una percentuale del 35,7%.â