Massime e memorie
IL BAMBINO CHE ERO IO
10 giugno 2006 | T N
Nel 1965 il bambino che io ero cominciò a temere in modo inesplicabile l'oscurità della notte. Ho riportato alla memoria quella sera pervasa da una sottile pioggia fluttuante: m'ero già addormentato; ero così piccolo, mi avevano poggiato sul letto come si fa con un giocattolo. Il ticchettio dell'acqua sulle grondaie esaltava il silenzio; il sonno si era a gradi impadronito di me, come io poco a poco avevo cacciato nell'oblio il gocciolio della pioggia. Deve essere stato nel momento in cui calmo e fiducioso mi abbandonavo al sonno che mi apparve una strada remota e tranquilla, a cui alberi e ciuffi d'erba lasciavano ordinatamente il passo. Da lontano si sentì una donna che chiamava con voce di pianto. Quella voce roca che risuonò improvvisamente spezzando l'incomparabile silenzio di prima pervase di brividi l'infanzia che rivive adesso nella mia memoria.
Yu Hua
Testo tratto da: Yu Hua, L'eco della pioggia di Yu Hua, traduzione di Nicoletta Pesaro, Donzelli, 1998