Massime e memorie

Il pericolo della cultura per un uomo di campagna

Un storia strampalata che reca la firma di Giovanni Guareschi, il celeberrimo autore di Don Camillo

05 settembre 2009 | T N

Pericolo della cultura

Un uomo di campagna, che aveva parecchi soldi, tutte le volte che andava in città si amareggiava: sui muri, sui tetti delle case, alle cantonate c’era roba scritta in grande e in piccolo ed egli doveva limitarsi a guardare perché non sapeva leggere. Neanche i nomi delle strade: solo i numeri sapeva leggere, ma i numeri dicono ben poco, e quel che contano sono sempre le parole.

Allora una bella volta si chiuse in casa, prese in affitto una maestra e disse: “Ritornerò in città quando avrò imparato a leggere!”.

In tre mesi riuscì a risolvere il mistero dell’alafabeto. Allora attaccò il cavallo al biroccio e via verso la città.

Giunto alla barriera, la prima cosa che vide su un muro fu una scritta a carbone: Asino chi legge.
“Pareva che me lo sentissi che c’era sotto la fregatura”, disse tra sé.
E fece dietro-front, e ritornò in campagna, e si arrabattò per disimparare a leggere. Ma ormai l’incanto era rotto ed egli era diventato un infelice come tutti gli altri.

Giovanni Guareschi


Testo tratto da: Giovanni Guareschi, Lo zibaldino. Storie assortite vecchie e nuove, Bur Biblioteca universale Rizzoli, Milano 1985