Massime e memorie
UN INNO ALLE BELLE E MORBIDE TETTE
Seni a volontà. Seni in bella vista. Seni da favola. Con l’arrivo del caldo emergono all’attenzione generale e non si vergognano ad apparire in tutto il loro turgore o un po' appassiti e cadenti. A Treviso vi è l’arcinota “fontana delle tette”, da cui è possibile dissetarsi con insaziabile piacere. Noi proponiamo a beneficio di chi ci legge le insolite e catturanti immagini di Ramon Gomez de la Serna
10 luglio 2004 | T N
In pochi conoscono Ramon Gomez de la Serna. Ed è un vero peccato. I suoi libri sono poco frequentati in Italia. Nato a Madrid nel 1888, è morto a Buenos Aires nel 1963. Eâ stato uno scrittore che ha vissuto intensamente lo spirito delle avanguardie artistiche europee. Si è occupato di scrittura su più fronti, affrontando una molteplicità di generi con successo.
Lo spazio che riserviamo ai lettori di âTeatro Naturaleâ prende spunto dal volume Seni, pubblicato nel 1917 (Senos) e proposto in Italia da ES, Editoriale Studio, con la preziosa e avvincente cura di Elena Carpi Schirone nel 1991. Ma ecco, a beneficio di chi legge, alcuni curiosi e accattivanti stralci. Lâideale sarebbe però leggere lâintero libro, peccato sia difficile recuperarlo. Sarebbe il caso di ristamparlo
I seni migliori
⦠i suoi seni erano magnifici, rotondi, puliti, autentici, senza inganno, formavano un esteso panorama, non erano solo calzini gonfi, saccocce o tasche isolate e allungate nel centro del petto. Erano ampi, sicuri, magistrali.
I seni che volevano che io li prendessi
Quei seni volevano venire con me, tendevano verso di me le loro mani come una neonata che fuggisse dal seno della madre. Essi volevano me, ma lei li tratteneva, li dissuadeva. Continuò a lottare con loro fino a che se ne andò.
Il seno che mi chiamò da dietro
Non volli girare la testa perché era dolce quel bussare alla porta delle mie spalle. Feci finta di niente e sentii che il seno continuava a chiamarmi. Di fronte a tanta insistenza e temendo che si stancasse e se ne andasse, girai la testa. Lei fece finta di non aver notato quello che stava facendo, come se lo avesse fatto senza poterlo evitare. Io continuavo ad ascoltare dietro di me, ascoltando come quei seni si avvicinavano nel più assoluto silenzio.
I seni alla spiaggia
I seni vicino al mare, sulle spiagge delle vacanze diventano concavi, striminziti, compressi. La doccia del mare è come un pesante copribusto di gomma che li stringe. Le docce del mare sopprimono e correggono le loro pazzie, il loro vago respiro verso lâuomo, lâunica cosa che li giustifica così penzolanti, gonfi come un fagotto e stupidi.
La donna dai seni per lâestate
In estate era incantevole, e la cosa più fresca erano i suoi seni, che sembravano due sorbetti alla crema con la punta di fragola, con quella miscela giallastra e rosa che piace tanto ai pasticceri.
I seni dellâarte
I seni dellâarte esistono appena. Si materializzano nella pittura e perdono la loro verità , apparendo come una cosa fittizia.
I seni della timorosa
Per la gran paura che glieli rubassero lei li teneva in una cassaforte e a volte li portava nelle cassette di sicurezza della Banca.
Soltanto nelle grandi solennità , nelle grandi feste mondane, ritirava i suoi seni e se li metteva.
I seni delle ragazze di questo quartiere
Non si sa cosa sia successo in questo quartiere, ma tutte le ragazze esibiscono seni opulenti e cadenti da donna. Forse lo devono al fatto che sono le figlie di padri crapuloni, avvelenati dal germe inestinguibile che in qualche misura è figlio delle donne di malaffare scelte tra quelle che hanno seni migliori.
I seni della danza
I seni sentono la pazzia della danza con una frenesia che a volte giunge a spaventare, perché sembra che stiano per prendere fuoco, per incendiarsi sfregandosi lâuno contro lâaltro.
Le negre
â¦le negre dalle labbra di lumaca, possiedono i seni più terribili della creazione, seni che somigliano a otri gonfi di vino, seni elefantini, seni come due grandi banane dalla buccia neraâ¦
I seni della casa di campagna
Nella casa di campagna, i seni sono come pezzettini di pane per la colazione.
Lâuomo che suonava i seni
Lâuomo che suonava i seni era instancabile, perché credeva che si potesse morire suonando seni sinceramente abbandonati a mani sincere che non li derubano, ma che restituiscono loro il patrimonio che meritano.