Massime e memorie

E’ PRIMAVERA E I SENI SONO IN FESTA. METTENDOSI IN BELLA MOSTRA, OFFRONO IL MEGLIO DI SE’

La centralità dell’essere fa perno su quel preciso punto del petto sul quale spuntano graziose e svettanti le dondolanti e morbide mammelle. Un miracolo di tenerezza e di dolci sapori e profumi a cui non si può in alcun modo rinunciare. Non c’è altro modo per cantare la stagione dei mandorli in fiore

09 aprile 2005 | T N

Il seno è bellezza, è sogno ed è vita. Santa Impellizzeri lo sa ed è per questo che ha scritto Il libro del seno. Il volume, edito da Newton & Compton, è dedicato ai seni festosi e ridanciani, ma anche a quelli dissoluti, inquieti, solenni e imperiosi. E il seno, per la Impellizzeri, ch’è medico e senologa, è soprattutto vita: infatti “Demetra nutre il mondo con le sue numerose mammelle”. Il seno è anche sogno e la Impellizzeri dedica il suo lavoro “a tutti seni del mondo dimenticati nell’attesa” e a quelli che ha incontrato nel viaggio e “anche ai seni che, solo per un momento, qualcuno ha racchiuso in un malinconico sogno”.



Il seno svelato è il titolo del curioso libro di Dominique Gros, in cui l’autore scrive che la “donna d’oggi dispone di una gran varietà di seni, reali o fantastici: seni estetici, erotici, mediatici, medici, pubblicitari... o materni. Il mito di Artemisia di Efeso rimane sorprendentemente attuale. Questa dea, onorata dagli antichi Greci, veniva rappresentata con il corpo ricoperto da una moltitudine di seni, simbolo di fecondità”.



Le mammelle in volo di Gillo Dorfles. Medico di formazione, il pittore e critico d’arte triestino Dorfles non disdegna i seni:
“Dal reggipetto teso di raso, aerostati
vaganti in un etere denso di carne,
si sono librate nell’aria
le candide mammelle.
Navigano verso un empireo
di sole le due navicelle, spalancate all’azzurro,
mentre i capezzoli occhieggiano
in basso a mirare lo stuolo
mugghiante e stupito
di maschi in amore
che volge lo sguardo implorante
al cielo proibito.

E le mammelle saltellanti di Agnolo Firenzuola, dal Dialogo della bellezza delle donne:
“Le fresche e saltellanti mammelle, muovendosi all’in su, come mal vaghe di star sempre oppresse e ristrette tra le vestimenta, mostrando di voler uscire di prigione, s’alzano con una acerbezza e con una rigorosità, che sforza gli occhi altrui a porvisi su, perché le non sfuggano”

Pure Woody Allen dice la sua: “ Ringrazio Dio di non avermi fatto nascere donna. Avrei passato tutto il giorno a toccarmi le tette!”

Gli fa eco il poeta Giovanni Giudici, in O Beatrice, da cui questo stralcio:
Beatrice dai tuoi seni io vengo a esplorare com’è
la stanza dove abitare
se convenienti vi siano i servizi
e sufficiente l’ordine prima di entrare
se il letto sia di giusta misura
per l’amore secondo natura.

Implacabile e severo Anatole France: “Una donna senza seno è un letto senza guanciale”.

Divertito Giovanni Guareschi: “Quella donna aveva due tette talmente grosse che sembravano tre, tanto erano due”.

Sorpreso Franco Loi, in L’angel:
“E adesso sono qui e mi viene in mente una sera
d’un tempo lontano, uno spillo sotto la pelle:
una piccola ragazza che dopo una balera
mi si stringe addosso col tondo delle tette”.

Le stagioni dei seni secondo Ramon Gomez de la Serna, dal suo celebre libro Seni:
“I seni in inverno sono molto riparati, nascosti nelle lor tane; ma ispirano sensazioni di primavera quando si denudano... In autunno convivono con l’ambiente; diventano più sensibili, provano una gran tenerezza per tutto quello che accade.... In primavera si affacciano sulla primavera, si sentono pieni di rugiada mattutina primaverile, si sentono rinfrescati dall’aria, si sentono pieni di rose e di una freschezza floreale... In estate si sentono arsi dal sole, bruciati, tostati dal calore, e nella notte oscura, quando nessuno le vede, le donne aprono i balconi ed espongono i loro seni al fresco della notte”.



E così conclude Giovanni Giudici, riflettendo sui seni di Beatrice:
“Beatrice dunque di essi non devi andare superba
più che dell’erba il prato su cui ci sdraiamo
potrebbero essere stracci non ostentarli
per tesori da schiudere a viste meravigliate
i tuoi semplici beni di utilità strumentale
mi servono da davanzale”.