Massime e memorie
IL MOVIMENTO DELLA TERRA
09 luglio 2005 | T N
(...)
Abbiamo imparato insieme, preticello mio,
che il movimento della terra â quello
impercettibile della crescita dellâerba e dei rami,
e quello devastante dei terremoti,
dellâacqua e del vento â scuote
lâanima dei trapassati e manda ai vivi
parole indelebili.
Ora lâautista, in assenza di ordini, ha preso
lâiniziativa: ha fermato la corsa.
Sono finite le scosse, il tuo corpo è inerte.
Davanti a noi, alla fine dei campi, le mura
della città turrita, immobili,
lambite dallâultimo chiarore: "Non è
la città dove siamo nati", avverto
il conducente con una voce secca, serrata.
Lui cerca di convincermi. "Non è â insisto â
per quanto somigliante, non è!".
Allora lui balza indietro, come ferito,
ha paura, mi guarda atterrito,
come fossi un pazzo.
Non riesce a credermi.
Ha unâaria annichilita, indietreggia rigido,
si allontana da me. Alla fine grida:
"Non è irriconoscibile la mia vita!".
Ha avuto paura della morte il conducente, scappa
a gambe levate verso la città . Fa ridere.
Non sa cosa lâaspetta. Crede di trovare
i familiari, le consuetudini, i soliti conforti â¦
(...)
Cesare Viviani
Testo tratto da: Cesare Viviani, L'opera lasciata sola, Mondadori, Milano 1993