Fuori dal coro

Con Angelina Librandi l'olio arbëreshë incontra i più ampi consensi

Ecco chi ha sdoganato una regione olivicola a torto ritenuta marginale. Insieme con i fratelli, ha impresso una decisiva svolta all'olivicoltura calabrese, ma le istituzioni regionali restano latitanti

05 luglio 2008 | T N

Angelina Librandi è nata a Vaccarizzo Albanese, paese arbëreshë della Calabria. Studi all’università di Firenze, nella Facoltà di agraria, dove è entrata a contatto con realtà produttive di una regione rinomata per le sue produzioni di qualità.

Nel 1997 è diventata assaggiatrice ufficiale, entrando così a far parte di una commissione d’assaggio della Camera di Commercio di Firenze. Da allora ha conosciuto e frequentato persone molto qualificate ed esperte del settore oleario, cominciando così ad apprendere le necessarie tecniche e conoscenze per poter produrre oli di alta qualità.

Nel 2003 ha seguito in prima persona le fasi di estrazione dell’olio nel frantoio aziendale, di proprietà della famiglia, dove poi ha cominciando ad applicare il bagaglio di conoscenze appreso nel corso degli studi, con ottimi risultati. Tanto che già nel 2004, al primo anno di imbottigliamento ha vinto l’Ercole Olivario nella categoria Fruttato intenso.

Negli anni successivi ha lavorato sugli oli monovarietali, facendo in modo che l’Azienda Agricola Librandi si confermasse sempre ad ottimi livelli; infatti, anche quest’anno sono molteplici i riconoscimenti ottenuti: dal “Premio Montiferru” al “Premio Biol”, dal “2008 Special Award at Los Angeles Country Fair Olive Oil” alla “Gran Menzione Sol d’Oro”, dalla “ Gran Menzione Premio Armonia” al “Tre olive Slow Food”, fino alla “Gran Menzione L’Orciolo d’Oro”, per considerare i premi più importanti.

Angelina Librandi in compagnia del fratello Michele

Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Da cinque anni mi occupo della produzione oleicola dell’azienda di famiglia con buoni risultati, visto il considerevole numero di riconoscimenti che l’azienda ha ottenuto anche a livello internazionale. Operiamo con una forte attenzione per la salvaguardia del territorio, i criteri adottati sono infatti quelli dell’agricoltura biologica che l’azienda segue dal 1997. Tra gli obiettivi dell’azienda vi è quello di migliorare sempre più gli standard qualitativi della produzione. A tal fine gli ultimi investimenti sono stati indirizzati all’ammodernamento dell’impianto di trasformazione, un frantoio moderno a ciclo continuo di ultima generazione.

E' soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Sono molto soddisfatta di quanto io e i miei fratelli (Carmela, Lucia, Michele e Pino) stiamo realizzando in azienda, con l’indispensabile supporto di nostro padre. Abbiamo raggiunto un buon livello qualitativo lavorando con grande serietà e con non pochi sacrifici.
Sono d’altro canto perplessa e preoccupata perché nella mia bella Calabria ci sono troppe cose che andrebbero migliorate. Purtroppo le istituzioni regionali non si impegnano abbastanza ed è un vero peccato perché questa regione avrebbe tanto di buono da offrire.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Perché negli ultimi anni si è preferito dare importanza a settori considerati fondamentali nell’economia nazionale, dimenticando che l’agricoltura rimane una delle nostre risorse più importanti.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Non credo.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Per passione, non avrei voluto fare altro nella vita. Amo la mia terra, i suoi colori e i suoi profumi.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Difficile ma affascinante.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Inefficienti, non operano nel vero interesse delle singole aziende.

Una parola d'ordine per l'agricoltura di domani?
Qualità, innovazione e rapidità nelle scelte politiche.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Uno qualsiasi, l’importante che lo faccia con preparazione e passione.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Mio padre, che conosce le sue piante una per una e le accudisce come se fossero creature indifese. Lo ringrazio per avermi trasmesso l’amore per questa magnifica terra e per avermi dato fiducia anche se non sempre siamo stati d’accordo su tutto…

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Nessuno.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Potrebbero essere molto utili, ma in passato non si è trasmesso con sufficiente chiarezza l’importanza di questo strumento, lasciando il consumatore in balia di falsi scandali che hanno interessato ultimamente il mercato.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Tra due mari, di Carmine Abate.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Nudi e crudi, di Alan Bennett.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Olive comprese di Andrea Vitali. Il titolo non è legato alla mia realtà lavorativa!

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Perché non si da' troppa importanza alla “coltura” della cultura e della conoscenza.

Olivi della famiglia Librandi