Massime e memorie
IN MONTAGNA
"Le morti in montagna sono coltelli finiti per sbaglio sul bersaglio", scrive Erri De Luca
28 gennaio 2006 | T N
In montagna ho spesso l'impressione di essere un bersaglio, di stare sotto l'osservazione di un mirino. Per scongiuro penso al lanciatore di coltelli. La sua bravura consiste nel mancare il bersaglio. Conficca le sue punte intorno alla figura. Per lui la precisione sta nel puntare al bordo e ignorare il centro.
Le morti in montagna sono coltelli finiti per sbaglio sul bersaglio. Sono lanci sbagliati. La montagna non è un mostro che uccide, ho il sentimento invece che essa soffra di trafitture per ogni vita persa addosso a lei. Le valanghe che non ha potuto trattenere, le scariche di sassi che sono saltate di sotto: c'è un dolore della montagna, e un suo risarcimento che aiuta altri alpinisti. Ognuno di noi ha avuto nelle scalate esperienza di fortuna: è più precisamente una sua premura, una protezione riuscita.
Erri De Luca
Testo tratto da: Erri De Luca, Sulla traccia di Nives, Strade blu, Mondadori, Milano 2005