Massime e memorie

QUELLA VOLTA CHE ARRIVAI CON LA BOTTIGLIA D'OLIO...

02 aprile 2005 | T N

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"Signora, io lo sapevo che voi eravate qui. Quella volta che arrivai con la bottiglia d'olio. Lo avevo sentito nella chiesa, che lo dicevano che la straniera doveva restaurare il mosaico, e che abitava nella casa di fronte al museo. Per questo vi aspettai, per questo capite. Non l'avete rotta la bottiglia d'olio, vero?"

"Non l'avete rotta la bottiglia d'olio?". Quel riferimento all'olio che portò male alla città, all'olio che correva per le strade mentre i turchi uccidevano e sgozzavano lo ricordavo bene. Mi aveva turbato. Anche il faro del Serpe funzionava a olio e il serpente striscia sulla torre perché lo vuole bere. Persino lo stemma della città raffigura una serpe che si arrampica sulla torre per succhiare l'olio. In città dicono che il serpe simboleggia il fiume Idro. E il nome Otranto viene da lì, da Hydruntum. "L'olio, signora, è una ricchezza grande. I turchi spaccarono i capasoni e li rovesciarono tutti. Una ricchezza perduta. Serviva pure a loro quell'olio. Ma quello che fecero in quel tempo, in quei giorni, sembrava non obbedire una ragione, era fuori dalla grazia di Dio, anche del loro Dio. Era il furore: urla, grida e distruzione".


Roberto Cotroneo



Testo tratto da: Roberto Cotroneo, Otranto, Mondadori, Milano 1997