Massime e memorie

'U cunnu, ovvero 'U pilu. Quando il sesso della donna è declinato al maschile

Una citazione da "La vita obliqua" di Enzo Siciliano mette in evidenza una curiosa espressione tipica della Calabria

26 luglio 2008 | T N

Gustave Courbet,

“’U cunnu.” Oppure, “’U pilu”.
Era maschile nella loro bocca il sesso della donna, quasi a segno di un possesso connaturato e indiscusso – una soggezione che il genere grammaticale rendeva obliqua. Ma era un possesso spregiativo, poiché “cunnu” è parola che sigla un mollusco di mare – “chi havi saputi duci, ma è molle ‘n front’ ‘ a minchia, ch’è tosta”. Di mare – saporito, profumato, e, nel confronto con il cazzo, morbido in eccesso certe volte.

“Tu havi a cùnnere cu lu cunnu” – devi sporcarti di fica, cioè. Questo il mandato.

Enzo Siciliano



Testo tratto da: Enzo Siciliano, La vita obliqua, Mondadori 2007


LA RECENSIONE
Un viaggio in una Calabria ancestrale, divisa tra un'anima torpida, sensuale, velleitaria e capace di ogni bassezza e conformismo: link esterno